La Café Society di Woody Allen e la fiera delle banalità
Ho amato così tanto Woody Allen e per cosi tanto tempo che un po’ capisco chi sente la necessità di gridare al miracolo per ogni film che gira. Tipo quelli che applaudirono alla fine dell’anteprima stampa di To Rome with love.
No, quelli no in effetti.
Café Society è il Woody Allen 2016 che ci tocca in sorte. Il protagonista di Café Society è Bobby (Jesse Eisenberg), un giovane sognatore che lascia la modesta famiglia di gioiellieri ebrei di New York, i quali, vedendo il tugurio dove vivono, sono l’unico caso di gioiellieri ebrei morti di fame del mondo. Bobby vola a Los Angeles per raggiungere lo zio (Steve Carell) che fa l’agente delle stelle del cinema Philip Stern (cognome preso in prestito dalla coppia di produttori di questo film. Mi immagino la scena: “Ehi Woody perche non dai il nostro nome a uno dei personaggi del tuo prossimo film?” e lui “mica mi avete preso per una delle vostre puttane ebree con cui vi chiudete tre giorni all’Hilton carichi di droga e Viagra?”, i produttori “eccoti 500mila dollari” e Woody “Come si scrive esattamente Stern?”).
Il ragazzetto vuole fare carriera nel mondo del cinema. L’ha avuta solo lui ‘st’idea! E soprattutto solo Woody ha pensato bene di farci un film!!! Lo zio chiede alla sua segretaria, Veronica detta Vonnie (Kristen Stewart, sottolineato da primi piani con la calza che evidenziano “Ciao sono Kristen Stewart, la Belle di Twilight”), di far visitare visitare Los Angeles a Bobby. Lui si innamora, te credo è Kristen Stewart, lei è impegnata con un vampiro ovvero lo zio di Bobby, il suo capo. “Lui ha sposato la sua segretaria, capita sempre più spesso” dirà uno dei personaggi… eh sì Woody, il suo capo, capita spessissimo che un vecchio si innamori di una trent’anni piu giovane.
Poi però lo zio Phil molla Vonnie perché non ha il coraggio di scaricare la moglie e Vonnie scopre di essere innamorata di Bobby. I due iniziano una relazione, fanno il giro delle ville delle stelle del cinema come i beoni in vacanza a Los Angeles, lui ammira il suo stile bohémien (“Sto a guardare tutto il giorno l’oceano”, vi giuro, così, come se al cinema o al teatro o in un libro per teenagers cerebrolesi non l’avesse mai detto nessuno fino ad oggi), sembrano sul punto di sposarsi – ci credete lui la conquista con frasi del tipo “Io sono innamorato di te dal primo momento che ho posato gli occhi su di te e ti credevo una star, pensavo di averti visto in un film di vampiri” -, ma poi lo zio Phil ci ripensa e Vonnie lo sposa mollando Bobby, perché Vonnie ha per tutto il tempo un solo vestito e Bobby non l’ha capito che doveva fare la grana per comprarle degli abiti nuovi, lui pensava che “Non so se diventeremo ricchi ma basteremo a noi stessi. L’idea di noi due insieme in un delizioso appartamento del Greenwich Village a fare i morti di fame”. Caro Bobby, la patata non la rimedi così, fidate.

Col cuore infranto Bobby torna a New York, inizia a dirigere il night club del fratello malavitoso, incontra una donna meravigliosa, si riproduce con lei (te credo, è Blake Lively, quella è così fertile che la metti incinta con uno sguardo). Beh lei si chiama Veronica, come il primo amore di Bobby. Che casualità! Sembra quasi che una scimmia cieca abbia scritto Café Society. E in effetti Woody lo fa dire a uno dei suoi personaggi: “La vita è una commedia scritta da un sadico che fa il commediografo” che più o meno è un sinonimo ma detto bene. Insomma lui ama lei, ma a lei piacciono i soldi, quindi lui diventa uno forte, sposa una strafica ma pensa ancora agli occhioni grigi di Kristen e anche Kristen pensa agli occhioni di Kristen. Quanto ammore nell’aria!
Il tutto è mantecato da una grassa voce fuoricampo che ci racconta tutto di tutti quelli che contano nella Cafè Society, che così risparmia a Woody Allen di dover architettare qualche arguta scena per presentare i suoi personaggi e far dire loro qualcosa di non banale. Poi leggi le recensioni al film e Kristen Stewart sembra che si merita l’Oscar per Café Society e forse è proprio vero, il ruolo Woody glielo ha proprio cucito addosso: una segretaria finta bohémien che si sposa per i soldi e sceglie di fare la bella vita. Che poi, bella è bella anche se nel finale alle orecchie le hanno appeso delle passamanerie che mia nonna attaccava alle chiavi delle credenze dell’armadio in salotto. Una citazione per Jesse Eisenberg, il più grande errore di Woody Allen da quando si mise insieme con Mia Farrow, una pallida e sedata versione del nervosetto Allen di tanti, troppi anni fa.
* C’è qualcuno che parla la mia lingua? O almeno il greco antico?
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