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The Good Nurse – recensione

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Disponibile su Netflix, The Good Nurse è il film con Jessica Chastain e Eddie Redmayne sull’incredibile storia vera dell’infermiere serial killer Charlie Cullen.


The Good Nurse è il film in cui Jessica Chastain interpreta Amy Loughren, tutto fascino e sex appeal dedicato a un’infermiera malata di cuore nei primi anni 2000, che oggi bada a pazienti e nipotini in quel della Florida. Cosa ha fatto Amy per meritarsi tale onore? Ve la immaginate Amy che gira oggi tutta tronfia nel suo buen retiro in Florida, mentre bada alle nipotine, pensando “ah quanto sono figa, io sono Jessica Chastain”?

Amy è l’involontaria protagonista della vicenda criminale di Charlie Cullen, infermiere condannato per l’assassinio di 29 pazienti, ma si sospetta fossero più di 400, manomettendo le sacche di fisiologica. Perché ricordate, nella fisiologica nessuno si accorge se l’hai alterata con dell’insulina. Amy parlò con la polizia e aiutò a smascherare il serial killer. Il vero villain di The Good Nurse non è Charlie, ma le aziende ospedaliere che, per evitare problemi e denunce, insabbiavano i sospetti omicidi e si limitavano a licenziare Cullen; l’infermiere così cambiava ospedale e ricominciava da capo.

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«E tutte le mascherine svaniranno, come insulina nella fisiologica»

La storia di Cullen ancora più inquietante perché l’infermiere è un pacifico e inoffensivo individuo che sembra più subire la vita, piuttosto che azzannarla. Diventa subito amico di Amy, confidente, spalla sicura a cui affidare le insicurezze.

The Good Nurse si trasforma in un film in cui tutto si muove sul delicato confronto tra psicologie, il lento insinuarsi nelle dinamiche criminali di Cullen, mentre la nostra protagonista combatte con il suo cuore debole, il rischio di perdere il lavoro che ama, le due figlie e una vita difficile con poche soddisfazioni, in cui l’amicizia con Charlie sembra essere l’unica gioia.

Non è un caso che The Good Nurse sia stato affidato a Tobias Lindholm, che si era fatto le ossa dirigendo alcuni episodi di Mindhunter e cresciuto al fianco di Vintenberg, sceneggiando Il Sospetto e Un altro giro. Lindholm separato da una sola lettera dal più grande allenatore di tutti i tempi, Liedholm.

Ancor di più sono importanti gli attori. Se Chastain mai non è più una sorpresa per l’intensità degli sguardi a cui la maternità sembra aver aggiunto una dimensione emotiva importante, la sorpresa è Redmayne, al suo primo ruolo di cattivo, perfetto casting per una persona apparentemente per bene e che salutava sempre, ma che amava giocare a fare dio, decidendo a caso chi vive e chi muore. Non aiuta il fatto che il vero Cullen non abbia mai spiegato le sue motivazioni, così i nostri eroi brancolano nel buio e non sanno dove andare a parare: prendersela col sistema? Con Cullen? Nell’indecisione sceneggiatori e regia restano a metà strada e The Good Nurse manca di incisività e resta niente più di un buon passatempo per un paio di ore.

PS: Facciamo una petizione per consentire a Noah Emmerich di interpretare anche qualche altro ruolo oltre a quello del poliziotto. In questa categoria non ha competitor.

in bruges**½ Non sei andato malissimo ma neanche troppo bene… come il Tottenham

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