Synecdoche, New York un disperato e meraviglioso tentativo di rappresentare l’esistenza umana, senza spiegarla, senza dare speranza, senza trovare una logica, senza dare l’assoluzione che non sia una parziale ed eterna prova nel tentativo di raggiungere i nostri desideri, e appagarli e trovarne sempre di nuovi, nella continua bramosia di qualcosa che non c’è, in un insieme spettacolare ma misero nei dettagli, in un ciclo che batte il tempo con i secondi e il respiro. Un’opera bella come quando la vita ti prende a spintoni e ti fa sentire vivo. È così che la vita dovrebbe essere, oppure è, non l’ho ancora capito. Ma proverò.