Serial & Co(cci) Daredevil, la seconda stagione
Che cos’è?
La serie che c’è del marcio a New York tutto dentro una buca profonda profonda fino al pavimento.
Cosa è successo?
In città c’è un nuovo matto. Un tizio sta massacrando a colpi di armi automatiche le gang di New York e non è Martin Scorsese o tanto meno Daniel Day-Lewis. Si tratta di un ex marine che ha perso la sua famiglia in uno scontro a fuoco tra bande. L’uomo cerca giustizia ma usa sistema un po’ estremi. C’è chi dà la colpa a Daredevil (Charlie Cox) per la escalation di vigilantes che vogliono farsi giustizia da soli. Il diavolo di Hell’s Kitchen si mette sulle tracce dell’uomo, è preso prigioniero e poi è lui a catturare l’uomo, che si chiama Frank Castle (Jon Bernthal). Lo cattura e lo consegna alla polizia di New York, ma poi praticamente costringe Foggy e Karen a difenderlo in tribunale.
L’uomo sembra già condannato, ma Foggy si batte come un leone, da solo, perché Matt è stato distratto da Elektra, una sua ex che lo convince a indagare nei libri contabili di una potente multinazionale che altro non sarebbe che una copertura della Yakuza per infiltrarsi a New York.
La battaglia di Foggy (Elden Henson) e Karen (Deborah Ann Woll) termina quando Castle è convinto da Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) a confessare per farsi incarcerare: infatti, tra i reclusi del penitenziario c’è qualcuno coinvolto nella strage della sua famiglia. Si tratta di un rivale di Fisk nel controllo del carcere. Una volta in prigione, Castle uccide l’uomo poi è lasciato fuggire da Fisk il quale vuole che continui la sua campagna contro i cartelli criminali rivali di Hell’s Kitchen in modo da potersi riprendere la città una volta tornato in libertà.
Intanto, le indagini di Elektra e Daredevil li conducono a un nuovo nemico: La Mano, un’organizzazione di ninja immortali che cerca l’arma definitiva per il controllo del mondo: Black Sky. Per farlo, apparentemente, sta scavando un enorme buca nel cuore di Hell’s Kitchen. Elektra (Elodie Yung) sta lavorando per Stick (Scott Glenn) il quale è a capo della fazione rivale, I Casti che tenta di fermare i piani della Mano. Una lunga sequenza di scontri tra Daredevil, Elektra e Stick, da una parte, e una miriade di ninja tra cui il redivivo Nobu, dall’altra, ci accompagna alla conclusione, quando, dopo un flashback alla scoperta delle origini dell’eroina Elektra, arriviamo allo show-down e le rivelazioni: in realtà Elektra è il Black Sky, l’arma che consentirebbe a La Mano di controllare il mondo, ma per amore di Matt/Daredevil lei accetta di combattere la setta. Alla fine muore, come la Nelson&Murdock che non regge il peso dell’esplosione della dicotomia tra la vita di giorno di Matt e le sue attività notturne: Foggy trova un nuovo lavoro molto ben pagato con un capo di sicuro fascino, Carrie Ann Moss. Karen si scopre giornalista e prende l’ufficio di Ben Urich al Bulletin.
Come è stato?
Daredevil è un eroe che vive soprattutto di notte, alla fioca luce che cerca di illuminare le sudici strade di Hell’s Kitchen. Non sono fioche le luci di questa seconda stagione ma alcune ombre si sono allungate sulle trame e le scelte della writers room.
Il Punitore è una delle luci della seconda stagione di Daredevil, grazie a un casting eccellente: Jon Bernthal non interpreta, lui è Il Punitore. Il suo personaggio brilla di luce propria e le scene di azione più belle delle 13 ore della seconda stagione di Daredevil sono le sue, con rare eccezioni. Questo perché – ed ecco le ombre – il nostro eroe cieco è impegnato per gran parte delle 13 puntate a prendere a calci nel sedere un’orda indistinta di ninja, con una serie di combattimenti che hanno messo a dura prova la fantasia dei coreografi, ma di cui si poteva fare a meno: dopo il 115mo ninja massacrato a calci, francamente non ne potevo proprio più. Ciò conduce all’assenza, parziale, di un cattivo impersonato da una figura carismatica. La Mano è un’entità spersonalizzata, i suoi esponenti principali sono poco più che dignitari di una corte di cui non si vede il re, l’unico con carisma è Nobu che compare verso la fine. Ecco perché, quando Wilson Fisk ha fatto il suo ritorno trionfale sulla scena, la serie ha ripreso colore, l’arancione della tuta da carcerato di un Vincent D’Onofrio sempre più monumentale. La scazzottata in prigione con Matt Murdock, venuto a interrogarlo nei panni dell’avvocato ovviamente, è uno dei momenti più esaltanti della stagione.
