Gold – La Grande Truffa: un altro The Wolf of Wall Street su quanto è avida l’umanità ma senza Scorsese, DiCaprio e soprattutto Margot Robbie
Ancora una volta Hollywood scava nei grandi scandali finanziari del nostro recente passato. Lo fa forse perché convinta che gli uomini che muovono fantastiglioni di dollari siano naturalmente affascinanti sul grande schermo o forse perché gli errori del nostro tempo affondano le radici in quelli del passato. Così Gold-La Grande Truffa, il film di Stephen Gaghan e con Matthew McConaughey mattatore assoluto nei panni di Kenny Wells, ha molti punti in comune con The Wolf of Wall Street, se non fosse che il limite principale del film sono sono fondamentalmente due: quarta scelta dopo Haggis, Michael Mann e Spike Lee e al suo primo film da Syriana del 2005, il regista Gaghan non è Martin Scorsese e il protagonista di Kenny Wells è affascinante la metà di Jordan Belfort – Leonardo DiCaprio. D’altra parte, i punti di contatto sono molti: in entrambi i film c’è una bestia feroce, in entrambi i film uomini avidi rubano i soldi di risparmiatori grandi e piccoli, in entrambi i film c’è Matthew McConaughey.
Gold-La Grande Truffa è la storia romanzata dello scandalo Bre-X dal nome della compagnia di ricerca mineraria canadese che scoprì un giacimento d’oro in Indonesia che si annunciava come il più grande della storia. Il titolo volò in Borsa, tutti volevano un pezzo della torta, c’era di mezzo anche la Lehman Brothers (!), poi si scoprì che il geologo incaricato degli scavi truccò i saggi dei primi carotaggi.
Kenny Wells (Matthew McConaughey) ha quasi distrutto la compagnia che suo padre e suo nonno ancora prima avevano costruito. Il suo lavoro? Cercare materie prime preziose nel sottosuolo della Terra e raccogliere le risorse finanziarie necessarie per estrarle. Gira male a Kenny, ormai la sua compagnia si è trasferita in un pub e lui è strozzato dai debiti. Impegnando l’orologio d’oro della moglie (Bryce Dallas Howard), Kenny decide di giocarsi tutto sull’Indonesia, dove una volta aveva parlato con un geologo ambizioso, Mike Acosta (Edgar Ramirez), convinto di riuscire a trovare l’oro in una zona del Borneo abitata da cannibali e lui non era abbastanza sbronzo da rimuoverlo.
L’ultima carta che scopri è l’unica che conta. (Kenny Wells)
E’ la terza volta in carriera che Matthew McConaughey parte alla ricerca dell’oro dopo Sahara e Tutti pazzi per l’oro, ma stavolta lo fa da pelato, ingrassando di oltre 20 chili (ne aveva perduti altrettanti per Dallas Buyers Club) ma il suo Kenny Wells di miniere e picconi ne vede davvero pochi: si becca la malaria in Borneo dopo aver letto una serie interminabile di analisi di laboratorio che non fanno che ripetere quanto è sfigato il pezzo di terra di cui ha acquistato la concessione, fino alla magica notizia, poi accarezza anche una tigre per spillare un po’ di quattrini al figlio di Suharto.
Il problema di Gold-La Grande Truffa è che la storia e la vita di Kenny Wells non sono poi tanto interessanti: lui continua a urlare di voler inseguire il suo sogno e sparare frasi a effetto sul crederci sempre e di quanto si sia sporcato le mani nel fango per trovare la miniera, anche se poi in effetti non è vero. E ti diventa simpatico perché ha la faccia da guascone ubriaco di McConaughey, un Rust Cohle bolso e meno filosofico, ma il vero protagonista di Gold-La Grande Truffa sono i soldi, come girano e come tutti sottovalutino sempre le crepe di un sistema se c’è la lontanissima possibilità di arricchirsi. Gold-La Grande Truffa racconta il capitalismo come un gratta e vinci, una struttura economica che decide i destini del pianeta portata avanti da stolti e ciechi (“Nessuno voleva guardare… Perché? Perché stavamo facendo troppi soldi” dice uno dei personaggi). Sarebbe stato molto più fico un film su Mike Acosta, il carismatico geologo che guarda le montagne e le foreste indonesiane e decide dove troverà l’oro o il rame o quello che volete, un Indiana Jones affascinante con il suo inglese corrotto dall’accento spagnolo, ma in fondo un fallito che letteralmente gratta le pepite trovate nel fiume dagli indigeni per truccare i risultati dei saggi di laboratorio della (nascente) miniera. Senza tirare fuori un solo vero pezzo di metallo prezioso, Wells e Acosta si arricchiscono a dismisura. Badate bene: è una storia vera, è accaduto, il fatto che McConaughey si sia imbruttito per raccontarla non la rende meno vera.
Il problema del film sta tutto qua: un protagonista con una storia personale poco interessante – poverino, la moglie interpretata da Bryce Dallas Howard non lo caga – e una regia manieristicamente concitata, una Wolf of Wall Street con meno scatto e immaginazione e senza Margot Robbie.
Le migliori frasi di Gold-La Grande Truffa
Vivevo letteralmente con un litro e mezzo di alcol nel corpo. Altri sarebbero morti. Io no. Io avevo un sogno.
Hai l’aria di uno che ha fatto una rapina per venire qui.
La giungla ti prenderà, ti peserà e deciderà se pesi più di un grammo.
Quello che ha inventato l’hamburger era un uomo intelligente. Ma quello che ha inventato il cheeseburger, lui era un vero genio
Era il mio sogno. Lo avevo sognato. Se vendi i tuoi sogni, cosa ti rimane?
Era quello che chiamavano un esploratore dei fiumi. Un vero affare. Un vero geologo. Se avevi in progetto di fare un buco nel terreno in Indonesia, volevi Mike Acosta che ti dicesse dove scavare
50 e 50. Dimostra che si sbagliavano tutti.
Per tutto il tempo che mi dicevano quanto ricchi sarebbero stati i miei nipoti, stavano complottando alle mie spalle per rubarmi tutto.
Un cercatore altro non è che un sognatore che ci crede finché non vede la terra sotto i suoi piedi scintillare.
** Ragazzi, state commettendo un grosso sbaglio.
Categorie
“Ci sono film che fanno ridere anche con Margot Robbie, ma quelli senza, perdono in partenza” (autocit.)
"Mi piace""Mi piace"