Jung_E: recensione, migliori frasi e citazioni
Jung_E è il film fantascientifico di Yeon Sang-ho, autore tra gli altri di Train to Busan, Hellbound e Psychokinesis, disponibile su Netflix.
Jung_E inizia che sembra il prologo di Terminator, con una soldatessa che massacra robot armati fino ai denti. La tipologia dello scontro ricorda un videogame e in effetti siamo dentro una simulazione. Inizia così, con l’azione, Jung_E, il film di Yeon Sang-ho, che tra gli altri in passato ci ha regalato Train to Busan, Hellbound e Psychokinesis. Ricorda il prologo di Terminator questo film di 100 minuti. La durata potrebbe apparire come una buona notizia, se non fosse che Yeon trascorre i 30, quasi 40 minuti successivi a spiegarci il contesto politico, climatico e morale di questa Terra del futuro quasi morta annegata con l’umanità costretta a fuggire nello spazio. Uomini e donne si trasferiscono a vivere nelle stazioni orbitali, ma a tre di esse gira il boccino e decidono di separarsi dalle altre per fondare la Repubblica Adriana. Pare Gundam eh? Come in Gundam scoppia un conflitto durissimo.
Insomma con queste premesse Jung_E potrebbe davvero spaccare l’algoritmo di Netflix e invece Yeon si incarta. Scopriamo che la soldatessa di cui sopra, chiamata proprio Jung_E, altro non è che la replica di una eroina della guerra, le è stato clonato il cervello per inserirlo nel corpo di metallo e ingranaggi di un androide per creare un super soldato. La scienziata a capo del progetto è sua figlia, Seonyun, e la sequenza di battaglia di cui sopra altro non è che il test, ripetuto all’infinito, per verificare se l’operazione di importazione in un replicante abbia avuto successo. E qui siamo in zona Edge of Tomorrow. Vivi. Muori. Ripeti.
La parte centrale è visivamente molto impattante: la ricostruzione del futuro è altamente spettacolare, si vedono i tanti piccioli spesi per creare digitalmente un pianeta Terra dove gli oceani si sono innalzati e sopra le rovine del passato si innalzano gloriose costruzioni per affermare la parziale vittoria dell’Uomo sulla Natura e sulla morte. Scopriamo un mondo in cui ormai è possibile clonare il cervello umano e dove i soldi, ovviamente, fanno la differenza; a seconda di quanto puoi spendere, il tuo cervello può essere clonato in tre modi differenti. Per i meno abbienti, le strade si riducono sostanzialmente a cedere i “dati” contenuti nella loro mente alle multinazionali della clonazione, che potranno fare con tutti i loro ricordi e le loro conoscenze tutto ciò che vogliono.
Si gioca qui la parte più interessante di Jung_E: Seonyun vede sua madre rinasce e morire ogni giorno, ma è il male minore. Il progetto scientifico sta per essere abbandonato perché la guerra è giunta alla fine, Jung_E sarà riciclata come “strumentazione di piacere”, insomma tipo Pris in Blade Runner, una prostituta, una sorta di bambola gonfiabile con le sembianze di un simbolo nazionale per il trastullo di sfigati, nerd e disperati. Ciò chiarisce anche il destino di Seonyun: malata terminale di cancro, le è offerta la possibilità di clonare la propria mente, ma con lo stesso rischio del genitore.
Tra dilemmi morali e ironia sul destino delle proprietà intellettuali – chissà se nelle intenzioni c’è una ben celata ironia sul destino delle IP più importanti di Hollywood –, si giunge allo showdown finale con tanto casino in cui si riesce a fr spuntare l’unica considerazione originale all’interno del dibattito zoppicante sulla clonazione: il clone non sarà mai come l’originale, sarà qualcos’altro, ma non saremo mai noi. Triste eh? La vita resta un’esperienza unica. Ma del resto vale per ogni vita.
Migliori frasi e citazioni di Jung_E
Magari, doveva andare così.
Non si spara alla testa.
Lui non è me. È un arnese a nostro servizio come un braccio meccanico
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