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CategoriaVisioni successive

pearl jam

Io, Cameron Crowe e una delle storie d’amore più lunghe della mia vita: Pearl Jam Twenty

Per celebrare i 20 anni di carriera, nel 2011 Cameron Crowe gira Pearl Jam Twenty  , documentario sui due decenni di vita della rock band che da Seattle ha conquistato il mondo, sopravvivendo ai Nirvana e a quasi tutte le altre realtà che uscirono da quel crogiolo di creatività chiamato grunge. 

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La Forma dell’Acqua – The Shape of Water: recensione, cast, trama

Tom Stoppard disse che “non bisogna iniziare a scrivere quando si ha una buona idea, ma quando ne hai due che collidono”. Ed è esattamente quello che ho pensato dopo aver visto La forma dell’acqua – The Shape of Water di Guillermo Del Toro. Siamo di fronte a uno spunto semplicissimo, una favola – una donna delle pulizie muta che si innamora di una creatura, un misterioso essere, prelevato dalla CIA dalle buie profondità oceaniche del Sud America – lasciata scontrare con la pentola in ebollizione degli anni Sessanta, precisamente il 1962, tra la Guerra Fredda, la corsa allo spazio e la crisi dei missili di Cuba, la lotta per il riconoscimento dei diritti civili dei neri d’America, l’omosessualità negata mentre i televisori logoravano la leadership del cinema nell’immaginario collettivo e la fotografia sembrava chiudere l’era dei grandi disegnatori nella pubblicità.

L’ora legale, recensione: Ficarra e Picone for president

Ciò che è vibrante ne L’ora legale è che i corrotti non sono solo i politici, ma i cittadini: Natoli applica le leggi e rivede le rendite catastali, non concede favori o corsie preferenziali a nessuno compresi Salvo e Valentino che chiedevano di ampliare il chiosco e la gente di Pietrammare si ribella. Salvo e Valentino mettono in piedi la loro macchina del fango. Iniziano con le minacce al primo cittadino (e cognato), ma non avendo il coraggio di decapitare un cavallo per deporne la testa nel letto di Natoli in stile Don Vito Corleone preferiscono comprare del pescespada e lasciarlo tra le lenzuola ancora col limone in bocca. Il sindaco non si arrende alle tragicomiche minacce e così i due scatenano l’Arma X: nottetempo costruiscono una veranda abusiva nella casa al mare di Natoli che viene travolto dallo scandalo, al grido “tutti sono uguali/tutti rubano alla stessa maniera”. 

sheila vand a girl walks home alone at night

L’amichevole vampiro di quartiere. A Girl Walks Home Alone At Night: recensione, cast, trama e le migliori battute 

Bad City è una città fantasma in un luogo non precisato dell’Iran: centrale elettrica, installazioni petrolifere, strade pressoché deserte, baracche abbandonate, staccionate che cadono a pezzi, l’amena discarica dei cadaveri dove i bambini gironzolano in bicicletta. Il panorama umano è altrettanto desolato: un vecchio si buca in casa, con lui un gatto, suo figlio va in giro in decappottabile, l’ha comprata lavorando 2191 giorni, fa il giardiniere per i ricchi della città. Lo spacciatore di zona bussa alla loro porta col suo carico di gioielli e tatuaggi, uguale a migliaia di altri pusher da ghetto americano, francese, italiano, reclamando il pagamento dei debiti di droga e di gioco del vecchio, intanto sorseggia un tè, girando il cucchiaio nella tazza con la drammaticità ieratica e piena di sottintesi violenti di un Fanucci di fronte a Don Vito, poi si dilegua in una nuvola di sabbia portando con sé l’auto del ragazzo, incontra una prostituta e mentre la donna è china su di lui, il pusher persiano tatuato e pieno di catene vede un’ombra nello specchietto retrovisore della decappottabile appena sequestrata, una donna che indossa lo chador sembra osservarlo attraverso la notte, mimetizzata nel buio. 

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Civiltà perduta di James Gray

Il soldato che si fece esploratore per l’impero britannico. L’uomo che sfidò la morte e mise in gioco la sua vita per tornare in luoghi selvaggi e inesplorati. Il marito che lasciò sola a casa la moglie gnocca (Sienna Miller) a crescere i figli. È la storia che non ha commosso il web ma ha suggestionato James Gray che in Civiltà Perduta abbandona le atmosfere e i toni urbani dei precedenti film per lanciarsi in una avventura più dello spirito che dell’azione nelle giungle del sud America. 

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Sully ovvero dell’America che si salva da sola (ci sono pure le migliori frasi)

Nell’emergenza che esalta l’efficienza di una comunità, quando il volo 1549 US Airways va giù nello Hudson, con i traghetti che accorrono e gli elicotteri che lanciano sommozzatori e una fila quasi ordinata di passeggeri spaventati – ordinata per gli standard italiani – riesce a evacuare un boeing ammarato, c’è il senso ultimo di Sully, film di Clint Eastwood del 2016.

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Hell or high water, da Netflix alla nomination passando per Jeff Bridges (cast, trama, recensione e altre cazzate)

Io lo so perche questo film è piaciuto all’Academy. Parla di un’America che non è sulla copertina di Gq o Vanity Fair, l’America strozzata dai debiti e dalle banche, l’America che ama le armi, l’America che maltratta le donne, un’America di confine anche se è il cuore dell’America. Insomma l’America di Trump. Però Hell or high water è bello. E complimenti a Netflix che se lo è accaparrato gia a novembre. Una visione se la merita, eccome.

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Enemy di Denis Villeneuve: recensione, cast, trama e altre cazzate

Enemy è la storia di un errore o di uno scherzo del destino, della mente o della genetica. Il professore universitario Adam Bell scopre casualmente che esiste un suo sosia, un attore di nome Anthony St. Claire, perfettamente uguale a lui, tant’è che anche lui è interpretato da Jake Gyllenhaal. L’affare si ingrossa. Adam Jake Gyllenhaal Inizia a spiare Anthony Jake Gyllenhaal e non c’è nessun tipo di paradosso spazio-temporale, l’universo non implode su se stesso. Adam è sconvolto dall’esistenza di una sua copia e chiede un incontro; Anthony dapprima è infastidito, ma poi inizia a esplorare le possibilità, tipo trombarsi la donna di Adam, che è appunto interpretata da di Denis Villeneuve. (Tra l’altro in quanto a femmine Anthony non è messo male visto che sta con Sarah Gadon alias Helen, alias musa di Cronenberg dettaglio non da poco, nel film è incinta ma vi assicuro che attizza uguale).

la donna che canta

La donna che canta di Denis Villeneuve

Potente ed eloquente il secondo film di Denis Villeneuve – escludendo i primi tentativi giovanili che lui stesso ha schifato più del grasso del prosciutto crudo: La Donna che canta valse al regista canadese il riconoscimento internazionale con dieci minuti di applausi al Festival di Venezia del 2010, evento che lui ricorda con affetto anche se non riuscì a scroccare nemmeno mezzo pasto in laguna durante la sua permanenza. Stranezze da festival.