Serial&Co(cci)/Game of thrones 5×2 The House of Black and White recap/Questo uomo non è Jaqen H’ghar
Questo commento segue alla visione in lingua originale del secondo episodio della quinta serie de Il Trono di Spade trasmesso su Sky Atlantic lunedì 20 aprile. Chi non l’avesse visto è pregato di tenersene alla gara o qualunque spoiler è a suo rischio e pericolo.
Che cosa è?
L’unica serie tv per cui c’è un hashtag #TeamDragonUnit.
L’unica serie tv per cui c’è un hashtag #TeamDragonUnit.
Che è successo?
BRAAVOS
Arya arriva a Braavos e guarda il titano. È sempre uno spettacolo. Il capitano della nave la scorta fino di fronte a un edificio rettangolare con un’enorme portale con le ante dipinte una di bianco e una di nero. Ciò già me la rende invisa, unita al fatto che la linea di narrazione di Arya almeno nei libri, perde qualsiasi interesse perché completamente al di fuori delle dinamiche principali per il Trono di spade. L’unico modo per giustificarlo è che la ragazzina diventi un killer infallibile e un giorno compaia dentro una coppa di vino per infilzare Cersei. Comunque, Arya bussa alla porta rubentina, apre un uomo, un mulatto vestito di un sudicio saio che una volta doveva essere bianco: l’uomo la caccia. In una sequenza alla Fight Club, Arya resta fuori la Casa del bianco e del nero con il sole, con la pioggia, di notte, ripetendo la sua litania, la lista delle persone che Aria vuole uccidere “Cersei, Walder Frey…”. Poi Arya si arrende e getta in mare la moneta di Jaqen H’ghar raffigurante un uomo senza volto. Nelle stradine di Braavos fa un brutto incontro, tre ragazzi la vogliono rapinare, Arya sfodera la sua spada, è pronta a combattere, ma alle sue spalle compare l’uomo dal saio sudicio e i tre fuggono. Arya segue l’uomo, sono di nuovo di fronte alla Casa del bianco e del nero. Lei chiede informazioni, chi lui sia. Il mulatto si toglie letteralmente la faccia e di fronte ad Arya appare Jaqen che le dice “Quest’uomo non è Jaqen H’ghar. Io sono nessuno”. Arya entra nel Fight club.
APPRODO DEL RE
Cersei ha ricevuto un pacco da UPS. Jaime è con lei, lo aprono e al suo interno c’è un serpente rosso (una vipera forse come il soprannome di Oberyn? Scusatemi non sono un esperto di rettili, in effetti non lo sono di niente ecco perché perdo tempo con un blog). Il serpente in bocca ha il ciondolo di Myrcella. È una minaccia che arriva da Dorne. Cersei e Jaime hanno una lite, tipo divorziati che discutono su chi è più genitore dell’altro. Ma il nuovo Jaime (che poi sarebbe quello vecchio, ma con un migliore ufficio stampa) promette di risolvere la faccenda. Il suo piano è introdursi a Dorne e riprendersi la figlia/nipote. “Come farai, senza una mano e da solo” lo deride Cersei. E la guardia del Re risponde “chi ha detto che andrò da solo?”. Infatti, Jaime si reca da Bronn, interrompendo il corteggiamento prematrimoniale alla chiatta Lollys in cui velatamente l’ormai ex mercenario prefigura una morte prematura alla sorella di Lollys che sarebbe destinata a ereditare. Come scrivevamo, Jaime interrompe i due, Lollys andrà in sposa a qualcun altro, ma Bronn avrà una ragazza piu bella e un castello più grande dopo che lo avrà accompagnato… In missione a Dorne aggiungiamo noi. Insomma una volta che sei in affari con i Lannister per sempre in affari con i Lannister, è come la malavita, non se ne esce mai.
Ma i dorniani non sono il solo problema di Cersei. Il consiglio del re è un campo minato. La regina madre pensava di poter governare in nome del figlio, ma se Lord Tyrell è mansueto e il nuovo Maestro delle spie è il fidato Qyburn, Picelle è recalcitrante ad accettare proprio Qyburn nel consiglio, mentre lo zio di Cersei, Kevan Lannister è un uomo proprio all’antica, come il fratello: per lui le donne devono stare a casa a sfornare figli e gestire la cucina, stirare e lavare glielo risparmia perché è un signore, ma figurati se permette loro di giocare a governare. Coerentemente Kevan annuncia che non resterà a prendere ordini da una femmina e se ne torna a Castel Granito.
