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Speravo dei morì prima, la serie tv su Totti, un po’ troppo cinepanettone e troppo poco The Last Dance

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Speravo de morì prima è la serie tv che racconta gli ultimi scampoli di carriera di Francesco Totti ed è disponibile su Sky e Now Tv dal 19 marzo 2021. 

Dimenticatevi The Last Dance e qualsiasi epopea sportiva di squadra che abbiate mai visto e amato: Speravo de morì prima è sul conflitto, prima interiore e poi nello spogliatoio, tra il Totti che non vuole rinunciare a essere calciatore e il mondo esterno che cerca di fargli capire che è ora di smettere. 

Per farlo, Speravo de morì prima cerca un cattivo e lo trova in Spalletti, ma il vero “cattivo” della serie tv su Francesco Totti è il tempo. “Il tempo è imbattuto” disse Rocky Balboa in uno dei film sulla sua saga e proprio contro il tempo combatte Totti. 

Ciò che funziona poco in Speravo de morì prima, in particolare nei primi tre episodi che abbiamo potuto vedere, è il tono. Sono belle le interpretazioni: grandi le donne di Totti, Greta Scarano (Ilary) e Monica Guerritore (mamma Fiorella), bravo Pietro Castellitto che forse poteva fa lo sforzo de presentasse con dei quadricipiti più tonici. Quasi tutti i personaggi secondari sono bene interpretati, una citazione particolare merita l’eccezionale Cassano interpretato da Gabriel Montesi, che dopo il padre romano di Favolacce, qui interpreta il talento barese, dannato e psicolabile. Non è quello che viene detto in Speravo de morì prima a non funzionare: non riesce il mix tra Vanzina e The Last Dance, il tentativo di usare lo sport per dare lezioni di vita, una qualche filosofia di riscatto, di accettazione della sconfitta, di come affrontare la competizione e lo sport, e l’intenzione di sparare battute degne di un cinepanettone a ritmo sostenuto. L’effetto è di spaesamento. Dove sono capitato? Tra Bondi e De Sica? Dentro Friday Night Lights o Time out? Ma ve lo ricordate Time Out? Il suo conflitto sociale, i problemi dei ragazzi, la voglia di vincere e l’irrimediabilità della sconfitta? 

La sfida dove  Speravo de morì prima si giocherà tantissimo nel riuscire ad appassionare chi non è tifoso, chi non è sostenitore della Roma, chi magari non ha amato Totti. I dubbi di un uomo e un atleta che vuole “restare il re di Roma” più a lungo possibile, il re del calcio, il re delle battute de borgata, il re del pallone, potrà affascinare il pubblico televisivo? Potrà parlare a tutti? Il docufilm di Alex Infascelli, Mi chiamo Francesco Totti ci è riuscito alla grande. La serie tv Sky, chissà.

2 pensieri riguardo “Speravo dei morì prima, la serie tv su Totti, un po’ troppo cinepanettone e troppo poco The Last Dance Lascia un commento

  1. Spalletti con Totti è stato cattivo davvero. Ti cito un episodio in particolare: alla sua ultima partita a San Siro il pubblico interista voleva tributargli una standing ovation al suo ingresso in campo, e a risultato acquisito Spalletti fece entrare al suo posto Bruno Peres con il solo e preciso scopo di negargli questa soddisfazione. Quest’intento dei tifosi interisti era noto in anticipo, quindi Spalletti non può neanche fare il finto tonto e dire “Peccato, se l’avessi saputo l’avrei fatto entrare di sicuro”: è stata una meschinità semplicemente indifendibile.
    Comunque io su SKY ho trovato soltanto i primi 2 episodi: il terzo dove l’hai scovato?

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