Da Iron Man (2008) fino a Spider-Man: Far From Home (2019): la classifica dei 22 film Marvel, dal più brutto al più bello
Captain America – Il primo Vendicatore (2011)
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Una delle più noiose tra tutte le pellicole sui supereroi, impastoiato nella necessità della preparazione alla nascita del personaggio, cosicché tutto il film è una lunga e piena di sbadigli attesa, spiegando per filo e per segno la genealogia, la logica, i sentimenti e le nostalgie del personaggio, dimenticando nel mentre di far accadere qualcosa. Anche perché, come per Superman, un eroe “invulnerabile” è totalmente privo del pathos e di avventura. Sebbene non abbia superpoteri, ma solo una super arma (lo scudo) Captain America è forte, buono, imbattibile e i suoi nemici sono i nazisti (storicamente fregati da un panzone, uno sulla sedia a rotelle e un baffone per di più comunista). E chi lo ammazza?
Iron Man 3 (2013)
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I problemi di Iron Man 3 sono molti e vanno bel al di là dei nemici sul campo. Innanzitutto, la ricerca del supereroe di una propria strada per uscire dalla crisi esistenziale intervenuta alla scoperta di un universo ostile non diventa il motore degli eventi ma solo una sua complicazione nel raggiungimento degli obiettivi. Nel far ciò, si potrebbe obiettare, Iron Man 3 ci travolge di azione, esplosioni, spettacolo? Non tanto, non bene, non intrattenendo. E poi il Mandarino…
Possono distruggermi casa, possono togliermi i giocattoli, ma c’è una cosa non mi possono togliere, io sono Iron Man!
Tony Stark
L’incredibile Hulk (2008)
E’ il film in cui Edward Norton dà fuori de matto e se crede Stan Lee. Da allora psicanalisi e incontri di gruppo con altri attori megalomani come lui che iniziano con Ciao, sono Edward e non litigo con produttori e sceneggiatori da 7 anni.
Thor: The Dark World (2013)
Alla fine Thor salva il mondo, ma non il rapporto con suo fratello e suo padre, nun scopa ma molla un sacco di martellate in giro. Mi insegnano sia tutta sessualità repressa, come quei mariti che stanno sempre a pensare al fai da te e la moglie il fai da te se lo fa con l’idraulico. Benicio Del Toro che rifà Mugatu non ha prezzo e renderà il mondo un posto migliore.
Thor (2011)
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Quando ho letto che Branagh avrebbe diretto un episodio degli Avengers ho iniziato a pensare a quanti zeri c’erano sull’assegno che lo ha convinto; dopo la visione devo dire che è stata una scelta pensata e azzeccata in pieno, per l’esigenza di trascendenza e una massiccia dose di aulicità nei concetti e nelle parole. Inutile dire che anche gli attori sono stati diretti benissimo, sì, persino Chris Hemsworth.
Jane: “Vai in giro così di solito?”
Thor: “Si.”
Jane: “Non stai affatto male!
Black Panther
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Finalmente allarga il suo pubblico e il Marvel Cinematic Universe vince al botteghino. Black Panther è la versione Marvel de Il Dittatore di Sacha Baron Cohen, ma è sicuramente molto meno divertente e T’Challa si veste decisamente peggio.
Thor: Ragnarok
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Che sia stata intrapresa la strada del cazzeggio duro e puro lungo il percorso in direzione Infinity War degli Avengers è chiaro fin dall’inizio di Thor: Ragnarok. Cercando di evitare quella che, nella mitologia norrena, corrisponderebbe alla fine dei tempi, Ragnarok per l’appunto, il dio del tuono dà del “figlio di una bagascia” a Surtur, il supercattivo raffigurato come un incrocio tra il Balrog de Il Signore degli Anelli e Belt Satan della serie animata Il Fantastico Mondo di Paul e Nina; poi scopriamo che Loki nei panni di Odino si è dato al teatro e sta steso su una lettiga mangiando uva e guardando una rappresentazione dal titolo “La tragedia di Loki di Asgard” in cui riabilitare la figura del dio dell’inganno ed esclama pure “cazzo” quando il fratello ritorna dal suo giro per salvare l’universo cogliendolo in tunica, infradito e a braghe calate.