Il plot di Elektra si è consumato in un continuo “I can’t live with or without you” fino alla conclusione, quando, una volta scoperto che la donna era effettivamente il Black Sky ed intrappolata lei e Daredevil senza via di fuga, a La Mano sarebbe bastato uccidere Daredevil e riprendersi la loro arma e, invece, uccidono Elektra mentre Daredevil li prende per l’ennesima volta a pizze in faccia. Poi, dopo che per sei o sette episodi ci era stato spiegato che La Mano possiede il segreto di riportare in vita i propri adepti, cosa fanno Stick e Matt con il corpo di Elektra? Lo seppeliscono! Capisco tu sia cattolico Matt e che sia meglio ammazzare Nobu, ma non violare il doveroso rispetto per un cadavere, ma era tanto difficile immaginare che La Mano avrebbe rubato il corpo per resuscitarlo? Be’ è esattamente quello che accade.
Ho amato la capacità di Daredevil 2 di trasformarsi ogni 3-4 episodi: prima la storyline sul Punitore; poi un legal con il tentativo da parte della Nelson&Murdock di salvare Castle/Punitore dalla pena capitale o il carcere a vita; la vicenda legata al procuratore generale di New York nel frattempo è cresciuta la storia tra Daredevil-Elektra-Stick-La-Mano con il ritorno in scena di Fisk.
Altre considerazioni sparse
La bromance tra Foggy e Matt sembra finire. Come la storia appena iniziata tra Karen e Matt, travolta dall’improvvisa apparizione di Elektra. A proposito Matt, Karen era pronta, disponibile e consenziente e tu? La inviti a cena e rifiuti l’invito a salire a casa sua? Va bene che sei un santo, però qui si esagera…
A questo proposito il cazziatone che l’infermiera Claire (Rosario Dawson) fa a Matt è esemplare:
Ehi, San Matthew. Basta con l’autocommiserazione. Sai, abbiamo medici che se ne occupano, poliziotti, tecnici di laboratorio. Non sei l’unico a Hell’s kitchen che si preoccuoa di ciò che sta succedendo. Hainun aspetto ortibile, sai? E te ne stai qui a gelarti il culo e a fare il cane da guardia, quanto tutto ciò che ti serve è una dormita.
C’è un bel inseguimento in auto, una novità per una serie incentrata su un protagonista non vedente e sul suo mentore cieco più di lui.
Karen sa pure forzare una serratura. Può essere di aiuto in un gioco erotico… Sai di quelli che lei ti entra dentro casa e ti prendere nel sonno? Usa anche una pistola esemplare, una .380, parola de Il Punitore.
Quel che è certo è che Karen non è in grado di scrivere un articolo: l’incipit che leggiamo alla fine del 13mo episodio fa pena. D’altra parte, lei ha sviluppato una straordinaria capacità nel ficcare il naso, ma non sembra abbia mai scritto qualcosa di diverso dalla lista delle spesa. Cosa fa il caporedattore del Bulletin, evidentemente arrapato? Le affida il pezzo più importante del giornale della domenica.
Tra le scena da ricordare: il piano sequenza in cui Daredevil corca duecento nemici scendendo le scale di un palazzo e il salvataggio volante di Claire lanciandosi da un tetto come manco Batman.
La citazione
Daredevil ha fatto da vigilante nel nostro giardino e noi lo abbiamo applaudito, me compresa e non ci siamo mai fermati a pensare che le sue azioni potessero spalancare le porte a uomini del genere, uomini con le armi da fuoco, uomini che pensano che la legge gli appartenga. (Karen, ep. 2×2 Dogs to a gunfight)
Sai cosa penso di te, eroe? Penso che ti piacciano i compromessi. Penso che non porterai a termine il lavoro. Penso che sei un codardo. Sai qual è l’unica cosa che non riesci a vedere? Sai che ti basterà una brutta giornata per diventare come me. (Il Punitore, ep. 2×3 New York’s Finest)
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