DORNE
Come ampiamente annunciato, scopriamo Dorne. Capiamo subito che sarà la terra degli accenti a cazzo perché il principe Doran è interpretato da Alexander Siddig – il feroce Saladino (o salatino fate vobis) de Le Crociate di Ridley Scott – di origini sudanesi mentre Ellaria Sand è sempre Indira Varma, mezza indiana e mezza genovese (che è un po’ come se fosse mezza scozzese). Ellaria vuole fare Myrcella in tanti piccoli pezzi e inviarli uno per volta alla madre. Ma chi c’è veramente dietro l’invio del ciondolo con il serpente a Cersei? Il gioiello doveva essere molto caro a Myrcella e lei volontariamente lo avrebbe dato solo a una persona che le fosse molto cara. Nei giardini dell’acqua la vediamo corteggiata dall’erede al trono di Dorne, Trystane che le giura amore. Ammesso che il ciondolo non sia stato rubato alla ragazza, dietro potrebbero esserci le figlie di Oberyn, le serpi delle sabbie. Doran non è una testa calda e risponde per le rime a Ellaria “Qui non mutiliamo bambine”, il che sembra un passo avanti con l’andazzo di Westeros.
LA BARRIERA
Shireen insegna a Gilly a leggere e parlano del morbo grigio. Nel frattempo arriva la regina che fa il cazziatone alla figlia, ordinandole di stare alla larga dai Bruti perché potrebbero colpire lei per tentare di arrivare al re. Intanto, proprio Stannis fa il cazziatone a Jon Snow perché si è frapposto fra Melisandre e il rogo in programma all’ora dell’aperitivo. Poi, gli chiede nuovamente di prendere il posto del padre come signore di Grande Inverno dandogli il cognome del padre: Jon Stark, quello che il ragazzo ha sempre sognato, ma lui rifiuta. Perché essere uno Stark se puoi essere comandante di una truppa di elite come i Guardiani della notte? Altro che marines, si fotta la Guardia Repubblicana di Saddam e pure le amazzoni di Gheddafi. Il suo sponsor è Sam che organizza una campagna elettorale degna di Renzi. Con il voto decisivo di Aemon, uno che vorrei ricordare nun ce vede, Jon diventa comandante dei Guardiani della notte. Lo sconfitto, Ser Alliser, si preannuncia un grosso cazzo per il culo per Jon Snow.
NELLA VALLE
In una locanda, Brienne e Podrick incontrano Baelish e Sansa. Finalmente Brienne può fare il suo comizio per cercare di convincere Sansa ad accettare la sua protezione, Baelish riesce facilmente a smerdarla davanti alla ragazzina che, tra l’altro, sembra rincoglionita, ma ricorda perfettamente l’inchino di Brienne a Joffrey. Francamente la donna-guerriera mi ha fatto un po’ pena per come è stata annichilita dialetticamente. Non importa quanto rettamente ci comportiamo, ci sarà sempre qualcosa che i nostri nemici potranno usare contro di noi. Basta volerlo. Ditocorto chiede a Brienne di farsi accompagnare dai suoi soldati per tornare ad Approdo del re, ma è chiaro che voglia liberarsi della donna e del suo scudiero perché sanno troppo. Inizia la fuga tra i boschi. Brienne si salva e salva le chiappe anche a Podrick. Decide di seguire Sansa e Ditocorto, restia ad abbandonare la ragazzina nelle grinfie dell’uomo.
