Amsterdam, recensione
Amsterdam è il film di David O. Russell con Christian Bale, Margot Robbie e John David Washington: tre amici si ritrovano mentre sfuggono a un’accusa ingiusta e finiscono per sventare un mega complotto.
Io penso che David O. Russell goda di una stima e di un credito assolutamente ingiustificato. I suoi film sono sempre riusciti a metà, il tentativo di essere i Coen, ma senza il loro coraggio di seguire fino in fondo il sentiero dell’assurdo, lo sforzo inane di tenere insieme un super cast, sentendosi Robert Altman, ma riuscendo solo a essere un Russell qualsiasi. Russell nome comune di persona che vuole credersi speciale.
Dispiace che Amsterdam sia un altro tentativo a metà, una sarabanda di situazioni mezze divertenti e mezze serie da cui dovremmo tirare fuori mezzo senso della vita o almeno mezzo bicchiere di gin per farcelo andare giù nel torpore di una sbronza.
Anni Trenta, Burt (Christian Bale) è un medico storpio e un occhio finto che lavora a Park Avenue, ma invece di prescrivere aspirine per un compenso spropositato ai ricconi di Manhattan preferisce preoccuparsi dei reduci della Prima Guerra Mondiale e dei loro problemi di salute con arti menomati e organi lesionati. Lui stesso ha lasciato sui campi di battaglia europei alcuni pezzi di sé e, dopo essere stato ferito, trascorse la degenza in un ospedale belga, stringendo una grande amicizia con il commilitone Harold (John David Washington) e con la bella infermiera Valerie (Margot Robbie). Ad Amsterdam trascorsero insieme il periodo più bello della loro vita. Nessuno lo dice, ma è così, è una di quelle cose che non si dicono, come quando gli uomini non parlano di sentimenti tra di loro, ma capiscono, e invece le femmine devono dirsi tutto. Burt si separerà da Harold e Valerie solo a causa del desiderio di tornare a casa dopo la guerra. Persa di vista Valerie, Burt lavora con Harold (eh sì, Bruce Wayne insieme al Protagonista di Tenet), un investigatore privato che occasionalmente ha bisogno di un medico per un’autopsia veloce. Proprio questa è l’occasione di conoscere Taylor Swift – non la cantante, ma la cantante che interpreta la figlia del capitano del loro reggimento morto improvvisamente.

Sarà proprio dopo l’autopsia che Burt e Harold saranno coinvolti in un assassinio e accusati di esso. Ora devono scoprire chi li ha incastrati e sulla loro strada ritrovano Valerie. L’indagine si scontrerà con gruppo di nazisti americani, alcuni di essi, Rami Malek, hanno con l’altarino di Hitler e Goring in salotto. Io è da Bohemian Rhapsody che penso che Malek sia un nazista dell’Illinois, solo un nazista si sforza tanto per rovinare qualcosa di bello. Per fermare Freddy Mercury nazista, Harold, Burt e Valerie collaboreranno con un irreprensibile reduce della Prima guerra mondiale, il generale Gil Dillenback, interpretato da De Niro col monocolo e il pannolone. Non ho niente contro i pannolini e i pannoloni, sia chiaro, un giorno forse ne avrò bisogno anche io, soprattutto se dovrò lavorare con Margot Robbie al mio fianco.

In Amsterdam ce ne è abbastanza per due film, forse tre; il cast è incredibile; oltre ai già citati abbiamo: Michael Shannon, Anya Taylor-Joy, Zoe Saldana, Chris Rock senza le cinque dita di Will Smith sulla faccia, Mike Myers, Andrea Risenborough e forse qualcuno mi scordo.
Il problema di Russell è quando tenta di apparire alternativo, originale, si inventa trucchi visivi e vuole disperatamente salire velocemente le scale dell’edificio che sta costruendo, ma obiettivamente gli manca il talento e anche l’umiltà e francamente penso che sia talmente inorgoglito dai cast che mette insieme che perde tantissimo tempo in primi piani zoommati e insistenti per far intendere allo spettatore “ao! Hai capito chi è quest*?” (si con l’asterisco, Russell è uno dei quei tipi che pensa con schwa).
Amsterdam è lungo, interminabile, prolisso, gira a vuoto, gioca con la Storia come Tarantino con i piedi di Margaret Qualley, senza il coraggio di morderli o farsene una ragione. Solo una cosa rimane: la luce che emana Margot Robbie in ogni singola inquadratura.
** Ragazzi, state commettendo un grosso sbaglio.
Categorie