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The War – Il pianeta delle scimmie: quando la scimmia è più umana dell’umano

The War - Il pianeta delle scimmieContrariamente a quanto annunciato nel titolo, The War – Il pianeta delle scimmie non è un film “di guerra”, non in senso classico. Il conflitto è dentro l’animo del protagonista, la scimmia Cesare, che si batte contro i demoni della vendetta. Cesare guarda l’abisso e vede riflesso Koba, il ribelle che voleva ad ogni costo che esplodesse la guerra tra uomini e scimmie.

Nel primo film, quello in cui James Franco si sforza di sembrare intelligente, il salto evolutivo indotto dalla ricerca scientifica diventò insurrezione; nel seguito, quello in cui Jason Clarke percepisce una vibrazione del disastro Terminator Genisys, l’insurrezione si trasformò in guerra e oggi, nel terzo capitolo, sulla Terra coabitano due specie intelligenti, uomini e scimmie: è giunto il momento della resa dei conti. The War – Il pianeta delle scimmie si arricchisce di un nuovo pericolo: il Colonnello interpretato da Woody Harrelson, un attore che sguazza in tutte le tonalità del Lato Oscuro, il quale, a capo di un battaglione dell’esercito degli Stati Uniti, persegue il suo obiettivo, sterminare tutte le scimmie.

Cesare vuole salvare la sua famiglia e la comunità che si è raccolta intorno alla sua leadership. In gioco, il concetto stesso di umanità e di pietà nella feroce antitesi tra vendetta e perdono, in un mondo devastato dall’epidemia che ha quasi cancellato il genere umano e condotto alla disperazione i sopravvissuti.

Il regista Matt Reeves ha scritto la sceneggiatura insieme a Mark Bomback e ha scelto di girare un film mutevole: battaglie e lunghi inseguimenti a cavallo scrutando un nemico crudele che spinge a percorrere territori inesplorati: la neve in cui si nasconde la base dell’esercito americano ghiaccia il nostro cuore, un campo di concentramento in cui si costruisce a tappe forzate un muro contro un nemico invisibile che arriverà da nord, eretto con la malta del sangue e del sudore di nuovi schiavi. Agli ordini del Colonnello che li osserva, i soldati gridano il loro canto di odio, sintesi di una logica di acciaio della sopravvivenza:eliminare il debole per lasciare che il forte sopravviva. Se avevamo imparato a temere le scimmie nel classico del 1968 con Charlton Heston, qui siamo spinti a parteggiare per la loro lotta per l’umanità in un pianeta completamente disumanizzato. The War – Il pianeta delle scimmie vive sui primi piani che oppongono Cesare a il Colonnello, non un semplicistico confronto tra Bene e Male, ma un continuo dibattito tra l’esigenza del perdono e l’urgenza della vendetta, la difficoltà ad accettare l’altro, sapendo che la vittoria e la sconfitta in questo caso fanno rima con vita e morte. La prova digitale di Andy Serkis è esemplare: l’attore è completamente a suo agio con la motion capture, regalando una performance umana in ogni suoi sottinteso, ogni parola, ogni sguardo.

The War – Il pianeta delle scimmie diventa una tragedia shakespeariana, Cesare combatte la violenza nel suo cuore e la possibilità di provare dignità e decoro anche nei momenti più bui; essere o non essere, spargere sangue o accogliere il figlio del mio nemico tra le mie braccia; dentro il dubbio, un’elegiaca dichiarazione di umanità in un mondo morente con la sola speranza di una Terra promessa, che trasformi un gruppo di esseri viventi in un popolo.

bianca nanni moretti pagelle stellette cinema coccinema****½ Fa un po’ di tutto, anche se tutto quello che fa è bello ma inutile, un po’ come la matematica pura: magari non serve, ma è sublime.

One thought on “The War – Il pianeta delle scimmie: quando la scimmia è più umana dell’umano Lascia un commento

  1. E’ un film che mi ha piacevolmente sorpreso e per me supera anche i primi due (ottimi) film. Ancora una volta il trailer è stato a dir poco fuorviante (sembrava che il film fosse basato tutto su scontri campali, bombe e soldati morenti).

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