Iron Man 2 (2010)
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Iron Man 2 non è un film d’azione, ma una discreta commedia: i momenti adrenalinici non sono più di quattro, una scena iniziale di volo, un paio di scazzottate, il confronto finale. Alla Paltrow è capitata la posizione in campo peggiore: il suo personaggio va verso una difficile transizione e si limita a una serie di scontri verbali con Tony Stark. Sam Rockwell sciorina una sequenza incredibile di facce esagitate, dando la solita prova efficace e sopra le righe. Poi c’è Scarlett che passa tre quarti del tempo inguainata in tubini che ne esaltano le forme per non parlare del suo vestitino da supereroina; gran parte del suo fascino risiede nella sua arma segreta: prendere la testa dei nemici fra le cosce. Robert Downey Jr. si perde nei suoi dribbling, bellissimi in sé, divertenti, puro intrattenimento, ma spesso inutili per la squadra, in una continua pulsione improvvisativa che ha perso il metro della recitazione; l’enorme presenza scenica di Mickey Rourke è messa a disposizione di una sceneggiatura che promette, ma non mantiene, lo piazza dietro una scrivania a dare ordini a dei droidi fino al deludente showdown conclusivo che riserva al villain una morte in tono minore. Della serie, abbiamo finito le cazzate, beccatevi due minuti di combattimento e chiudiamo ‘sta messa in scena per arrivare al finalino dopo i titoli di coda.
Guardiani Della Galassia 2
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Ebbro di quel successo di pubblico e di critica, il regista James Gunn ha calcato, pesantemente, la mano su tutti gli aspetti che avevano stupito del primo film: il modernariato musicale e culturale pop degli anni Ottanta, il recupero dei sussulti finali della disco music e un clima generale che con una parola molto in voga alla Sorbona ai tempi di Erasmo da Rotterdam potremmo definire “cazzone”. Il buon Erasmo sarebbe orgoglioso di poter dare del cazzone a James Gunn, talmente sicuro di sè di giocarsi la prima scena action del film tutta sullo sfondo inquadrando Baby Groot che balla mentre infuria la battaglia.
Ant-Man and The Wasp
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Convincente, sfruttando differenti livelli narrativi, rinunciando ai destini del mondo, ma concentrandosi su un padre che deve recuperare il rapporto con la figlia. Eh, sì!, Ant-Man è un padre divorziato che non ha fatto altro che sputtanare la sua di vita, ma ora vuole solo fare le scelte più giuste.
Avengers: Endgame (2019)
Il pubblico piange si commuove e riempie i social di quanto è stato sconvolto dalla visione, ma guardiamo meglio: Thor incontra la madre morta e chiede consiglio, Tony Stark incontra il padre morto e gli dà un consiglio, Captain America ritrova la fidanzatina e finalmente tromba. Ok, le recitazioni sono convincenti, ma davvero?, mamme, papà e fidanzatine? Va bene la grande narrazione popolare, ma questo è giocare facile a brutalizzare il pubblico, non sono emozioni.
Avengers: Age of Ultron (2015)
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Avengers-Age of Ultron conferma la mano ferma di Whedon nel condurre l’azione dove vuole – spettacolarità pura – ma anche attenzione a un mondo complesso in cui perfino i supereroi sono messi in discussione da sacche di Ultras della curva sud che si oppongono al pensiero unico dei Vendicatori (identificabili come l’Impero Americano del “nostro” tempo). Stupisce l’assenza di giudizio per un pianeta talmente complesso che una mente superiore come Ultron fa fatica a comprendere e quindi sceglie la tabula rasa e ricominciare daccapo. Francamente è quello che penso anche io. Sono una mente superiore? Forse sì, forse no, ma chi se ne frega. A me è piaciuta anche la meccanica psicologica dei personaggi, una fragilità messa a nudo dai poteri di Scarlet/Wanda Maximoff che li colpisce alimentando le paure di ciascuno dei personaggi, consentendoci di vedere le loro reazioni. Del resto, degli eroi invincibili, come fai a batterli? Ecco che c’è il passaggio di testimone a un nuovo gruppo di supereroi di cui non me ne frega francamente un tubo perché se non ci sono Thor e Iron Man per me può andare in malora tutto. Forse è pure mejo Ultron.
Non importa chi vince o chi perde, i guai tornano sempre…
Nick Fury
Spider-Man: Far From Home
Spider-Man: Far From Home rischia di essere il film Marvel che parla di più del nostro tempo, anche se sembrano solo cazzate da cinecomic.
