L’amichevole vampiro di quartiere. A Girl Walks Home Alone At Night: recensione, cast, trama e le migliori battute
Tempo di lettura: 3’ e 33’’
Bad City è una città fantasma in un luogo non precisato dell’Iran: centrale elettrica, installazioni petrolifere, strade pressoché deserte, baracche abbandonate, staccionate che cadono a pezzi, l’amena discarica dei cadaveri dove i bambini gironzolano in bicicletta. Il panorama umano di A Girl Walks Home Alone At Night è altrettanto desolato: un vecchio si buca in casa, con lui un gatto, suo figlio va in giro in decappottabile, l’ha comprata lavorando 2191 giorni, fa il giardiniere per i ricchi della città. Lo spacciatore di zona bussa alla loro porta col suo carico di gioielli e tatuaggi, uguale a migliaia di altri pusher da ghetto americano, francese, italiano, reclamando il pagamento dei debiti di droga e di gioco del vecchio, intanto sorseggia un tè, girando il cucchiaio nella tazza con la drammaticità ieratica e piena di sottintesi violenti di un Fanucci di fronte a Don Vito, poi si dilegua in una nuvola di sabbia portando con sé l’auto del ragazzo, incontra una prostituta e mentre la donna è china su di lui, il pusher persiano tatuato e pieno di catene vede un’ombra nello specchietto retrovisore della decappottabile appena sequestrata, una donna che indossa lo chador sembra osservarlo attraverso la notte, mimetizzata nel buio.
“A girl”, La Ragazza del titolo interpretata da Sheila Vand, si muove dal tramonto all’alba nella Bad City assetata e affamata, lei è l’amichevole vampiro di quartiere: dissangua i cattivi, ordina ai bambini di fare i bravi e minacciandoli la sua voce si tramuta in quella di Sauron e il suo linguaggio nell’antica lingua di Mordor, protegge le donne dai lupi che si aggirano in una frontiera simile a quella dei western di Leone.

Quel che sorprende di A Girl Walks Home Alone At Night sono proprio gli accostamenti spiazzanti. La gioventù iraniana balla in rave notturni, si droga e non si fanno mancare nulla: ci sono anche i vampiri. Vampiri che danzano nei garage con appesi ai muri poster con pessimi sosia di Madonna e Michael Jackson, al suono di Death dei White Lies, seducendo uomini travestiti da Dracula, vampiri che stalkerano prostitute tentando di ricordare loro i sogni che hanno dimenticato, figure oscure pedinano padri che hanno abdicato dentro strade vuote nel deserto mediorientale riprodotto nella città abbandonata di Taft in California, mentre un brano folk ricorda Morricone e i primi piani duellanti di Leone, oscuri presagi di morte, scene di disperazione urbana, vagabondi succhiati come un frutto sottratti a una vita di stenti, travestiti che ballano con un palloncino per superare l’hangover al centro di un cortile di polvere mentre severi volti autoritari li osservano incollati alle serrande arrugginite di negozi che non apriranno mai più. I destini cambiano e il ragazzo che aveva lavorato sei anni per comprare l’auto dei suoi sogni trova la scorciatoia per la dolce vita spacciando morte e inseguendo, chissà?, una vita nuova e una serie di sfortunati eventi lo fa incontrare/scontrare con la vampira sexy che si veste male ma con lo sguardo che ammalia.

The sky’s set out like a pathway
But who decides which route we take
As people drift into a dreamworld
I close my eyes as my hands shake
And when I see a new day
Who’s driving this anyway
I picture my own grave,
‘cause fear’s got a hold on me
(Death, White Lies)
Ana Lily Amirpour rivela una serie di cose che non potevano sospettare sul Vicino Oriente e le persiane: maschi e femmine hanno voja de scopà, de ballà e de sballà, proprio come noi; i giovani persiani ascoltano musica figherrima. Tutto è dipinto in un meraviglio bianco e nero, molto dark ma anche molto glam e, come Amirpour riesca nell’impresa fa parte della sua magia. C’è un brivido gelido di morte che attraversa le storia della Ragazza, di Arash (Arash Marandi), di Hossein (Marshall Manesh), di Atti (Mozhan Marnò) e di Saeed (Dominic Rains), sguardi vuoti, sguardi persi, sguardi dentro rumori di vetri di sogni infranti, aspirazioni alimentate e bruciate sotto il sole cocente e il petrolio pompa e la discarica si riempie di carcasse svuotate e i bambini con la giacca di lana scucita continuano a vedere morti ammazzati. Western, Dracula, denuncia sociale e politica senza la denuncia sociale e politica – l’amichevole vampira di quartiere indossa lo chador e succhia il sangue di chi gli capita a tiro, ma soprattutto dei cattivi, dei brutti, degli sporchi e dei giovani, uguali a milioni di altri giovani in giro per il mondo e spacciatori uguali a tanti altri e barboni e prostitute proprio come dietro casa nostra – mentre con il tempo batte all’unisono con la paura e un occhio avvezzo alla drammatizzazione regala una serie di potenti immagini che ti fanno pensare “ammazza quanto è figo essere iraniano e vampiro”.
Le migliori frasi e citazioni
Questa pillola non è nulla senza di te. Gli servi tu
Gli stupidi e i ricchi sono i soli che l pensano che le cose possano cambiare
Troviamoci alla centrale elettrica domani sera alle 10. Dracula
Ho fatto cose cattive. Io sono cattiva
***** A volte c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla…
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