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Youth-La giovinezza di Paolo Sorrentino

Bagni, cinema Adriano, due rubinetti per lavarsi le mani, uno non funziona, l’altro pure, ma l’acqua scorre senza sosta. L’asciugamano elettrico è rotto.

youthIl direttore di orchestra e compositore Fred Ballinger (Michael Caine)  è in pensione e si gode dei giorni di vacanza in un lussuoso albergo tra le Alpi svizzere. Nella sua vita è stato baciato dal successo, sono state le Simple Songs a darglielo. Purtroppo, lui odia quell’opera. Nel suo buen retiro ha la compagnia della figlia, Lena (Rachel Weisz) che è anche la sua assistente, l’amico Mick (Harvey Keitel), un regista sul viale del tramonto, un giovane attore americano (Paul Dano) perseguitato dal successo del personaggio di un film di fantascienza che oltretutto indossava una maschera e altre figure che si aggirano per l’albergo tra cui Miss Universo (Madalina Ghenea) e un celebre calciatore (individuabile in Maradona) obeso e che fa fatica anche a respirare.

Tutti sono martoriati nel corpo dagli anni (altri, come direbbe Indiana Jones, dai chilometri) e si sottopongono a massaggi, saune, passeggiate nella speranza di allontanare la morte e continuare a guardare al futuro. Qualsiasi futuro, in qualche modo, fosse anche una semplice pisciata. C’è un momento che mi ha commosso in Youth: quando Caine e Keitel stanno passeggiando e al solito parlano di vita di morte, di pipì, di ricordi che non ricordano e probabilmente poco prima Caine/Ballinger ha detto qualcosa sulla figlia che non sa tutte le cose che un padre fa per rendere la propria figlia felice. Così cantilenando, i due incrociano una famiglia che fa trekking: padre, madre e figlia in spalla al padre. Be, io li mi sono sciolto. Quel miraggio, veloce, di normalità. Quello è stato bello. Per il resto, il film è una lunga sequenza di onanismo mal indirizzato, salvato qua e là da immagini potenti tecnicamente, a volte emotivamente, ma un lirismo vuoto alternato a ironia mista a cinismo. Mi è piaciuto? No! Lo rivedrei? Manco al cazzo.

Sorrentino è così: due rubinetti, uno è rotto e spara acqua senza fermarsi, l’altro è rotto ed è sempre chiuso. Non c’è possibilità di asciugarsi le mani e si resta sgocciolanti nel cesso a pensare che nella vita a volte troppo, altre troppo poco. Ma soprattutto: perché Paolo?

Avete notato come ho glissato sullo splendido nudo di Madalina Ghenea? Sono davvero una personcina matura.

matrix*1/2  Male, signor Anderson. Sono deluso, molto.

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