Spider-Man Far From Home porta i personaggi “lontano da casa”, tra Venezia, Praga e Berlino. Il tono è quello dei teen movie anni Ottanta, i problemi sono quelli di chi si apre al mondo, adolescenti costretti a essere sempre più coscienti di se stessi e di ciò che li circonda per merito (o colpa) dei social network, che vanno in vacanza e vogliono rimorchiare, vivono i primi piccoli flirt con le compagne di classe, in fretta diventano l’amore della vita, un fuoco che subito si spegne. Parker deve confrontarsi con l’aspettativa che un mondo senza Avengers ripone su di lui e nel gestire una quantità crescente di armi e gadget tecnologici, perfino la zia gli nasconde in valigia il costume da Spider-Man. Il ragazzo è stressato, porello, del resto, perfino May scopa più di lui. Durante la sua assenza, Happy (Jon Favreau sempre più in sovrappeso, idolo) si è dato da fare con la zietta Marisa Tomei che, dal momento della sua comparsa nell’universo cinematografico Marvel, ha infranto mille cuori.
Captain America: Civil War (2016)
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Io sono sincero: quando ho letto nel pressbook che i Russo si sono ispirati a Seven, Il Padrino, Fargo e che hanno preso spunto da De Palma per l’uso dei vuoti per creare tensione, io ho riso forte. Ci ho pensato durante la proiezione del film e la cosa mi ha divertito. Ridevo da solo, giuro, come quando Tony Stark ha chiamato Il Soldato d’Inverno Manchurian Candidate, battuta che, tra l’altro, in sala non ha capito nessuno. Captain America: Civil War è un buon prodotto, con belle scene di azione e il tentativo di cercare uno sviluppo psicologico dei personaggi che, mi dispiace, resta molto abbozzato e in alcuni casi superficiale: Captain America ha troppo palesemente ragione (come fai a controllare dei supereroi? E poi non vorrei citare Spock ma quanti ne hanno salvati sacrificando poche vite? Migliaia se non milioni, vedete voi se i Chitauri, Thanos e Loki sono meglio di Trump o il dittatore nord coreano) e Stark è dominato da demoni suoi che solo la qualità di Robert Downey Jr fa emergere in parte.
Ant-Man (2015)
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Ant-Man è essenzialmente una commedia che fa molto molto ridere su un supereroe che prova a salvare il mondo da un’angolazione molto molto particolare. Così, Ant-Man scivola via veloce e gradevole in tutti i dialoghi, grazie alla libertà che è stata data agli attori di intervenire sullo script (la stessa Evangeline Lilly ha rivelato che ha portato le sue idee nel personaggio di Hope, il mio unico rammarico è non averla potuta vedere di più in leggies) e con alcune trovate anche registiche rivelano uno spirito quasi indipendente, è nella parte più puramente action che Ant-Man mostra dei limiti e gli effetti rivelano una fattura grezza dovuta al lavoro affrettato dovuto al cambio al timone. Anche se, il duello sul trenino Thomas merita una citazione, anche qui praticamente ed esclusivamente per l’ironia dimostrata. Come del resto le scene riguardanti gli Avengers: il duello con Falcon sembra appiccicata con lo sputo e messa lì tanto perché andava buttata dentro.
“Solo una domanda: è troppo tardi per cambiare il nome?
Scott Lang
Captain America: The Winter Soldier (2014)
I fratelli Russo mi hanno piacevolmente accompagnato nelle avventure di Captain America. Tribolazioni dei personaggi e azione sono dosati con cura, non lasciando mai l’impressione che i dialoghi siano la scusa per arrivare al prossimo scontro. Ho apprezzato il realismo delle scene di azione: l’attentato a Fury ne è un esempio, a dispetto degli accessori del suv del capo dello SHIELD che farebbero invidia a Lapo Elkann, ma la scena è costruita con attenzione e raccontata con dovizia di particolari. Ho amato il “boom” dei proiettili che sibilava “letale” a ogni esplosione. I corpo a corpo sono coreografati talmente bene che a volte sono così veloci da essere difficili da seguire anche a causa – unico appunto da fare ai fratelli registi – delle riprese strette e con la cinepresa a mano, con l’effetto di aggiungere alla velocità dei protagonisti il “ballo” della cinepresa a mano. Il risultato finale è che, malgrado le pecche di cui sopra, Captain America-The Winter Soldier diverte, intrattiene. Ed è un risultato sorprendente visto che la sceneggiatura non ci riesce.
Spider Man Homecoming
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Teen movie sopraffino, vicino stilisticamente alle commedie anni Ottanta di John Hughes e finalmente un villain veramente temibile e interpretato bene da Michael Keaton. Il regista Jon Watts utilizza diversi stili narrativi per tenere sempre alta l’attenzione e stuzzicarci l’appetito con spunti e trovate.
