El Camino: ciò che è necessario
El Camino non è l’automobile con cui Jesse Pinkman fugge, urlando nell’ultimo episodio di Breaking Bad: El Camino è la strada che un uomo deve percorrere prima di capire chi sia e finalmente cambiare.
El Camino è il motivo per chiudere i conti con il passato, perché in fondo il passato non chiude mai con te, ma Vince Gilligan non ci sta, ci prende per mano e ci mette ancora una volta davanti alla tv per chiudere il cerchio dell’esistenza di colui che ha occupato per 5 stagioni il posto del passeggero nell’avventurosa corsa della vita di Walter White.
E forse Aaron Paul potrà prendere confidenza con il resto della sua vita e realizzare che Breaking Bad è stata la cosa più straordinaria che potesse capitare a un attore medio come lui e decidere di firmare autografi alle convention.
Lo ritroviamo pochi minuti dopo la conclusione di Felina, 62esimo episodio della saga, in questo che, a tutti gli effetti, è il 63esimo: non è solo la storia delle 48 ore successive alla liberazione di Jesse, che è costata la vita a Heisenberg (eh sì, il boss della metanfetamina del New Messico è proprio morto o almeno così sostengono i telegiornali locali). El Camino di Jesse Pinkman non è un’automobile, ma un viaggio, il percorso per uscire dalle ferite del passato, vendicare la prigionia dentro una gabbia a opera dei nazisti del New Mexico, venire a patti con la presenza ingombrante di un mentore, spesso anche carnefice, e dialogare con i fantasmi, spesso terribili o indelebili, della sua esistenza.
El Camino è un western: un uomo in fuga cerca una via di salvezza, braccato; gli serve il denaro, i maledetti soldi che sono stati il motore degli eventi di Breaking Bad. Durante el camino… ops… il cammino, trova di fronte delle prove da superare per sopravvivere, dovrà rivivere i suoi traumi, superarli e finalmente cambiare: l’irresoluto Jesse, il pavido Jesse, l’insicuro Jesse, Jesse il bluff, Jesse il debole, Jesse il piagnone, a volte Jesse l’idiota, solo in un modo potrà sopravvivere: cambiare il modo in cui ha vissuto la sua vita fino a quel momento.
Jesse chiude i conti con tutti: con la sua vecchia “brigata”, con Skinny Pete che lo definisce “il mio eroe”, con chi ha determinato i suoi ultimi orribili mesi di vita e con i fantasmi del passato.

El Camino ha la solita narrazione chiara e pulita di Gilligan, il solito mistero di come ogni piano finisca sempre con il rivoltarsi verso il suo esecutore. Quelle di Breaking Bad sono sempre state piccole storie di spacciatori e piccoli boss di una città alla periferia degli Stati Uniti, cuori e bocche da sfamare in villette tutte uguali, storie di utilitarie, pizze da ordinare, famiglie in cui ogni mattina è cucinata la colazione, bacon vegano, figli menomati, Gilligan è portatore di un valore e di un messaggio universale: ogni piano è destinato a fallire, ogni sforzo per eccellere porterà con sé dolore e sangue, ogni soluzione spezzerà il problema in 10 altri rivoli velenosi e virulenti, ogni cosa ha un costo e non è mai, mai, mai illuminata.
Le due ore della puntata speciale di Breaking Bad – non “A Breaking Bad movie”, chi non è fan lasci ogni speranza sul telecomando della smart tv – sono state come ritrovare un vecchio amico con cui bere una birra e avere gli aggiornamenti su come è andata a finire la storia con quella tipa stronza (“dove cazzo eri finito?” – “eh sai mi teneva chiuso dentro casa a cucinare droga”) o avere notizie di quel fattaccio brutto. El Camino ci rassicura, ci accoglie con un caldo abbraccio e ci dice che va tutto bene e che, quell’amico per cui eravamo preoccupati, quello piagnone, un po’ stupido, sempre nei guai, è cresciuto e sta bene. Ora, in un mondo congelato, troverà la pace e prenderà in mano il timone della sua esistenza, non urla più in auto, ma guida tranquillo.
El Camino è un lungo percorso che ci fa ritrovare amici ed eroi. Se non è necessario questo non so proprio cosa lo sia.
Rieccomi! Aaron Paul ha spaccato anche in Welcome home: l’hai visto?
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Noooooooo
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Perché la moltiplicazione delle O?
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Nun è possibile! Te sbajiiiiiii😂
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