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Enemy di Denis Villeneuve: recensione, cast, trama e altre cazzate

enemy denis villeneuve jake gyllenhaalEnemy è il film più assurdo di Denis Villeneuve. Fin dalla scena in cui Jake Gyllenhaal manda Melanie Laurent a dormire da sola preferendo vedere un film piuttosto che trombarla, capiamo che il regista canadese ha in serbo per noi una ben precisa cifra stilistica: l’assoluta e immotivata follia.

Come lo definisci uno così? Un pazzo e il contesto in cui si trova è assolutamente surreale. Enemy è la storia di un errore o di uno scherzo del destino, della mente o della genetica. Il professore universitario Adam Bell scopre casualmente che esiste un suo sosia, un attore di nome Anthony St. Claire, perfettamente uguale a lui, tant’è che anche lui è interpretato da Jake Gyllenhaal. L’affare si ingrossa. Adam Jake Gyllenhaal Inizia a spiare Anthony Jake Gyllenhaal e non c’è nessun tipo di paradosso spazio-temporale, l’universo non implode su se stesso. Adam è sconvolto dall’esistenza di una sua copia e chiede un incontro; Anthony dapprima è infastidito, ma poi inizia a esplorare le possibilità, tipo trombarsi la donna di Adam, che è appunto interpretata da Melanie Laurent. (Tra l’altro in quanto a femmine Anthony non è messo male visto che sta con Sarah Gadon alias Helen, alias musa di Cronenberg dettaglio non da poco, nel film è incinta ma vi assicuro che attizza uguale).

Abbozzata la trama e detto del cast, il film si delinea così con i contorni dell’incubo e cerca di metterci di fronte ai misteri e le sfide del nostro Io, oltre a costruire un thriller partendo da una domanda assurda quanto basica: esiste una copia perfetta di me stesso?

Piano piano il film di Denis Villeneuve si trasforma in un viaggio carico di tensione all’interno della psiche del personaggio Adam/Anthony: è palese che si tratta della stessa persona, incastrata in una vita che ne avvilisce lo spirito (le ripetitive lezioni universitarie di Adam), una tela di responsabilità che opprime le sue pulsioni erotiche (Anthony prossimo alla paternità brama di ritornare nell’esclusivo strip club che si vede nel prologo dove una spogliarellista ha schiacciato una tarantola, pulsione che prelude al colpo di scena finale). Intorno a loro, i cavi dei tram disegnano una tela sospesa in aria e i graffiti di impiegati cloni raccontano un essere umano incastrato in una società standardizzata, asettica (una Toronto raffigurata spesso deserta, grigia e avvolta nella nebbia) con ancora nell’aria le parole del professor Adam Bell che, nella lezione che vediamo a inizio film, ricorda il perenne pericolo di una dittatura politica che nella storia si ripete ciclicamente. “Il caos è ordine non ancora decifrato” è la frase che apre il film. Il caos dentro Adam (o Anthony) ha generato dei mostri che Villeneuve chiede di decifrare.

PS: sono stato troppo serio eh? Allora chiudiamo ricordando quanto è ingrifante Melanie Laurent. The End.

bianca nanni moretti pagelle stellette cinema coccinema****½ Fa un po’ di tutto, anche se tutto quello che fa è bello ma inutile, un po’ come la matematica pura: magari non serve, ma è sublime.

melanie laurent
The End

2 pensieri riguardo “Enemy di Denis Villeneuve: recensione, cast, trama e altre cazzate Lascia un commento

  1. Riporto le prime parole del regista per chi non avesse tempo o voglia di verificare:”You know what, this movie is a very simple story, it’s a man who decides to leave his mistress and go back to his wife, and we see this story from his subconscious point of view.”

    Quindi niente elucubrazioni ma una semplicissima trama vista attraverso il subconscio… bel film costruito molto complicato infatti gran parte della gente comune non lo ha capito, comunque grande il protagonista nella interpretazione del doppio

    "Mi piace"

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