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Verso Mad Max Fury Road: Mad Max-Oltre la sfera del tuono, 1985

mad max 3 mel gibsonChe Miller si sia spinto molto aldilà degli anni già critici di Interceptor 2 è evidente guardando l’umanità che si muove in Mad Max 3 – Oltre la sfera del tuono. Come se fosse possibile, è ancora peggiorata e di molto. Il nostro eroe parte alla ricerca dell’autoveicolo che gli è stato rubato. Trova quello che potremmo chiamare un centro urbano, Bartertown. Annunciato dal cartello “Costruiamo insieme un mondo migliore” è il peggiore tra i peggiori paeselli costruiti intorno a una stazione di riposo dei cavalli nel caro vecchio Far West. Sono poche le costruzioni che si ergono al di sopra della sabbia. E chi le abita è anche peggiore. Mad Max mostra subito le sue abilità e viene portato da chi controlla Bartertown, una donna di nome Auntie interpretata da Tina Turner. Questa sorta di regina del deserto gli propone uno scambio: Max potrà avere qualsiasi cosa desideri – un’automobile, benzina, cibo – se ucciderà il nano che controlla la centrale elettrica di Bartertown e la fonte di energia che la alimenta: i maiali e la loro merda, da cui è ricavato il metano che garantisce l’elettricità. Altro che energie alternative, il sole, il vento, è la merda che manda avanti il mondo. Chissà se a questa cosa ci ha pensato, di tanto in tanto, George Miller mentre girava Babe maialino coraggioso (sia chiaro non ho niente contro Babe, mi è piaciuto un sacco). Il nano signore dei maiali e delle loro deiezioni e di tutto ciò che ne deriva si fa chiamare Master ed è protetto da un gigante di nome Blaster che ha il volto coperto da una sorta di secchio dell’immondizia metallizzato nero e tenuto insieme da delle cinghie. Il gigante ha una forza sovrumana ed è imbattibile nel Thunderdome, una cupola di combattimento che ha sostituito le aule dei tribunali: niente avvocati, chiunque abbia una disputa con qualcuno la può risolvere sfidando la controparte a una lotta all’ultimo sangue in cui “Non potete infrangere le regole perché non ne esistono”. La legge suprema è “due uomini entrano, un uomo esce”. È un sistema molto efficace di amministrare la giustizia. Niente più scartoffie, burocrazia, la legge del più forte e ti assicuro che, se lo vedi, ci pensi due volte a ricorrere al Thunderdome  Così Max sfida il gigante e il nano che porta in testa per reclamare la proprietà del suo veicolo che Master ha rubato. Sopraffatto il gigante grazie a un trucco, Max scopre che si tratta di un ragazzo affetto da sindrome di Down e gli risparmia la vita. Ma così Max ha violato la prima e unica regola del Thunderdome oltre ad aver rotto il patto con Auntie e la legge stabilisce che “bust a deal, face the wheel” ovvero la sorte di Mad Max sarà decisa dalla Ruota della fortuna. Gira la ruota, gira la ruota…

A questo punto, a Mad Max e anche a tutti noi dice veramente male. Intendiamoci, fin qui Mad Max Oltre la sfera del tuono è un mezzo capolavoro. Giocando ancora una volta sulla stilizzazione dei personaggi, addirittura delle comparse, Miller costruisce una prima ora affascinante e terrificante. Ogni dettaglio è inquietante e pensato per mettere ansia, perfino la lettura delle radiazioni dell’acqua offerta a Max all’arrivo a Bartertown. L lingua è stata scarnificata: ci si esprime a parole non più con delle frasi articolate, quando non si comunica esclusivamente a grugniti. La legge non esiste più, si sono regole da quattro, sei parole al massimo, rime baciate che riducono l’esistenza a ciò che è: lotta per la sopravvivenza. Al mondo non c’è più niente di bello, solo trascinarsi tra in deserto e l’altro. Il Thunderdome è un colosseo post apocalittico pensato come un’enorme cupola con sbarre come in una gabbia su cui gli spettatori si arrampicano. I due contendenti si muovono legati e delle fasce elastiche che consentono di fare dei salti per raggiungere le armi che si trovano legate alle sbarre della gabbia. 

Gira la ruota… Gira la ruota…
Prima di andare avanti, faccio un salto indietro. Dai titoli di testa capisci che Miller i soldi li ha fatti: la casa di produzione che ha con Byron Kennedy ha un logo tutto nuovo, non che si siano spremuti eccessivamente le meningi, però ce l’hanno. Il problema è che nel frattempo, nel 1983, Byron Kennedy è morto in un incidente di elicottero e guardando il resto di Mad Max – Oltre la sfera del suono viene quasi da pensare che era lui quello bravo. Insomma, mentre stavo a bocca aperta a pensare “Cazzo quanto è fico sto film” mi sono improvvisamente ricordato perché Mad Max 3 mi fece così schifo quando uscì: i bambini! La ruota punisce Max con l’esilio del deserto. È ritrovato mezzo morto da un gruppo di bambini sperduti che vivono in un’oasi. Sono i figli dei sopravvissuti a un disastro aereo. I genitori con il capitano dell’aereo, il capitano Walker, sono andati alla ricerca di aiuti ma non sono mai tornati. I bambini attendono il loro ritorno per poter andare nella Terra del domani domani, una città civilizzata dove trovare finalmente casa, e credono che Max sia il capitano Walker che è tornato per loro. Lui cerca di dissuarderli e spiega che quel mondo non c’è più e tutto è desolazione, deserto e sabbia. Ma un gruppo di bambini scappa e si ritrova a Bartertown. Max va a salvarli e con l’aiuto del pilota di un aereo che poi altri non sarebbe che il tizio con l’elicottero di Interceptor 2, riesce a farli fuggire provocando lui stesso un incidente che blocchi gli inseguitori ma restando indietro. L’ultima volta che vediamo Max è nel deserto, “graziato” da Auntie. I bambini a bordo dell’aereo arrivano in quella che una volta era Sydney, ormai in rovina e sconvolta dalle tempeste di sabbia. Nell’ultima scena vediamo i bambini ormai diventati adulti che continuano a narrare le storie di Max e di come li ha salvati, mentre piano piano però le luci tornano ad accendersi nella città abbandonata euna nuova storia dell’uomo può avere inizio.

Non vi sentite male con tutto questo zucchero? Non è che quello “cattivo” del duo fosse Byron Kennedy?
woody*** È stata la cosa più divertente che ho fatto senza ridere

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