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La ragazza del treno – recensione ad alto tasso di patata

la ragazza del treno locandinaLa confezione patinata e e l’aurea algida da giallo scandinavo hanno acceso la mia curiosità su La ragazza del treno, di Tate Taylor. Er sor Tate è, appunto, un uomo, e non un bambino o tanto meno una donna; sebbene si chiami Tata gli hanno affidato un film tratto da un best seller di una (Paula Hawkins) che, non senza un certo rammarico, ho scoperto essere una inglese nata in Zimbabwe e non una svedese di Stoccolma. Insomma, scrivevamo che malgrado il nome (In romanaccio Tata sta per babbo, papà, una delle robe meno sexy del mondo) er sor Tata è riuscito a mettere insieme una squadra di supergnocche per risolvere il mistero circa la morte di una delle tre donne. Tra di loro Rebecca Fergusson è cittadina svedese essendo nata proprio a Stoccolma… allora lo vedi?

Insomma avete capito che la storia della copertina patinata è una roba pseudo-DAMS per nascondere l’alto tasso di arrapamento che mi provoca Emily Blunt. Se c’è lei, io devo guardare.

La ragazza del treno è la storia di una ‘mbriacona mezza barbona che passa il tempo su un treno e, ovviamente, al parco. Nella borraccia di quelle che compri da Decathlon a 5,99 euro ci mette la vodka, mica l’acqua. Malgrado ciò crea interi mondi guardando le case che vede sulla tratta Cesano-Viterbo, nel punto esatto in cui il treno si ferma ogni volta che gli extracomunitari rubano il rame.

A forza di monologo interiore da mezza ubriaca, Rachel (Emily Blunt) racconta che in verità in una di quelle case ci abitava fino a quando Anne (Rebecca Fergusson) le ha rubato er marito (Mr Tartaruga Justin Theroux). Sapete sta storia che praticamente le svedesi so’ extracomunitarie e quindi lei dal rame ci ha preso gusto, così ha fregato moglie e casa a Emily; poi un giorno nella casa accanto va a vivere Haley Bennett, tette e culo da dieci con urlo, col marito superpalestrato Luke Evans che poi sarebbe quello che ha fatto la Bestia in La Bella e la Bestia. Insomma,

In trenta metri di linea ferroviaria ci sono Rebecca, Haley ed Emily che ci abitava prima. Un tasso di gnocca che manco a Gamla stan nel cuore di Stoccolma. Eh lo vedi allora? Dai ammettete che Paula Hawkins è in verità Paula Larsson!

Uomini (e donne) scaltri come voi capiscono subito che tutto questo ferormone e testosterone nell’aria non può che creare problemi. Più che altro, chi lo avrebbe mai detto che la Cesano-Viterbo ne fosse così ben provvista?

Detto ciò, manco fosse stato Gandhi in un’altra vita, Tata ha per le mani tutto sto ben di dio. Per contrastare sta materialità (e adattare il libro al meglio che gli è possibile) Taylor praticamente fa un film tutto raccontato nella testa delle protagoniste. Il che non è male perché vedi ste bonazze che fanno il bagno o stanno dallo psichiatra e si toccano vogliosamente le labbra o qualcos’altro ma stanno raccontandoti delle loro emozioni o del mistero da risolvere di un assassinio. Il maschio medio non capisce niente. Assicurato. L’unica seria è Emily Blunt che deve fa la barbona e la fa davvero bene, viene quasi i dubbio che…

Con la mente annebbiato da tutte ste patate, non è sfuggito al Vostro Affezionatissimo la toppa totale dell’ingaggio di Edgar Ramirez che interpreta uno psichiatra di origine mediorientale e decide di interpretarlo con accento spagnolo. Ancora sto cercando di capire perché… forse troppa patata.

in bruges**½ Non sei andato malissimo ma neanche troppo bene… come il Tottenham

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