Come è Oceania, il nuovo film Disney? E’ come sarebbe Star Wars se la famiglia Skywalker fosse nata nel Pacifico, ma peggio
Natale 2016 Disney si presenta al pubblico italiano con Oceania, meglio conosciuto come il film di animazione a cui hanno cambiato nome perché quello originale era lo stesso di una nota pornostar italiana. Per risolvere il problema hanno titolato film Oceania e, invece di Moana, la protagonista ora si chiama Vaiana che ha una vaga assonanza con Maiala ma io sono una bestia, mi conoscete, non fate caso a me.
È anche il film in cui i creativi Disney hanno intrapreso il tour della Polinesia, Micronesia, Bali, Tahiti, Figi e Australia per andare a trovare mezza idea per portare un film al cinema anche se il motivo è che Ron Clements e John Musker e una squadra di football americano di disegnatori e sceneggiatori era un pezzo che non andavano in vacanza e allora John Lasseter, da grande manager quale è, ha pensato di unire dovere e piacere. Ah la Google economy! Una volta li chiudevano in un hotel due stelle con 12 scimmie, oggi li mandano in vacanza! Ah le meravigliose sorti e progressive dell’umanità!
Da questo lungo viaggio i nostri eroi tornano a casa, nell’assolata Los Angeles, ebbri dei propri gas e con negli occhi tante meraviglie naturali e nelle orecchie una storia, una leggenda locale da trasformare in un film di Natale per tutto il pianeta: Guerre Stellari. (Sì, io a volte lo scrivo ancora così e non Star Wars perché sono nato prima del 1977. Quando scrivo Star Wars lo faccio solo per i clic). Maiala…. ops Vaiana vuole diventare pilota di caccia stellari come suo padre prima di lei. Ora però Maiala…. ops Vaiana non è nata in una galassia lontana lontana, ma in un’isola del Pacifico millemila anni fa e di X-Wing neanche l’ombra, ma c’erano delle simpatiche canoe con cui Maiala…. ops Vaiana e il suo popolo pescano. Ma l’Impero, rappresentato da un ostile mostro di lava che sta ammazzano tutti i pesci nel mare, vuole soggiogare tutti i polinesiani.
Per riportare la pace e i pesci nell’oceano della galassia, Maiala…. ops Vaiana deve trovare il suo Obi Wan Kenobi, un semidio di nome Maui e che invece della spada laser ha un amo che gli consente di trasformarsi in qualsiasi animale luo voglia, come il tizio nemico di Jon Snow che stava coi Bruti. Un mutaforma! Durante il loro viaggio incontrano dei Minions travestiti da pirati che sulle barche hanno l’orchestra come i cattivi di Mad Max Fury Road. Maiala…. ops Vaiana e Maui-Obiwan si rendono conto in questo preciso istante che hanno bisogno di una barca più grande. I due erano diretti verso il porto spaziale di Los Eisley dove incontrano Jabba The Hutt sotto forma di un granchio gigante doppiato da Raphael Gualazzi che prova a farli mangiare dal Sarlacc: in uno strepitoso crossover, la casa del Sarlacc si trova sotto il mare come quella di Jar Jar Bings. Commozione e spavento nei cuori di tutti noi.
Dopo la sfida al Jabba-Granchio che vive sotto una montagna di oro e pietre preziose come lo Smaug de Lo Hobbit, i nostri due eroi, Maialona e Maui giungono alla sfida finale contro una dea incazzata in piena sindrome mestruale che sputa fuoco e spara palle incandescenti di lava.
Di Oceania mi sono rimaste in testa un paio di battute, qualche bella immagine, la resa visiva del mare e della sabbia, i polinesiani disegnati tutti uguali, il deja vu di già visto e sentito “credi in te stesso”, “stay hungry stay foolish”, “usa la Forza Luke”, la filosofia del credere in se stessi, la perenne sfida tra la vecchia guardia e la nuova tipica dei film Disney.
Alla fine del film, ho guardato mia figlia che sorrideva e le brillavano gli occhi dopo aver visto Oceania e ho pensato: “Quanti film devi ancora vedere figlia mia prima di capirci qualcosa di cinema. In fondo neanche io ho ancora imparato, ma almeno riesco a dormire in sala”.
Segnalo che, dopo aver scoperto nei titoli di coda che alla Disney hanno un team Caffeination (evidentemente stagisti che mettono le cialde Nespresso e puliscono le macchine Nespresso e portano i caffè Nespresso ai vacanzieri delle Figi), e addirittura un team training che si sarà risolto in un gruppo di massaggiatrici per i polpastrelli dei geek da tastiera che hanno creato al computer ogni singolo granello di sabbia, dopo tutto ciò, se ancora avete la forza, sappiate che c’è una scena dopo i titoli di coda con il granchio-Jabba di cui sopra rimasto a pancia all’aria e che non riesce a tornare sulle zampe che si rivolge al pubblico ed esclama: “Se mi fossi chiamato Sebastian e avessi avuto l’accento giamaicano avreste fatto a gara per aiutarmi”. So sad, so true.
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