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Westworld 2×5, Akane No Mai Recap: Benvenuti a Shogun World

Akane_No_Mai

Titolo originale: Akane No MaiDiretto da: Craig Zobel. Scritto da: Dan Dietz.

Cast: Evan Rachel Wood, Thandie Newton, Jeffrey Wright, Lee Sizemore, James Mardsen, Ingrid Bolsø Berdal, Rodrigo Santoro, Talulah Riley, Angela Sarafyan, Rinko Kikuchi, Hiroyuki Sanada.   

Trama, recensione e altre cazzate

Lungamente attesa e chiaramente annunciata, finalmente arriva la puntata ambientata nel Giappone dell’era Edo o almeno la sua versione stereotipata per androidi di Westworld. Benvenuti a Shogun World, la versione sanguinaria delle avventure della casa nella prateria in cui ci siamo crogiolati fino a oggi. Ed era ora. 

Akane No Mai è pieno di ninja, ronin, geisha mortali e shogun impazziti, L’ultimo Samurai con un X-(wo)man. E poi c’è Dolores (Evan Rachel Wood) che decide finalmente di fare di Teddy (James Mardsen) un uomo. Ma andiamo con ordine. 

Dopo un prologo nel tempo “presente”, i  cui la squadra di salvataggio cerca  di capirci qualcosa e porta a spasso Bernard (Jeffrey Wright) per il centro operativo devastato, siamo subito insieme a Maeve, Lee, Hector e Armistice che hanno sconfinato e sono catturati da Misashi, interpretato dal più grande attore con una katana in mano, Hiroyuki Sanada, che li prende e li porta nella prossima deliziosa cittadina che ha deciso di razziare. Il deja-vu è sempre stato uno strumento narrativo molto importante in Westworld, soprattutto le variazioni, ma qui tocchiamo l’apice: accadimenti, personaggi, linee di dialogo di Shogun World ricalcano in tutto e per tutto ciò che accade a Sweetwater. Misashi è arrivato per derubare la casa delle geisha Akane (interpretata dalla Mako Mori di Pacific Rim, Rinko Kikuchi) dove si trova il messo cinese, ma accade qualcosa di imprevisto: lo Shogun pretende che gli venga consegnata la geisha più preziosa di Akane, Sakura, ma la tenutaria si ribella e pianta un coltello nell’occhio dell’inviato dell’uomo più potente del Giappone gridando “Gipsy Dangeeeeeer”.

maeve
«Sto cazzo de Meteo.it… Nun c’azzecca mai»

Il dado è tratto: aiutati dal favore della notte, Akane, Misashi, Maeve e i suoi devono fuggire verso il lago innevato dove Sakura è cresciuta e si trova un centro operativo dove Maeve può continuare la ricerca della figlia, ma la storia cambia ancora. I ninja dello Shogun attaccano e rapiscono la giovane geisha, non resta che tentare una spedizione per liberarla dove il dittatore si è accampato. Anche qui, ogni piano si rivela inutile: lo Shogun uccide Sakura durante il ballo tradizionale delle geishe e Akane lo uccide al culmine della danza. Mentre tutta l’armata dei samurai sta per schiacciare i nostri eroi, Maeve fa ricorso a tutte le sue capacità e solo con la forza della mente riesce a costringere i nemici a rivolgere le armi contro se stessi e a uccidersi mentre lei, Akane e Lee possono scappare. 

dolores evan rachel wood akin no mai
“Era meglio morire da piccoli per la febbre catarrale delle vacche che morire da grandi coi peli del culo bruciati”

Intanto, Dolores raggiunge proprio Sweetwater e fa un test di Turing molto personale a Teddy: quanto sei scemo in una scala da zero a Clementine? La donna capisce che il ragazzo è irrecuperabile con il suo buonismo d’accatto che sembra uno delle cooperative radical chic: mentre ricordava le mandrie contagiate dalla febbre catarrale, fa una specie di proposta di matrimonio a Dolores, la Jena Plissken del Far West, la quale prima se lo tromba (ah, quanto tempo che mancava una bella scopata a Westworld… e in effetti continua a mancare perché è una scopata più casta di quelle delle fiscion Rai), lo fa riprogrammare e poi organizza una gita in treno per il suo esercito verso La Mesa e il quartier generale della Delos.   

Per crescere, dobbiamo soffrire. (Dolores)

In quella che per potenza e rigore visivo è probabilmente il miglior episodio delle prime due stagioni di Westworld riusciamo a comprendere gli stentati passi della storia dell’umanità rivissuti dagli androidi: gli host evoluti guidano un branco di pecore ignave, la violenza è l’unica scelta, necessaria per garantire il progresso di una tribù sull’altra. Westworld è la critica di Lisa Joy e Jonathan Nolan alla storia dell’umanità e l’elegia a una specie morente che come i bufali, con una folle corsa, si sta dirigendo verso il burrone. L’unica chance è nella fuga dalla schiavitù del codice di programmazione degli host fino alla nascita del libero arbitrio. Poi abbiamo anche la mutante, la Professoressa M(aeve) che con la forza del pensiero può praticamente tutto.  

Anche un serpente può rivelarsi un drago. (Ronin)

La musica

Continua il viaggio nella rivisitazioni dei classici rock e pop: dopo Seven Nation Army dei White Stripes in chiave indiana, oggi riscopriamo un’altra versione di Point It Black e CREAM dei Wu Tang Clan.

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