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Warcraft-L’inizio?

warcraft l'inizio immagini film cinema foto posterLa cosa che veramente resta impressa dopo la visione di Warcraft-L’inizio è la regia sicura di Duncan Jones che ci trascina in un universo fantasy con orchi, nani, elfi e uomini come se nessuno lo avesse mai fatto prima.

Non lo scrivo perché una volta Sir Duncan mi ha retwittato. Il mio è proprio amore. Dopo Source Code e Moon, in cui il figlio di David Bowie ha lavorato materiale originale con la voglia di calarci in un mondo in cui noi potessimo subito condividere una grammatica comune usando una narrazione fluida e forte e ieratica, qui prende francamente della robaccia e le dà la dignità di materia filmica. 

I sette regni di Azeroth (non potevate chiamarla la Terra di Mezzo di Westeros???!!!) si devono difendere da un’Orda di orchi guidati da uno stregone che, attraverso un portale magico, li conduce alla conquista del mondo degli uomini. Gli orchi hanno una filosofia di vita presa in prestito dai libri di Matteo Salvini:  “Fatti temere o diventa alimento”, ma anche “Catturate i deboli e uccidete i forti”. Tra gli uomini c’è il re coraggioso con la corazza di leone vagamente metrosexual che sicuramente fa uso di una crema esfoliante la mattina e rigenerante la sera, il generale cazzuto che non si vergogna di piangere perché è in contatto con il suo lato femminile e ha letto I Ponti di Madison County, la mezzosangue in bilico tra due mondi che è complessata perché essendo un incrocio tra orchi e uomini ha le zanne piccole e ha paura a farsi vedere nuda sotto la doccia insieme alle altre orchesse, l’aquila gigante (evidente simbolo fallico, Duncan ci tiene a far sapere che lui è superdotato), l’apprendista stregone che gioca con i lego e usa la magia per costruire il castello delle principesse, lo stregone del regno degli uomini con evidenti problemi di personalità multipla e si fa chiamare Tyrell Durden.

Io non ho mai giocato a Warcraft ma dopo cinque minuti chiunque capisce che si trova di fronte a una roba rimasticata da qualche geek e poi vomitata per essere portata al cinema.

In questo scarto della cultura di massa, Duncan Jones riesce a tirare fuori due ore che vagamente lasciano a bocca aperta, dandoci quanto basta per farci ad appassionarsi alle storie di Lothar e Garona, Il Guardiano, lo stregone degli orchi Gul’dan corrotto la una terribile magia, il tutto pressoché senza l’ombra di una femmina vagamente appetibile. Chapeau

woody*** È stata la cosa più divertente che ho fatto senza ridere

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