Joker, considerazioni non richieste
Pensavo che la mia vita fosse una tragedia, ma ora capisco che è una cazzo di commedia. Arthur Fleck
Una storia di malattia mentale, solitudine, disagio sociale, una origin story, un atto di accusa politico: è Joker di Todd Phillips, la storia di Arthur Fleck e della sua impossibilità di scopare. E in effetti nella fragorosa assenza di Batman, questo Joker senza antagonista, che non si vede mai, se non nel volto spaurito di un Bruce Wayne ragazzino, è come fare l’amore senza coito, come un orgasmo asciutto, un matrimonio bianco.
Arthur (così Joaquin Phoenix avrebbe voluto intitolare il film) vive con la madre malata nei budelli miserabili di una Gotham City strozzata dai miasmi dell’immondizia che nessuno raccoglie a causa di uno sciopero dei dipendenti della nettezza urbana (Raggi stai guardando?). La città è attraversata da un’elettricità malefica trasportata dalla puzza, alimentata da povertà, disoccupazione ed élite sempre più ricche e sempre più impegnate a godere dei frutti del loro sprezzante potere. Con Gotham sempre più degradata, chi può salvarla se non Thomas Wayne, il quale si candida per la carica di sindaco? Abbiamo imparato a conoscere l’imprenditore, filantropo e benefattore in 80 anni di fumetti, serie tv e film, qui ha i contorni taglienti e sprezzanti più di un novello Trump che di Obama, un figlio privilegiato dell’élite che opprime il popolo, e a cui il popolo fa anche un po’ schifo.
Ecco cosa può succedere nelle nostre democrazie malate, dove ai margini si annidano coloro che possono dar loro il definitivo colpo di grazia. È molto politico questo Joker, ma è anche molto bello, ricorda Taxi Driver e Re per una notte, mentre nelll’Arthur Fleck di Phoenix riecheggia L’Uomo senza sonno di Christian Bale.
Tra i riferimenti che spesso sono mancati in questo Joker va citato assolutamente V per Vendetta. Come V, Joker diventa un simbolo di ribellione, ma suo malgrado: se V ha ispirato certo movimentismo degli ultimi anni, Joker sembra scongelarne il lato oscuro, perverso, con le masse che aspettano solo una scintilla per lasciar divampare l’incendio che distrugga la casa (come non ricordare Heath Ledger che esclama “voglio mandare un messaggio: tutto brucia”).
In un contesto in cui tutti vogliono indossare la maschera del Joker (e recensirne il film… HA HA HA), per protestare ma anche per delinquere, qui, in questo momento, Joker è libero, è come tutti gli altri, finalmente, la pazzia ha preso definitivamente il sopravvento (il potere? Raggi stai ascoltando?) e lo vediamo saltellare allegro mentre la Swat di Gotham gli corre accanto per sedare altrove gli scontri.
Il lato peggiore della malattia mentale è che la gente vorrebbe che tu ti comportassi come se tu non la avessi. Arthur Fleck
Tutto ciò si scarica nel corpo e nello spirito di Arthur, aggredito in strada, in metropolitana, vittima, agnello, emarginato. È malato lui stesso, improvvisi scoppi di riso, che non corrispondono al suo stato d’animo, lo rendono uno strano, un difficile. Il corpo è ferito, lesionato, piegato, ma teso e ancora efficiente. Arthur vuole diventare un comico, ma lavora come clown per strada. Come scritto, Arthur nun scopa e questo è il problema più grosso, inizia a nutrire strane fantasie sulla vicina di casa – te credo, è Zazie Beetz. Il testosterone accumulato gli causa strane visioni e inizia a pensare che, invece di curare la malattia, deve non curarsi della malattia. Il bruco diventa crisalide, la crisalide farfalla, la trasformazione è completa.
Joker e Phoenix e Phoenix è Joker, fagocita tutto e chi gli sta intorno è una comparsa, un battito di ciglia, ma non passa inosservato: Glenn Fleshler, nei panni del clown collega di Arthur, Bill Camp (l’ispettore Garrity), ovviamente Robert De Niro, Brett Cullen è un Thomas Wayne pieno di oscurità. Wayne… alla fine i riferimenti a Batman ci sono: papà Wayne, Bruce fanciullo, si vede anche Alfred che offre un paio di inquadrature piene di composta dignità, fa strano però vederli così, in nuce, senza possibilità di dispiegare il loro potenziale, ma è meglio così, che Joker resti Joker.
***** A volte c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla…
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La battuta su Zazie Beets mi ha fatto pisciare dalle risate! 🙂
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