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Spectre, Daniel Craig, Monica Bellucci e l’Aston Martin dentro il Tevere (spoiler ma piccolino)

La cosa più divertente dell’anteprima stampa di Spectre, il nuovo Bond con Daniel Craig e diretto da Sam Mendes, è accaduta al bagno: pieno di giornalisti 50enni con la vescica piena dopo due ore e passa (che per me sono durate almeno 4), tutti a fare pipì fischiettando il tema di Bond, col coso in mano, immaginando di essere Daniel Craig (o di voler essere con Daniel Craig). Pa-pà Pa-pam Papa-pam

spectreSpectre è il 24esimo film della serie. Daniel Craig ha già detto, anzi lo ha urlato, al mondo che non ne farà un altro, Sam Mendes manco voleva girare questo. Fu quasi costretto dal successo clamoroso di Skyfall, tra i più riusciti dell’intera serie incentrata sul personaggio di Ian Fleming. Fu costretto da una vagonata di soldi con cui ha acquistato un’Aston Martin per andare alle prove del suo Shakespeare nel West End e impressionare l’attricetta amica del produttore. 

Che poi, quando esci dal cinema dopo aver visto James Bond, cammini che ti senti Daniel Craig. Cammini da atteggione facendo finta di telefonare col tuo smartphone, ti fermi persino vicino a una troupe televisiva, facendo finta di cercare una cosa in tasca come Favino in Suburra. Poi entri in metro a Repubblica eh… Bond un cazzo.

Piano sequenza. Sì per dio un lungo eccitante piano sequenza girato con la prosopopea di pensare che nessuno a mondo avesse mai fatto una cosa simile. E devo dire… È bellissimo. Bond con la sua squinzia (che purtroppo non vedremo più) insegue un tizio a Città del Messico, i due sono nel pieno della festa di Ognissanti, in cui la folla festaiola di veste di nero o indossa maschere raffiguranti il teschio o abiti disegnati con uno scheletro. Bond cerca il suo bersaglio sui tetti e la cinepresa lo segue passo passo fin quando non provoca un’esplosione. L’inseguimento continua fin dentro un elicottero che sorvola la folla festante.
Titoli di testa.

Evidentemente stanno sgozzando una gallina, questa non può essere la teadizionale canzone di Natale del film di James Bond. Sto fio de nsottoscala.

Bond ha provocato un casino. Si prende una ripassata da M che serve anche per aggiornarci sugli accadimenti di politica interna: i cattivoni al governo stanno riorganizzando i servizi segreti e un figlio di papà che puzza ancora di latte sta per diventare il Papa dello spionaggio internazionale. L’obiettivo è unire il flusso di informazioni provenienti dalle piu importanti agenzie della sicurezza mondiale. Ora: non si può non pensare che la cosa puzzi di marcio, ma Bond è preso dai suoi problemi personali che a quanto pare riguardano la vecchia M che non ha smesso di lavorare nemmeno da morta. Insomma, Bond si comporta come fanno tutti i dipendenti di un ufficio: fa il meschino e se ne fotte dei problemi del capo. Parte per Roma dove si tromba Monica Bellucci: ora, voi tutti sapete che ci sono decine di modi migliori di impiegare il tempo se sei Bond, tutti riguardano femmine con due gambe e forse anche un braccio. Nella Città Eterna, infatti, nella sua mutevole voglia di stupire, il film di Mendes cambia forma: il regista di American Beauty prova una cosa che non aveva mai fatto prima, la fantascienza. Inventa un inseguimento tra una Jaguar e un’Aston Martin nel cuore di Roma con le strade completamente deserte, una roba che manco ne L’ultimo uomo sulla Terra.

Marino c’ha portato Bond, Craig e pure sua sorella. Inseguimento con le supercar dentro Roma pura fantascienza, ma grazie Marino per avercelo regalato. La Meloni chi c’è porta? Califano? Sarebbe un miracolo itagliano!

Sarà stata la pajata o la statua del Belli, ma sto Bond ha uno spirito ironico unico. Il duetto comico con Q parlando di gatti e mutui, oppure il buttafuori al convegno romano di supercattivi del tipo “ah splendido ndo cazzo vai?”, “Sono Mickey Mouse, vado ndo cazzo me pare”. Poi immaginatevelo che lo sgamano, più semplice che pizzicà Tom Cruise all’orgia kubrickiana, ma lui è Bond, salta da una finestra, casca sulla macchina e scappa!

Piano piano si addensa un buco di sceneggiatura: bisogna trovà un modo pe fa trombà a Bond na bella gnocca per lo meno nata dopo Moonraker operazione spazio. Arriva in scena il vero bonus track di Spectre: Lea Seydoux. Ragazzi che strafica! (La tipa è nipote del tizio che è presidente del Lille e che quindi ha avuto tra i suoi dipendenti Digne e Garcia, altri che sei gradi di separazione). Capisco perfettamente che per la seconda volta in quattro film, Bond si innamora.

A questo punto, confesso, mi sono slogato la mandibola a suon di sbadigli. Spectre è molto parlato, tutto il film è mosso da un’angoscia: il mondo che cambia, nuovi strumenti da utilizzare che attaccano i nostri diritti e le nostre libertà. Bond sembra un retaggio del passato, ma malgrado il suo essere una machina per uccidere, la sua umanità risiede nel discernimento della possibilità di non uccidere. Il mondo che cambia di Bond è il nostro, dove tutto è precario, non c’è più niente di facile, niente è vero, niente è buono, Ralph Fiennes è sempre più stempiato. Per raccontarci questo, Sam Mendes in Spectre fa scelte visivamente meno spettacolari rispetto a Skyfall, le stesse scene di azione sono molto più vicine ai film anni Sessanta – alcuni momenti li richiamano apertamente – ma non è nostalgia, è una scelta stilistica: Mendes mette in scena un melodramma lirico solo apparentemente ambientato nel nostro tempo, per mettere in evidenza le linee di rottura, dove i nostri valori, le nostre parole e i nostri eroi non reggono piu la pressione che cresce. In questa nobile ermeneutica della sua opera d’arte, noi se rompemo le palle.

Sti firme de Bond tutti sul mondo che cambia e l’ansia del futuro, ma le certezze della vita sono altre. Che appena uscito dalla proiezione stampa di Spectre ho incrociato sul lungotevere un Ferrari marrone. Cosa potevo fare? Ho ingaggiato duello. Ammazza quanto è zozzo er Tevere. Poi a casa mia ho visto Le Iene e loro dicono che il futuro è vicino ed è #escile.

fightclub** Ragazzi, state commettendo un grosso sbaglio.

2 pensieri riguardo “Spectre, Daniel Craig, Monica Bellucci e l’Aston Martin dentro il Tevere (spoiler ma piccolino) Lascia un commento

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