La Bella e la Bestia Kids edition
Visto il nuovo La Bella e la Bestia della Disney in un sabato sera al centro commerciale, sala piena all’ottavo giorno di programmazione. Mia figlia è impazzita dalla gioia. Lo ha voluto vedere due volte e dio benedica le zie e gli zii.
Lettori scaltri come voi si staranno sicuramente tutti chiedendo quali sono le differenze tra il live action con Emma Watson e il cartone animato del 1991. Be’, cari amici sappiate che il cartone animato non fa venire voglia di lavare gli occhi con la varechina.
La Bella e la Bestia di Bill Condon è il remake dell’omonimo film del 1991 che aggiunge poco o nulla al precedente Disney ad eccezione di qualche numero musicale e un’eroina più moderna. Ad esempio, Belle prova a insegnare a leggere a una ragazzina provocando il disappunto dei compaesani che la bullizzano – chissà poi se era perché tentava di migliorare l’ignoranza della giovane oppure per colpa della rudimentale lavatrice costruita dal padre mezzo pazzo con cui lavava i suoi stracci, brutta bestia l’invidia, soprattutto nei paesini. Forse i compaesani si sono accorti che Belle porta sfiga. Quando il padre parte per il grande mercato del giovedì (si sveglia presto per evitare il traffico di carretti sul Raccordo e sfuggire a Gianfranco Rosi che si nasconde dietro un cespuglio e con scatto felino e abile mossa tenta di immortalare il disappunto dei pendolari) la dolce figlia lo saluta con un “Stai attento”. E così Kevin Kline-papà Belle prima becca un devastante temporale a giugno, poi i lupi e infine finisce prigioniero della Bestia.
A questo punto della pellicola, più o meno, già avevo interpretato il momento più alto del mio pomeriggio al cinema, ovvero quando, mostrando i canini, ho detto a mia moglie “metti di nuovo la mano dentro il mio sacchetto delle caramelle e non garantisco che la ritroverai attaccata al tuo braccio”. Non potete portarmi al centro commerciale di sabato sera a vedere un film remake di un cartone animato tratto da una fiaba che francamente detesto dove tutti cantano e pensare di intaccare le scorte di dolciumi acquistati per trascorrere i 139 interminabili minuti di durata del film.
Che poi La Bella e la Bestia mi provoca disagio per l’iniqua rappresentazione dei lupi, simbolo della Roma quadra del mio cuore e anche di mia figlia (vero a papààààà?), che potrebbe instillare in mia lei che adora La Bella e la Bestia la convinzione che i suddetti dolcissimi ma determinati animali siano antipatici o antisociali o intenti a mangiare carne umana e invece lo sanno tutti che sono dei compagnoni. A me sta rappresentazione dei lupi sta sul culo, lo dico subito. Oltre al fatto che, diciamolo, la Bella ama la Bestia solo perché ha i soldi e le regala la biblioteca. Si vede chiaramente che a Belle/Emma Watson si scioglie tutto il burro quando il bestione le fa dono di tutta la sua collezione di libri, farfalle e alligatori e ciò è altamente diseducativo. Dove è un qualsiasi esponente del popolo dei disadattati della famiglia per esprimere disappunto? Ripeto: e perché parlare così male dei lupi?
Tutto fila liscio tra gli sbadigli miei e di tutti gli adulti in sala quando mia figlia sognante salta sulla sedie e nasconde il volto nella mia spalla. “Cosa succede amore di papà” e lei quasi in lacrime “Cosa è successo alla Bestia… è un mostro”. L’incantesimo era stato sciolto e Dan Stevens si è mostrato con la sua faccia alla Guernica. Era mejo bestia che umano.
*1/2 Male, signor Anderson. Sono deluso, molto.
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