C’mon C’mon, recensione
C’mon C’mon è il film su uno degli eventi più temuti della storia dell’umanità: gli alieni? il meteorite ammazza dinosauri? Tua moglie che reclama di andare all’Ikea in una domenica di campionato? No, dover fare da baby sitter a un bambino per il quale si è sostanzialmente degli sconosciuti.
È quello che accade a Johnny (Joaquin Phoenix), giornalista e documentarista, mentre è in viaggio attraverso gli Stati Uniti per realizzare una serie di interviste a giovani e giovanissimi, indagando circa il loro rapporto con il futuro, con i genitori, con gli adulti in genere e il dover crescere. Sua sorella Viv deve occuparsi del marito con problemi mentali e Johnny si offre di badare al nipotino, il piccolo Jesse (Woody Norman), 9enne molto sveglio, arguto e vivace.
Viv è interpretata da Gaby Hoffmann, la piccola Karin Kinsella de L’Uomo dei Sogni, la bambina che non riusciva a stare ferma nemmeno seduta su una panca di legno sulla tribuna di un campo da baseball in mezzo al nulla – e a quanto pare crescendo ha mantenuta la stessa iperattività e l’ha trasmessa alla prole.
Johnny e Jesse intraprendono un viaggio non solo negli States, ma dentro se stessi e il loro rapporto, sempre più forte giorno dopo giorno, in una montagna russa di emozioni, litigi, giochi, sinceri scambi di pensieri e di segreti.
I due, adulto e bambino, crescono: Johnny impara ad aprirsi e capire meglio non solo il ragazzino ma anche alcune crepe del suo spirito; Jesse invece ha trovato un amico al di fuori del rapporto esclusivo e a volte soffocante con la madre. Intanto, i sogni e le paure dei bambini d’America scorrono davanti a noi, una trovata stilistica che arricchisce la forma racconto di quello che sarebbe stato un Io e zio Buck in chiave sentimentalistica o l’ennesimo film in cui un adulto deve riuscire a non perdere nella folla un bambino e infine restituirlo sano e intonso alla madre senza aver nel frattempo procurato danni irreparabili alla sua fragile psiche, tipo avergli attaccato lo “scintillio” o trasformato in Dexter Morgan. Altra scelta narrativa che fa salire di un gradino C’mon C’mon rispetto agli altri film di genere, lo scandire la storia con letture di libri che segnalano lo scarto emotivo tra i due, ma anche le possibilità di redenzione dei personaggi e l’esistenza di un punto di incontro. A tal proposito mi ripropongo la lettera di Star Child di Claire A. Nivola.
C’mon C’mon è uno di quei piccoli gioielli che ti fanno stare bene. Il regista Mike Mills aveva girato Beginners con Melanie Laurent, Ewan McGregor e Christopher Plummer, che proprio con questo film vinse l’Oscar nel 2011.
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