Red Sparrow: I miei tre minuti con Jennifer Lawrence – recensione
Tempo di lettura: 3’ (giuro non sono ironico)
Remake di Nikita, il film di Vedova Nera che tutti vorremmo vedere ma non lo gireranno mai, ispirato agli Americans Matthew Rhys e Keri Russell, Red Sparrow è pensato in verità più con l’aplomb de La Talpa con le tette piuttosto che con la verve e l’effervescenza fluo di Atomica Bionda di cui può aspirare a essere il prequel.
Interessante il cast: Jennifer Lawrence, Matthias Schoenaerts, Joel Edgerton, Charlotte Rampling, Jeremy Irons, Joely Richardson, Ciaran Hinds.
Tratto dal romanzo dell’ex agente CIA Jason Matthews, Red Sparrow è la storia di Dominika, prima ballerina del Bolshoi, che durante un’esibizione se fa er crociato, er collaterale, tibia e pure er perone perché il suo partner durante un balletto je fa un intervento che Pasquale Bruno e Giorgio Chiellini scansateve e Dominika deve appendere gli scarpini… ops… scusate… il tutù al chiodo. L’amorevole zio che lavora per i servizi segreti russi le propone un incarico per incastrare un riccone che in passato aveva dimostrato un certo interesse per Dominika così lei potrà salvare la casa e continuare a permettersi l’infermiera per la madre malata. Pure zoppa Dominika è bona perché interpretata da Jennifer Lawrence e la gggente se la farebbe anche con la stampella, così riesce agevolmente ad acchiappare il riccone, ma la missione va storta e Dominika e la sua stampella sexy sono testimoni di qualcosa che non avrebbero mai dovuto vedere. Per risparmiarle la vita, l’amorevole zio (Matthias Schoenaerts) le propone di entrare in una scuola di spie, in cui insegnano a manipolare psicologicamente le persone per ottenere le informazioni per consentire alla Santa Madre Russia di continuare a combattere la Guerra Fredda anche se oggi si chiama Hunger Games (l’ho scritto che Francis Lawrence ha diretto J-Law in 3 dei quattro Hunger Games?). In verità, nella famosa scuola per diventare sparrow i maschietti imparano a menare, sparare e a stuprare, le donne a diventare puttane. La prossima missione di Dominika la zoppa sarà di sedurre un agente CIA per scoprire il nome della talpa nei gradi più alti dell’establishment russo. Io spero tanto che Jason Matthews si sia ispirato alla sua biografia e che gli sia realmente accaduto che una Jennifer Lawrence russa abbia provato a sedurlo per carpirgli informazioni. Io le avrei confessato tutto, ecco perché non sono una spia ma un giornalista e blogger sfigato.
You sent me in a whore school. Dominika
Sia chiaro, un film dove si vedono le tette di Jennifer Lawrence non potrà mai essere brutto e qui si vedono in un paio di occasioni, ma ciò che è importante in Red Sparrow è il potere e il suo esercizio, l’azione principale del film. Non ci sono inseguimenti in auto, sparatorie, virtuosismi al computer, rincorse a metropolitane deragliate sotto al parlamento russo, piani sequenza di menare duecento nemici armati di una pentola per cucinare la Gricia. Red Sparrow gioca tutto su ciò che i vari personaggi possono obbligare gli altri a fare, usando il sesso, le minacce psichiche e fisiche alla persona o ai propri cari. Nella gabbia in cui Dominika è costretta a muoversi – con un uso interessante del grandangolo che accentua la percezione del peso del contesto sul destino della protagonista – la contezza della cifra stilistica consiste in quanto i due Lawrence sono disposti a uscire dai canoni classici di un blockbuster per beccarsi un visto di censura “vietato ai minori di 18 anni”. Abbiamo scritto del nudo e degli stupri come parte dell’addestramento dei cadetti o anche solo per il semplice dispiegamento di una forza di sopraffazione su un altro essere umano; c’è un mezzo incesto e l’esplicito approccio sessuale diventa un potente strumento di costrizione, capace addirittura di spegnere gli ardori di chi attacca; poi la tortura: un paio di sequenze sono agghiaccianti quasi quanto le parrucche con la frangetta che sfoggia Jennifer Lawrence.
E la mancanza di approfondimento tra i personaggi è compensata dal giogo che li opprime, un film di spie senza la nostalgia per i tempi che furono, ma un forte sentimento di perdita e di mancanza di libero arbitrio: Dominika e tutti i personaggi sono spinti in un angolo da forza storiche più grandi di loro, costrette a diventare vittime, agnelli, ma da cui possono cercare una via di fuga provando ad assaggiare addirittura il sapore della vendetta.
La reaction per l’ufficio stampa: “Un film dove si vedono le tette di Jennifer Lawrence non potrà mai essere brutto”
**½ Non sei andato malissimo ma neanche troppo bene… come il Tottenham
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ci hai convinto 😉 😉
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😂😂😂
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