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Thor: Ragnarok: recensione, cast, trama, le migliori battute e viva viva il Divin Cazzeggio

Tempo di lettura: 2’55”

thor ragnarok manifesto locandinaChe sia stata intrapresa la strada del cazzeggio duro e puro lungo il percorso in direzione Infinite War degli Avengers è chiaro fin dall’inizio di Thor: Ragnarok. Cercando di evitare quella che, nella mitologia norrena, corrisponderebbe alla fine dei tempi, Ragnarok per l’appunto, il dio del tuono dà del “figlio di una bagascia” a Surtur, il supercattivo raffigurato come un incrocio tra il Balrog de Il Signore degli Anelli e Belt Satan della serie animata Il Fantastico Mondo di Paul e Nina; poi scopriamo che Loki nei panni di Odino si è dato al teatro e sta steso su una lettiga mangiando uva e guardando una rappresentazione dal titolo “La tragedia di Loki di Asgard” in cui riabilitare la figura del dio dell’inganno ed esclama pure “cazzo” quando il fratello ritorna dal suo giro per salvare l’universo cogliendolo in tunica, infradito e a braghe calate.

Thor: Ragnarok è così: incapace di prendersi sul serio, quasi reticente anche di fronte alla fine di tutto, interessato alle battute e alle situazioni comiche su cui ricamare, così tanto cazzaro che le divinità sullo schermo devono moltiplicare i noiosissimi spiegoni per tenere il filo della storia, perché, come leggo dal pressbook, l’80% dei dialoghi sono stati improvvisati. Thor: Ragnarok assomiglia beatamente al primo Iron Man, anche quello leggero, divertente, con il regista che ricava un ruolo per se stesso al fine di poter cazzeggiare sul set con i suoi attori (Favreau era l’autista guardia del corpo di Tony Stark, qui Taika Waititi interpreta l’alieno Korg). Nel frattempo Hiddleston/Loki regala a favore di macchina da presa una serie di espressioni basite prese di peso da Gli Occhi del Cuore, Hemsworth passa il film a sparare allo specchio battute e perfino il nome di Thor finisce per essere storpiato in un’arena per gladiatori ai confini dell’universo gestita da Jeff Goldblum che ha mangiato troppe M&M’s blu.

Signore e signori ecco a voi lo zio del tuono

thor thor ragnarok

Tanta leggerezza però serve a camuffare l’inizio del tempo delle perdite nel campo dei “buoni”. Jane (Natalie Portman) ha mollato Thor (ovvero i bicipiti di Chris Hemsworth) – terribile perdita l’assistente Kat Dennings – probabilmente stanca del corredo di cognati devastatori di mondi, Elfi Oscuri e pericolosi fluidi mortali come l’Aether. Inoltre, giunto al termine del ciclo della sua vita, ovvero la morte, Odino (Anthony Hopkins) rivela un terribile segreto ai due fratelli (qualcuno ha detto Gli Occhi del cuore?): nel momento della sua dipartita, la figlia primogenita, Hela (Cate Blanchett), la dea della morte, sarà libera della prigione in cui il Padre degli Dei l’aveva rinchiusa a causa del suo caratteraccio. Hela va in giro conciata manco fosse Robert Smith dei Cure, in perenne sindrome premestruale, sparando lance e spade, e facendo apparire spuntoni appuntiti dalla terra. Hela ha una camminata tremendamente sexy, per lo meno più sexy di quella di Loki e Thor (è previsto che qualcuno abbia un nome composto da più di 4 lettere? Ma dove siamo finiti? In Episodio VII di Star Wars?) e, un tempo, era al fianco del padre mentre insieme conquistavano dell’universo; in seguito, il divino genitore l’ha relegata in una prigione per fermare il suo desiderio di distruzione e aprire il tempo della pace. Insomma, Loki e Thor devono unire le loro forze per fermare Hela.

-Cosa hai fatto ai capelli?
-Un orribile vecchio me li ha tagliati

Così a forza di botte-battute-spiegoni-spigoni-battute-botte ci passa sotto gli occhi la cattività di Hulk (Mark Ruffalo) improvvisamente ciarliero, la battaglia tra i due “colleghi”, un “Ti chiamiamo l’Avenger stupido”, una fuga in astronave, Stan Lee parrucchiere, uno scontro al battito della chitarra ruggente di Immigrant Song, una roba davvero catartica, la musica dei Led Zeppelin usata per il vero scopo con cui è stata composta: divinità nordiche che si picchiamo come se non ci fosse un domani. Tutto ciò è sconclusionato, un continuo gironzolare nell’universo senza meta ma terribilmente divertente? E allora che sia Ragnarok.

Io correrò incontro ai miei problemi e li affronterò perché è questo che fanno gli eroi

Ancora due cose: nota speciale per la colonna sonora stile videogame 8 bit anni Ottanta firmata dall’ex Devo Mark Mothersbaugh e soprattutto per Matt Damon, Sam Neill e Luke Hemsworth che rispettivamente interpretano Loki, Odino e Thor nella piccola messinscena su Asgard de La tragedia di Loki.

forrst gump**** La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti può capitare

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