Independence Day – Rigenerazione: 20 anni dopo e trenta chili di troppo
Independence Day: Rigenerazione inizia seguendo la seconda stella destra e poi dritto fino al mattino, agli alieni cattivi che venti anni fa ci vennero a fare il sederino a strisce arriva il segnale di aiuto dei loro colleghi che Will Smith prese a calci gridando “Benvenuto sulla Terra!”, con le sue cazzutissime battute e i suoi sigari, e Jeff Goldblum sconfisse grazie a un’illuminazione vedendo suo padre starnutire che manco Newton sotto il celebre albero. “Un virus… Potremmo fargli venire un raffreddore”.
Independence Day: Rigenerazione arriva dopo 20 anni dopo uno dei film più amati degli anni Novanta, un’orgia di esplosioni, discorsi storici, battute divertenti, la Casa Bianca che esplode, un cane che si salva da un’onda di fuoco entrando in uno sgabuzzino e chiudendo la porta con la coda mentre vola sopra quattro automobili, Will Smith che prende a calci nel sedere gli alieni, Will Smith che guida un’astronave nello spazio e Will Smith che vive con una spogliarellista che si chiama Vivica Fox.

Ecco, la metafora per raccontare Independence Day: Rigenerazione è proprio Vivica Fox: nel primo film, spogliarellista dal corpo perfetto, in cui ogni curva faceva volare a velocità curvatura la fantasia che nel sequel è ingrassata almeno 30 chili e indossa un camice perché è diventata un medico. Il problema di Independence Day: Rigenerazione è proprio che, mentre il primo era naif e ingenuo ma efficace, sexy ed emozionante, il seguito è appesantito da dover replicare quel successo, ci pensa troppo su, indossa il camice; un po’ fa come Star Wars – Il Risveglio della Forza: un sostanziale remake, ripercorrendo i momenti topici del primo capitolo ( tipo la frase “Tesoro, voglio che tu faccia le valigie e te ne vada da tua sorella” o l’attacco di rappresaglia che va sempre a finire in malora) per far fare la hola al pubblico di fan probabilmente troppo cresciuto per analizzare logicamente ciò che sta vedendo. Esattamente come me. Independence Day: Rigenerazione è più grosso e ripete con zelo i momenti clou del primo, senza naturalezza o ispirazione, diverte, ma la metà, perché vedere sopra la Terra un’astronave grossa come tutto l’Oceano Atlantico non ti attizza come Vivica… ops le astronavi che si posizionavano sopra le capitali del mondo con il loro conto alla rovescia prima di far esplodere tutto e tutti.

Vivica ha 30 chili di troppo addosso e 20 anni in più, Will Smith è morto, ma c’è uno splendido ritratto che lo immortala alla Casa Bianca e il dottore matto che nel primo film era morto strangolato da un alieno in verità è solo in coma e in 20 anni nessuno gli ha tagliato i capelli, ma gli hanno regalato un sacco di piante.
Ritornano tutti (o quasi): detto di Smith, la notizia è che il figlio del suo personaggio non è interpretato da uno dei figli di Will Smith, ma da Jesse Usher, uno nato il 29 febbraio di una manciata di anni fa e che, probabilmente, nella vita non potrà fare mai niente di meglio. Whitmore (Bill Pullman) è un vecchio presidente emerito, venerato da tutto il mondo ma mezzo matto come Ratzinger, perché l’esperienza telepatica con gli alieni ha fritto il suo cervello, ma non manca di regalare un bel discorso da tramandare ai posteri. Jeff Goldblum ovviamente c’è perché non ha proprio niente altro di meglio da fare prima di una qualche serie tv. Prima o poi. Per la mia felicità c’è anche il padre di Goldblum/Levinson, Judd Hirsch che imparai ad amare nella serie Taxi e sostanzialmente serve solo a guidare un pullman (non Bill, proprio un pullman) di ragazzini sperduti nel deserto.
L’unica idea nuova è la sequenza del “corpo a corpo” tra i piloti atterrati nell’astronave madre braccati dagli alieni. Poteva essere sviluppato meglio e per più tempo, almeno per provare a dare qualcosa di diverso al pubblico, cosa che, a dire il vero, a Emmerich non è mai riuscita troppo bene.
Il vero effetto speciale è la figlia di Whitmore, Patti, interpretata da Maika Monroe che avevo visto in Bling Ring e oggi è ancora più bona. Mi ricordo ancora quando, nel 1996, il mio amico Angelo mi disse “Sta figlia del presidente… Secondo me viene su bene”. Ecco, è venuta su benissimo!
C’è anche il fratello di Thor, Liam Hemsworth e cinque giorni dopo aver visto il film non ho capito esattamente a cosa serve.
E la migliore battuta di Independence Day: Rigenerazione è…?
Non è stata fortuna l’ultima volta. Ma la nostra risolutezza. Dobbiamo combattere fino all’ultimo respiro. E questo ci porterà alla vittoria. (Presidente Whitmore)
** Ragazzi, state commettendo un grosso sbaglio.
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