Perfetti sconosciuti: la tirannia degli uomini malvagi di Paolo Genovese
Ci trovi varia umanità brutta dentro Perfetti Sconosciuti, il film di Paolo Genovese che ai David di Donatello 2016 prende le due prestigiose statuette per il Miglior Film e la Migliore sceneggiatura, metre il suo magnifico cast, composto da Anna Foglietta, Marco Giallini, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Alba Rohrwacher, Edoardo Leo e Kasia Smutniak, resta a bocca asciutta.
Ci sta la smutandata (Anna Foglietta) che ogni volta che il marito apre bocca se attacca a garganella alla bottiglia di vino; c’è il marito (Mastandrea) che si fa mandare i messaggini porno dalle minorenni; c’è il chirurgo plastico (Giallini) che sembra un erotomane, ma poi manco le spugnette dalla moglie (Smutniak) la quale lo cornifica con er tassinaro (Edoardo Leo) che oltre a trombasse la moglie dell’amico, s’è sposato Alba Rohrwacher (bona, direi) e ha ingravidato la voce del centralino dell’azienda dei taxi.
Tutti si ritrovano a cena – in un ambiente molto alla Woody Allen, alta alta borghesia, una di quelle case tipiche di chi non paga le tasse e fattura in nero, ne vogliamo parlare Paolo Genovese? Come hanno fatto i soldi i tuoi dottori? C’è anche Giuseppe Battiston, professore di ginnastica in sovrappeso – uno dei due miss casting del film insieme alla Smutniak che interpreta la psichiatra… ma de che? C’è pure l’eclissi di luna. Poi Eva/Kasia Smutniak ha un’idea: visto che siamo tanto amici e siamo tutti così sinceri l’uno nei confronti dell’altro, perché non mettiamo i telefonini sul tavolo e leggiamo a voce alta tutti i messaggini che arrivano e mettiamo il vivavoce alle telefonate?
Escono fuori tutti i segreti che gli “amici” non si sono mai raccontati, alcuni innocenti, altri inconfessabili. Il risultato è un’ora e mezza molto divertente, con una regia salda e una sceneggiatura forte che non fanno mai sentire il peso di un film girato tutto in una stanza. Ricordate Carnage di Polansky? Be siamo da quelle parti e alla fine il film di Genovese diverte perché è divertente ed è ben interpretato. Un film che non sarebbe mai stato possibile se i personaggi seduti intorno al tavolo non fossero delle brutte persone che cornificano, mentono e sono assatanate di sesso, volubili e vanesie – tranne la Smutniak che brutta come è ha proprio bisogno della plastica alle tette.
Fosse capitato a me, il film finiva dopo cinque minuti, io che quando una coiffeuse professionelle mi ha contattato e provato a telefonare su Facebook, mi sono subito fatto quattro risate alla faccia sua con mia moglie, io che quando mi ha cercato una ex l’ho subito raccontato al mio migliore amico e a mia moglie.
Quindi, alla fine, quello che penso di questi Perfetti Sconosciuti è che per dirla con Ezechiele 25:17 e Jules Winnfield “Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi” e direi pure da quella degli evasori che si possono permettere 200 metri quadri a Monteverde Vecchio; magari sono loro gli uomini malvagi e io sono l’uomo timorato. Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare un uomo malvagio, o almeno un porco.

Categorie