Visioni (di molto) successive/The Amazing Spiderman 2: ho amato odiarti
Avevo sentito parlar male di The Amazing Spiderman 2 ma non pensavo così male. E’ stato come vedere la Roma di questi ultimi mesi: lenta, imbolsita ma che spara le ragnatele. Le magagne so’ tante. Troppi villain da rendere patetici: la prima parte è spesa a ridicolizzare il personaggio di Jaime Foxx, pochi capelli unti spiaccicati sulla testa, sembra più Dustin Hoffman in Rain Man che un genio incompreso e bisogna riuscire a farne un cattivo credibile, il quale, malgrado tutta quell’energia nella punta delle dita (a proposito, nessuno ha trovato delle somiglianze con il Dottor Manhattan? Come si muove e vola, la capacità di smaterializzarsi. No?) non riesce a folgorare manco un micio, giusto qualche automobile; poi bisogna introdurre Goblin e l’amicizia di Peter Parker con Harry Osborn, il quale, quando si tramuta in Green Goblin sembra Theoden sotto l’incantesimo di Vermilinguo; c’è tutta la sottotrama sui genitori di Peter, bisogna far prendere qualche criminale all’Uomo Ragno e renderlo un adolescente con problemi sentimentali (“È complicato”, dice, forse mi è sfuggito l’aggiornamento di stato su Facebook). Ma almeno le scene di azione spaccano? Ni. In verità non sono efficacissime, abuso del rallentatore (ah è Marc Webb? Chiamatelo Mark Woo) e in alcuni casi si vuole fare troppo come nella scena madre in cui l’Uomo Ragno deve salvare una quindicina di persone e Webb ci porta dentro la scena, facendoci girare intorno a ogni oggetto, mentre nella sospensione temporale il ragno studia come salvare tutti. Il risultato è palesemente artefatto e finto. Non manca la scena in assenza di gravità, anche questa pessima. Nolan si sarà contorto nella poltroncina. E poi, diciamola tutta: hai Gwen/Emma Stone, uno dei più grossi pezzi di fica del pianeta, una che con lo sguardo ti uccide, e la cali dentro una frigida secchiona? E poi la ammazzi pure? Misscasting come quello di Andrew Garfield, che tutti sappiamo ha inventato Facebook ed è pieno di milioni, altro che Peter Parker che vende foto al Daily Bugle. I momenti migliori sono quelli con Emma Stone, dolce e forte, una parte scritta anche bene quella della giovane donna che pretende che nessuno decida al posto suo (anche se è una stronzata come quella di piazzarsi in mezzo a una scena di guerra tra un pazzo spara fulmini e un ragno acrobata), una preferenza sicuramente non influenzata dal fatto che avevo una grossa erezione nei pantaloni che allontanava il sangue dal cervello.
The Amazing Spiderman 2 è una delle tre cose che ho odiato di più ultimamente. Tranne Emma Stone. Certo, dovrebbe quanto meno uscire con me a cena per farmi riprendere dal trauma e sgrassarmi la bocca.
½ Perché, senza l’amaro, amico mio, il dolce non è tanto dolce.
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