Prima visione/Vai capire perché i treni sono diventati così importanti al cinema – ovvero Snowpiercer
Prologo
Ho appena finito di vedere Hunger Games – La ragazza di fuoco; c’è un treno che porta i protagonisti in giro tra i distretti di Panem. Perché ho fatto questa introduzione? Perché in Snowpiercer c’è un treno con gli ultimi sopravvissuti dell’umanità. Ma spira sempre aria di rivoluzione.
Svolgimento
Nel nostro futuro sembra sia stato risolto il problema della ciccia baffa che attanaglia, invece, i giovani e forti del nostro tempo, in particolare i calciatori. Prendete Chris Evans, bello come Totti vorrei dire. A Hollywood le femmine se lo spolpano come fosse un Ryan Reynolds o proprio un Francesco Totti. Sul treno del futuro, Evans non ci pensa proprio alla ciccia baffa, ma pensa solo alla rivoluzione. A dire il vero, sul treno del futuro dove viaggiano i sopravvissuti al disastro naturale che ha provocato una nuova era glaciale sulla Terra senza neanche uno Scrat qualsiasi per farsi due risate, la ciccia baffa non c’è. Tutte cozze. Ve dico solo che una cicciona di colore, una Tilda Swinton coi dentoni e aplomb thatcheriano e una coreana tuttossa rischiano di passare per le Heidi Klum, le Blake Lively o le Halle Berry del 2031. La rivincita delle cozze. Pensate che tristezza. Dopo averci privato del lavoro, della dignità e presto o tardi anche del voto, presto ci toglieranno anche la ciccia baffa. Ecco perché Chris Evans fa la rivoluzione.
Sul treno in questione che attraversa un mondo cristallizzato sotto le nevi e il gelo, le classi sociali sono divise in vagoni. Quelli che stanno in fondo sono le merde, mentre ti avvicini alla locomotiva aumenta la percentuale di ricconi che sul treno trascorrono una vita per lo più simile a quella prima del disastro. Ma per garantire che quei pochi se la godano come un Francesco Totti o un Mario Monti o un Silvio Berlusconi deve essere mantenuto un equilibrio. Le risorse sono limitate. Ovvero, non devi cagare il cazzo e mangiati la tua sbobba fatta di scarafaggi mentre io mangio il sushi.
Ecco come va il mondo. Pensate che il regista coreano Bong Joon-ho ha scoperto come va il mondo in un fumetto francese sfogliato e comprato in una zozza fumetteria di Seoul. Pensate, sembra l’inizio di Utopia. Invece, dopo tanto peregrinare e l’aiuto di Park Chan-wook, Bong Joon-ho è riuscito a trovare il piccolo capitale necessario per fare di Snowpiercer il film più costoso della storia della Corea del Sud, nonché uno dei titoli che non dimenticheremo nei prossimi anni.
Snowpiercer unisce il futuro distopico alla perfetta metafora del nostro tempo; ricreare un piccolo mondo su un treno con scene claustrofobiche e con battaglie a suon di pugni e asce di una violenza atavica, primordiale. Grandiose le caratterizzazioni dei personaggi, fumettistici ma veri: il Curtis di Evans è qualcosa di più del classico leader riluttante, con un lato oscuro molto marcato; John Hurt è il Maestro Jedi, monco e fragile; c’è un supercattivo affilato come un pugnale. Il ministro Mason di Tilda Swinton ce lo ricorderemo per parecchio tempo, caratterizzato sul ciglio dell’eccesso, fermandosi un passo prima di cadere, senza farne una macchietta, ma il prototipo dell’esecutore degli ordini, il più realista del re. Poi c’è Wilford. Wilford ha costruito il treno e c’è lui nella locomotiva alla testa del treno, il mondo, questo mondo in miniatura è uscito dalla sua mente, talmente lucida da non sembrare folle ma pragmatica. Soprattutto, nel suo rifugio da eremita, Wilford ha dei cassettoni: tanti, enormi, dove entra un sacco di roba. Del resto, anche se il mondo dovesse finire, i cassetti servono sempre, ricordatevelo.
Conclusione
Non perdete Snowpiercer sarà il nuovo V per Vendetta e presto tutti palestrati in piazza come Chris Evans a lottare contro i potenti.
****½ Fa un po’ di tutto, anche se tutto quello che fa è bello ma inutile, un po’ come la matematica pura: magari non serve, ma è sublime.
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