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Source Code – La forza scorre potente nella famiglia Bowie

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Non pensavo si potesse nominare come un vanto aver scritto la sceneggiatura di Species III. Be’ nel pressbook di Suorce code Ben Ripley è accreditato per questo “capolavoro”. Ma del resto, da qualche parte bisogna pure cominciare e sono felice che ad Hollywood diano ancora delle seconde opportunità.


Svolgimento

C’è la figa in Source code? Vorrei iniziare così, a freddo e gettarmi a capofitto nel cuore del problema. Sì la figa scorre potente in Source code e fedele ai concetti Eros e Tanatos, Sturm e anche Graz, è rappresentata sotto la forma dolce e stimolante di Michelle Monaghan, così carina e acqua-e-sapone che come la vedi nel vagone del treno dei pendolari di Chicago dove si svolge trequarti del film di Duncan Jones ti viene subito voglia di prenderla mentre ti sorride, portarla nel bagno, chiuderti dentro con lei e fare sesso finche morte non sopraggiunga. Ovvero dopo otto minuti. Per me sono sufficienti. Anche troppi. Ma dicevo Eros e Tanatos. Infatti c’è Vera Farmiga, in uniforme. Coi capelli raccolti. Sguardo duro ma labbra turgide. Un travestimento che manco la Minetti ad Arcore. Anche con lei scatta subito qualcosa, la fantasia si scatena solo a sentirla impartire degli ordini. Anche qui la prenderei e ci farei sesso finche morte non sopraggiunga. Anche qui circa otto minuti. Potete rimetterci gli orologi. A me bastano. Sono pure troppi.

Detto questo, immaginate di poter rivivere sempre quegli otto minuti (anche meno), miglioravi ogni volta, cambiare, farvi arditi, più dolci ma anche più duri. Be’, ora datemi un kleenex.

Tutto questo è Source code, film di porno-fantascienza di uno che si chiama Duncan Jones ma è figlio di David Bowie, uno che ha fatto Moon, nipote di Starman e che dopo questo film dimostra che decisamente il talento scorre potente nella sua famiglia.

Jones/Bowie prende Jake Gyllenhaal e lo mette in questa bolla spazio temporale in cui deve rimorchiare la Monaghan e prendere ordini da Vera Farmiga e col pisello così indurito cercare una bomba su un treno.

Come in Moon sono la claustrofobia e l’umanità la chiave: tutto il film si svolge dentro un vagone e, in misura minore, in una capsula di metallo. Il Source code del titolo è complicata fisica quantistica che consente di mettere in contatto il sergente Colter Stevens/Jake Gyllenhaal con gli ultimi otto minuti di vita di un uomo che morirà in un attentato su un treno. La sua missione è scoprire chi ha messo una bomba sul convoglio prima che riesca a far esplodere una bomba sporca a Chicago. E nel frattempo andare a donne. Perché tra la vita e la morte e tutto il resto, quello che conta è come e con chi trascorri il tempo che ti resta. Fossero anche otto minuti (che, per inciso, qualora non si fosse capito, a me bastano e avanzano).

Postfazione

Ho inviato un twit a Duncan Jones su quando mi sia piaciuto Source code. Non mi ha risposto. Raccomandato di merda.

bianca nanni moretti pagelle stellette cinema coccinema****&1/2 Fa un po’ di tutto, anche se tutto quello che fa è bello ma inutile, un po’ come la matematica pura: magari non serve, ma è sublime.

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