The Avengers (2012)
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La cosa che mi ha sorpreso di The Avengers è il perfetto equilibrio, degno del Manuale Cencelli, con cui Joss Whedon ha gestito i suoi supereroi. Tutti hanno il loro momento, e pensare che di star e di personaggi ce ne erano e il rischio era di far durare il film più di Molto Incinta. Perfino Vedova Nera trova il metodo per essere determinante: con quel due pistolette e le celeberrime tette della Johansson c’era da poco da fare per lei contro gli alieni – se non farli sbattere tra la Quinta strada e la Broadway mostrando un capezzolo.
Captain Marvel
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Il film Marvel con il cuore, scarso nelle scene di azione, con uno sviluppo narrativo banalotto, con una civiltà aliena con un trasporto pubblico peggio di quello di Roma, ma che tiene davvero ai suoi personaggi.
Guardiani della Galassia (2014)
C’è spensieratezza in Guardians of the galaxy. È filato via liscio senza troppe pippe teoretiche, senza supereroi in crisi, geni-miliardari-filantropi-ipondriaci, dei arrapati, piani megagalattici, resurrezioni. Mi ha ricordato Indiana Jones, il primo soprattutto, per la vena ironica e lo spirito d’avventura, la leggerezza. Cé da recuperà ‘na pietra, scappà da una prigione, sarvà n’pianeta. Nun c’è so altri cazzi. Poi c’è Howard il Papero, nella scena plus dopo i titoli di coda. Cazzo io lo adoravo Howard il Papero… Io ho amato pure quel film degli anni ottanta. Questa leggerezza fa dei Guardians of the galaxy, un po’ ‘na stronzata e un po’ ‘n capolavoro. Comunque Star Lord è il numero uno, ascolta buona musica e uno che aspetta 20 anni per scartare un regalo, ha due cojoni così.
Questo è il motivo esatto per cui nessuno di voi ha amici: cinque secondi dopo aver conosciuto qualcuno, cercate di ucciderlo!
Star-Lord
Doctor Strange (2016)
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Doctor Strange di Scott Derrickson, un regista che aveva girato solo robaccia e la Marvel gli ha affidato Doctor Strange. Vedete che nella vita tutti hanno una seconda, una terza, una quarta insomma millemila possibilità? La cosa incredibile è che il film è divertente e intrattiene, sono le due ore migliori che ho trascorso con la Marvel forse da I Guardiani della Galassia. Gli effetti special, è vero, sono presi pari pari da Inception e infilati a forza in gola allo spettatore per tutto il film, ma mai annoiando, cercando soluzioni, usando Escher come via di uscita e aggiungendo qualche chicca: lo show down finale a Hong Kong mi ha lasciato a bocca aperta per una quindicina di minuti.
Avengers: Infinity War
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Il dramma scavalla i confini del cinecomics e il famoso schiocco delle vita è la più potente arma di distruzione di massa della storia. Dramma, tensione, azione.
Iron Man (2008)
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“That’s the coolest thing I ever seen”. È quello che esclama Terrence Howard, alias il colonello Rhodes, uno che ha fatto poi la fine di un Edward Norton qualunque scomparendo per sempre dai radar degli Avengers, quando per la prima volta vede “l’uomo di ferro” e, forse non con altrettanta enfasi e con minore trasporto, ma è quello che abbiamo esclamato noi all’anteprima dell’Iron Man di Jon Favreau: è veramente un gran film. Non avrei mai pensato che potesse venire fuori qualcosa di buono da quel soggettone che faceva il filo a Monica Geller in “Friends” o che cercava di sposare Cameron Diaz in “Cose molto cattive”. Eppure il suo fumettone Marvel è veramente riuscito. Merito di un Robert Downey Jr. in grandissima forma, completamente disintossicato, smagliante in un fisico modellato per sostenere gli sforzi fisici richiesti, capace di portare sulle sue nuove muscolose spalle da quasi culturista le circa due ore di voli, duelli e battaglie nell’aria. Spara battute a raffica e, grazie ai dei tempi comici perfetti, riesce a tirare fuori il massimo da qualsiasi scena, facendo scorrere lo script, non rinunciando mai a farci fare un sorriso in più, divertendosi a giocare con tutti i giocattoli messi a disposizione da una produzione spendacciona, e anche qui non annoiando mai, anzi.
Meglio essere temuti, o rispettati?… Io dico: è troppo chiedere entrambe le cose?
Robert Downey Jr.
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