Verso Mad Max Fury Road: Interceptor 2 – Il guerriero della strada, 1981
Come a volte capita, quando gli dei del cinema incrociano le strade di alcuni autentici talenti, il secondo capitolo di una saga è migliore del primo. Vale anche per George Miller e Mel Gibson in Mad Max 2. Le ingenuità di Interceptor sono un ricordo del passato: una maggiore cura (e possibilità di spesa) in tutte le fasi della realizzazione ci consegnano un prodotto maturo.
Ancora una volta Miller crea un acquario di mostri punk senza alcuna umanità e se è vero che un film è più riuscito tanto quanto lo è il suo cattivo, per Interceptor-Il guerriero della strada Miller ne crea addirittura due: Lord Humungus, il capo della banda degli Humungus, con il volto perennemente nascosto da una maschera e un eloquio carismatico e violento, che si autodefinisce “Eroe delle terree perdute, ayatolaah di tutti gli ultimi guerrieri”, in possesso di una superpistola con proiettili d’oro che sono certo Tarantino adora, e Wez il suo luogotenente, che Lord Humungus tiene incatenato alla sua macchina come un cane e che sguinzaglia al momento giusto. Con loro una pletora di pazzi, tutti finemente caratterizzati, evidenziando uyna cura che vuole fare della forma e l’estetica il senso stesso del racconto.
Il mondo e la terra distrutta dall’apocalisse post atomica ha devastato i corpi e gli spiriti. Una piccola comunità vive aggrappata a un pozzo che ancora sputa petrolio e che poi raffina, ma sono stati trovati dagli Humungus che vogliono il prezioso carburante per i loro veicoli e continuare le razzie nelle lande australiane. Attirato dalla sete di benzina, Mad Max si unisce al gruppo di sopravvissuti, prima per tornaconto personale, poi per disprezzo degli Humungus e alla ricerca di una speranza per il domani. Il suo sogno sarà infranto non prima di aver perso il suo prezioso V8 Interceptor, ma aver aiutato loro a mettersi in salvo e riprendere la ricerca di una qualche forma di civilizzazione sopravvissuta alle esplosioni nucleari.
Interceptor-Il guerriero della strada è in tutto e per tutto un film western: c’è la terra desolata da cui a fatica si strappa qualcosa per sopravvivere, una frontiera ai limiti dell’umana sopportazione, ci sono gli indiani il cui nome ricorda vagamente la parola human corrotta con qualche forma di fungo pestileziale e velenoso, c’è il cowboy reticente che alla fine aderisce al suo ruolo e salva la carovana dei civili accerchiata dai civili. L’assedio degli Humungus all’avamposto intorno al pozzo di petrolio ricorda proprio una classica battaglia western, con i carri posti a protezione e gli indiani a cavallo che cercano di entrare. Il trucco funziona e Mad Max 2 è l’Ombre Rosse della fantascienza. E quando la carovana decide di rompere l’assedio, Miller ci regala una sequenza on the road da lasciare ai posteri.
Categorie