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The Lobster e l’insostenibile leggerezza dell’aragosta

the lobster colin farrellThe Lobster del greco Yorgos Lanthimos non è un film di fantascienza. È un film sull’amore, su ciò che facciamo per amore e su le cose che accettiamo per sopravvivere. È un film su una società totalitaria che non ammette che possano esserci i single. Perché? Non so perché…

Forse ce l’hanno con lo spreco rappresentato da tutti questi single che al supermercato non trovano i “Due” salti in padella ma solo i Quattro, così da doversi abbuffare a suon di porzioni per due (o quattro). Insomma, in questa società, se sei single ed hai meno di quarant’anni, se tua moglie ti molla all’improvviso per il Ray del piano di sopra, se rimani vedovo, anche se sei un pezzo di fica e non trovi il tipo giusto ti prendono e ti portano in un Hotel dove hai 45 giorni a disposizione per trovare un partner tra gli altri ospiti. Sembra un lager, con pratiche umilianti (tipo la pubblica ustione della mano destra con il tostapane per chi si masturba) e il rito della caccia nei boschi dei single che si sono dati alla fuga. Ogni single catturato, un giorno in più di permanenza nell’hotel. Chi non dovesse riuscire a trovare una compagna entro il termine stabilito verrà trasformato in un animale a sua scelta.

David (Colin Farrell) è stato scaricato dalla moglie ed entra nell’hotel accompagnato dal suo cane, che prima era suo fratello ma non è riuscito a trovare una compagna. David vorrà essere trasformato in un’aragosta (The Lobster del titolo) perché “Loro vivono oltre i 100 anni, hanno il sangue blu come gli aristocratici e poi sono fertili tutta la vita. E poi amo il mare”. Durante i vari passaggi rituali dell’accettazione nell’Hotel di David e l’inizio della sua permanenza il cane guaisce continuamente. David prova a inserirsi e addirittura di fingere di innamorarsi di una donna, ma non funziona. E allora fugge, fugge nei boschi dove c’è la resistenza composta solo da single. Ciò che stupisce è che la resistenza ha un rifiuto uguale e contrario del governo che combatte nel rifiutare completamente l’amore: tra i suoi membri, ogni interazione superflua è proibita. Inaspettatamente e totalmente, David si innamora di La donna miope, interpretata da Rachel Weisz (d te credo… Cosa c’è di più bello di Rachel Weisz?). Ma il loro amore è contrastato dalle regole della comunità dei single e non possono certo tornare nel mondo che avevano abbandonato se non in clandestinità.

Ma come è? È greco, come le olive di Mario Brega.

Mano a mano che entriamo in The Lobster, capiamo che la società non è poi tanto futuristica o futuribile; piano piano entriamo in un mondo molto più simile e vicino al nostro di quanto potessimo pensare. Piano piano The Lobster mi ha riportato a Mommy di Xavier Dolan, dove una premessa fantascientifica si snoda in un tempo e in mondo in tutto e per tutto uguale al nostro. Ecco perché The Lobster è un film sull’amore: perché Lanthimos prende i suoi personaggi e impone loro una reazione chimica e poi resta a guardare cosa succede: ecco allora la recitazione minimalista, il passato dei personaggi ridotto al minimo mentre è l’amore che li muove. Cosa facciamo per amore? Cosa facciamo se non troviamo la nostra metà? Cosa facciamo per conquistare la donna/uomo che amiamo? Quali sono le cose che abbiamo in comune? 4850 come cantava Silvestri? No, meno, molte meno, l’importante è sempre e comunque lasciarsi accecare dall’amore e combattere, combattere, senza mai arrendersi per l’amore. Tutto ciò che ci tiene in vita.

forrst gump**** La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti può capitare

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