Fantastic 4 – Josh Trank è morto. Viva Josh Trank
Ho recuperato Fantastic 4 alcuni mesi dopo la sua uscita nelle sale e averne letto peste e corna in giro. Un flop clamoroso, sono volati gli stracci bagnati tra Josh Trank e l’attore che lui stesso aveva voluto ad ogni costo come il suo Reed Richards, Miles Teller (addirittura sembra che il primo volessi dare in pasto ai suoi i cani il secondo), mentre le ingerenze della Fox hanno portato a uno scontro ancora più aperto con il regista che la stessa casa di produzione aveva scelto.
L’ho visto e l’impressione è stata di essere di fronte alla puntata pilota di una serie tv, come se avessero deciso di togliere tutte le parti più difficili ed impegnative del film per fornire una versione ridotta e limitata per un pubblico televisivo da prime time. O peggio per teen, tenendo conto che la prima versione di Trank era lunga 2 ore e 20 minuti e che la Fox l’ha letteralmente cassata giudicandola “troppo violenta”.
È vero, i personaggi si muovono secondo pulsioni difficilmente comprensibili (dopo l’incidente, ritroviamo Ben, Sue e Johnny a lavorare per il governo, ma perché?), manca del tutto il legame psicologico con i super poteri che i quattro sviluppano e il film in sé, dopo un’ora e mezzo di visione, manca di qualsiasi cosa che potesse essere valsa la pena andare a vedere. Ad eccezione di vedere Kate Mara che batte furiosamente sui tasti della tastiera e vibra tutta, il che mi fa pensare al mestiere di segretaria che ha lasciato libero per una ragazza che ne ha davvero bisogno. Come quando spiega che lei è di origine kosovara, a me questa cosa ha fatto riderissimo, non so voi, io mi sono scompisciato dalle risate a pensare a lei, figlia di un magnate texano proprietario dei Dallas Cowboys, che interpreta una kosovara, chissà se lei se l’è immaginata profuga in Italia col balcone prima di arrivare negli Stati Uniti ed essere raccolta dal professor Storm. Se la guardate bene – e io l’ho fatto, credetemi – si possono contare le parrucche che ha cambiato tra i diversi re-shooting organizzati in fretta e furia e da cui Trank si è pure dissociato.
Tra l’altro, ricordo nel trailer una scena con un elicottero, ma nel film non ce ne è tracciata. Ed è un peccato che alla fine che non ci sia un Fantastic Four 2, perché hanno passato un’ora e mezza (senza pensare ai soldi spesi) a raccontarci come quattro pischelli (troppo giovani per essere già così fighi e intelligenti e interpretati da gente con troppi peli sul mento per darla a bere, perfino Kate Mara) nati in un qualsiasi posto degli Stati Uniti uguale a qualsiasi altro posto degli Stati Uniti sono diventati quattro supereroi e hanno dato pure il nome alla loro base; sforzandosi di inventarsi una cosa e allora hanno tolto le mutande a La Cosa, creatura fin da piccolo affetta da pesanti disturbi dell’autostima visto che casa sua è piena di cartelli luminosi con scritto il suo cognome, come se da un momento all’altro potesse essere colto da Parkinson fulminante e dimenticarlo oppure diventare una creatura enorme e fortissima composta di pietre di un pianeta sconosciuto.
Mentre ci poniamo questo interrogativi fondamentali, capisco che tutto ciò, tutti questi momenti, andranno perduti come lacrime nella pioggia.
Che poi vai a capire come Trank sia riuscito a fotterlo, pensando che Chronicle, la sua opera prima girata con due soldi, sia già di per sé un film sui Fantastici 4, molto migliore di questo.
*1/2 Male, signor Anderson. Sono deluso, molto.
Categorie