MEEREEN
Daario fa contro spionaggio e becca uno dei figli dell’Arpia. Nel consiglio dei saggi Barristan si batte per un giusto processo e ricorda a Dany come suo padre gestiva queste situazioni, con il fuoco e le torture. La regina decide per il processo e per il governo della legge malgrado le rimostranze di Mossador, il rappresentante degli ex schiavi, che vorrebbe mandarlo immediatamente a morte. Cosi decide di far da sè e ammazza il prigioniero, Daenerys lo giustizia. Scoppia una rivolta. Prima il popolo la invoca Mysha, Madre, poi dopo che la testa di Mosssor è rotolata in terra le sibila dietro come un serpente. Daenerys è costretta a fuggire sotto una pioggia di pietre, manco fosse un Joffrey qualsiasi. Durante la notte tutti i suoi cavalieri vogliono proteggere la sua porta. Anche Drogon che si fa trovare alla finestra della Madre dei Draghi, a sottolineare che anche lui veglia su di lei. Ma soprattutto che non vuole rinunciare a bersi una birra in città e vola via.
Come è stato?
Come The Wars to come, The House of black and white è stato diretto da Michael Slovis e sceneggiato dai creatori della serie, Benioff e Weiss. Come per le prime due puntate della quarta serie, i primi due episodi andrebbero guardati uno dietro l’altro, come fossero un film: introducono tutti i nuovo temi e la nuova geografia della serie n
In sè The House of black and white è un episodio bellissimo, secondo me con almeno due momenti grandiosi: Brienne, il suo dialogo con Sansa e la fuga con salvataggio di Podrick, un pezzo di azione sincopato e da togliere il fiato per il ritmo; tutta la sequenza finale a Meereen. Infatti, se le difficoltà di Daenerys a governare le città che ha conquistato sembrano marginali rispetto alla lotta per il Trono di spade, la forma racconto ha un qualcosa di eccelso. La sequenza dell’esecuzione è strabiliante per la gestione dei tempi e la coreografia di tutti gli elementi sulla scena: il corpo centrale con Dany e la sua corte. I partiti accorsi a fronteggiarsi, gli ex padroni e gli ex schiavi. Gli Immacolati che fanno da scudo tra questi e la regina. Quando la tensione sale, i mercenari si mettono in posa con il loro ormai classico sciocco di tacchi. Ma non è solo a livello generale che la sequenza funziona. Emilia Clarke/Dany comanda con un cenno i suoi e basta un movimento di sopracciglia per decidere il destino di Mossador. Si chiude con Drogon e non finirò mai di scappellarmi per rendere omaggio al lavoro della Dragon Unit: ‘sti draghi so clamorosi.
Come se non bastasse, l’arrivo a Braavos di Arya è una figata assurda soprattutto grazie al Titano, che non smette mai di farmi restare a bocca aperta.
Continuano i cambiamenti rispetto ai libri: Jaime va a Dorne da Myrcelle. Mi intriga molto la coppia da
Navy Seals che comporrà con Bronn.
Baelish afferma che la sua proposta di matrimonio è stata accettata…
Una proposta per chi? Per se stesso o per Sansa?
La serie ha sempre approfondito la natura del potere e come corrompe le persone: Stannis voleva giustiziare Mance perché i sudditi seguono solo chi temono, Cersei fatica a gestire il consiglio e soprattutto lo zio e farsi accettare come sovrana, Dany sta imparando a governare e a fidarsi del governo della legge, Jon per un voto è il 998 comandante dei Guardiani della notte ma chi non lo ha votato semplicemente lo odia, non sarà facile farsi rispettare.
Le pillole di saggezza di Ser Bronn
“Io ho viaggiato molto, e se c’è una cosa che ho imparato, è che la malvagità non paga mai. Quelli come tua sorella hanno ciò che si meritano, primo poi. In un modo o nell’altro”.
Battute e dialoghi
Verme Grigio: Unsollied fear nothing
Varys e Tyrion
-Cersei ha promesso di fare lord chiunque porti la tua testa.
-Dovrebbe offrire la sua fica, la sua parte migliore per la mia”
Varys: Le persone seguono i capi, non gente come noi. Ci trovano ripugnanti.
Tyrion: Io ci trovo ripugnanti.
Varys: E noi troviamo loro ripugnanti. Ecco perché ci infiliamo in ampie comode scatole per tenerle lontane. Eppure, non importa cosa facciamo, quelli come te e me non saranno mai soddisfatti dentro la scatola. Almeno non per molto.
Il grillismo nel mondo di Martin…
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