Smetto quando voglio – Masterclass di Sydney Sibilia
Il sequel di uno dei film più divertenti degli ultimi anni non delude le attese, anzi, sposta in alto l’asticella della difficoltà. Smetto quando voglio – Masterclass è divertente almeno tanto quanto il primo, introduce due nuovi personaggi nella banda dei ricercatori (fedele al concetto “più grosso più bello), ma soprattutto accentua il lato action del primo episodio.
Certo le commedie italiane non sono passate alla storia per le scene di azione. Anzi, soprattutto almeno negli ultimi 30 anni, hanno enormi difficoltà a passare alla storia. In Smetto Quando Voglio – Masterclass ci sono delle sequenze incredibili: inseguimento a un treno con sidecar della Seconda guerra mondiale (con all-in di stemmi e simboli nazisti!) e conseguente scazzottata sulla cima di un vagone lanciato in corsa e anche duello tra auto in mezzo alle rovine di un foro romano, momenti che evidenziano la qualità e l’attenzione dello staff tecnico ai particolari, una sfida vinta dal regista Sydney Sibilia che ha scelto di girare i due seguiti back to back, sì, manco fosse una delle sorelle Wachowsky.
Il resto è una ricetta già consolidata ma che non esce sfilacciata dalla seconda prova: la sceneggiatura di Sibilia, Manieri e Di Capua (uno dei The Pills) non tenta di allungare la brodaglia speculando su una buona idea, ma è un meccanismo perfetto che continua a fare ridere anche se ce li aspettiamo i latinisti “braccio armato”, l’antropologo (Pietro Sermonti) esperto di mimetizzazioni tra i bori e che lavora da uno sfascia carrozze, il matematico nichilista super entusiasta di abbracciare il Lato Oscuro della vita di Libero De Rienzo e il chimico computazionale (Stefano Fresi) che ama le prostitute, le macchine sportive e le droghe. Poi c’è Edoardo Leo a suo agio nei panni del boss Pietro Zinni, ancora alle prese con la compagna (Valeria Solarino) preoccupata per il futuro della coppia e incinta, e intento a salvare gli amici dalla prigione.
Il contrasto continua a funzionare ed ha un percorso di crescita ancora da esplorare viste anche le sorprese del finale. Il tutto puntando ancora più forte sul desiderio dei “ricercatori” di essere “quei bravi ragazzi”, la fascinazione del male ma anche l’irresistibile voglia di divertirsi. Il tutto in un Paese in cui essere istruiti e intelligenti è una vergogna, anzi, una sfida. E allora… arrangiatevi!
Migliori frasi e battute
Abbiamo fermato le guardieeee… è il giorno più bello della mia vita.
****½ Fa un po’ di tutto, anche se tutto quello che fa è bello ma inutile, un po’ come la matematica pura: magari non serve, ma è sublime.
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