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Kong: Skull Island – Gli elicotteri e le bombe di Brie Larson

kong: skull island locandinaAlla Legendary e alla Warner quella di un MonsterVerse con King Kong, Godzilla e altri mostri della Toho deve essere sembrata la migliore peggiore idea che potessero mai avere per far fronte allo strapotere Disney. Hanno provato a metterci intorno un paio di tizi di talento che si ritrovavano nel cassetto delle buste da lettera e le ricariche delle spillatrici (Edwards e Gilroy) e sono partiti. Godzilla è del 2014 e a me è piaciuto ma ci sono voluti tre anni per passare al capitolo successivo.

Kong: Skull Island arriva nel marzo del 2017 ed è un po’ sequel e un po’ famo finta di esserci scordati di Godzilla che è tipo il cugino scemo perché dopo venti minuti quel pazzo di Edwards ha bruciato il numero dieci, Bryan Cranston. Così per Kong cercano di cominciare a fare le cose per bene perché, dopo aver assegnato il ruolo del ricercatore mezzo matto che s’è bruciato i neuroni con la metanfetamina blu al miglior perverso e cattivo chimico spacciatore di droga del pianeta Terra, decidono di ingaggiare due attoroni più belli e meno caciaroni: Tom Hiddleston, che deve aver patito troppo la fame fino a oggi e ora si butta dentro ogni nuova saga cinematografica – gira voce stia lavorando a quella sul fantacalcio degli ex compagni di classe – e Brie Larson che, come quasi tutti, dopo aver stretto tra le mani l’Oscar prende il palo nel film successivo, ma lei dopo la botta s’è rimbambita perché dopo Kong ora vuole anche Captain Marvel.

Con tutto sto popò di facce acuminate e bombe di pettorali, parte l’avventura di Kong: Skull Island, un po’ sequel, un po’ reboot di una cosa che avrebbero reboottato almeno altre due volte ma poi tutti hanno fatto i vaghi tipo “va bene, abbiamo scherzato, chi vuole peli di gorilla per ricoprire il divano capitonné?”.

Mio padre mi ha insegnato a giudicare un uomo non da quanto beve ma da come regge l’alcol

Nella vaghezza generale, tutti voltati dall’altra parte per evitare che la professoressa ti guardi negli occhi e percepisca l’odore della paura, Jordan Vogt Roberts si fa avanti: lui ha la barba tipo gli oltranzisti anti Gillette e nelle cose brutte ci si trova bene, del resto ne vede una ogni mattina allo specchio. Il Berti Vogts Julia Roberts de noantri mette insieme dei concetti molto semplici: volete gli anni Settanta? E allora Vietnam, rock possibilmente progressive ma anche i Led Zeppelin vanno bene, elicotteri e le bombe di Brie Larson. Vogt Roberts capisce che se mette a Brie e Tom delle canotte due taglie più strette ha fatto bingo. Così è: i due non respirano e recitano da cani, ma trequarti del tempo lo spettatore sta a guardare le tette di Brie e il petto di Tom.

In tutto questo Kong: Skull Island mette dentro il minimo per divertire e un quantitativo base di materia neuronale tanto per non fare scappare il pubblico dalla sala. Al resto ci pensa il nostro DNA più simile a quello delle scimmie, pugni sul petto e tanto chi se lo perde un film su King Kong.

Restate fino alla fine per la scena post titoli di cosa, ma se ve la siete persa per correre al bagno, ecco qua cosa è successo.

in bruges**½ Non sei andato malissimo ma neanche troppo bene… come il Tottenham

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