Verso Mad Max Fury Road: Mad Max-Oltre la sfera del tuono, 1985

A questo punto, a Mad Max e anche a tutti noi dice veramente male. Intendiamoci, fin qui Mad Max Oltre la sfera del tuono è un mezzo capolavoro. Giocando ancora una volta sulla stilizzazione dei personaggi, addirittura delle comparse, Miller costruisce una prima ora affascinante e terrificante. Ogni dettaglio è inquietante e pensato per mettere ansia, perfino la lettura delle radiazioni dell’acqua offerta a Max all’arrivo a Bartertown. L lingua è stata scarnificata: ci si esprime a parole non più con delle frasi articolate, quando non si comunica esclusivamente a grugniti. La legge non esiste più, si sono regole da quattro, sei parole al massimo, rime baciate che riducono l’esistenza a ciò che è: lotta per la sopravvivenza. Al mondo non c’è più niente di bello, solo trascinarsi tra in deserto e l’altro. Il Thunderdome è un colosseo post apocalittico pensato come un’enorme cupola con sbarre come in una gabbia su cui gli spettatori si arrampicano. I due contendenti si muovono legati e delle fasce elastiche che consentono di fare dei salti per raggiungere le armi che si trovano legate alle sbarre della gabbia.
Gira la ruota… Gira la ruota…
Prima di andare avanti, faccio un salto indietro. Dai titoli di testa capisci che Miller i soldi li ha fatti: la casa di produzione che ha con Byron Kennedy ha un logo tutto nuovo, non che si siano spremuti eccessivamente le meningi, però ce l’hanno. Il problema è che nel frattempo, nel 1983, Byron Kennedy è morto in un incidente di elicottero e guardando il resto di Mad Max – Oltre la sfera del suono viene quasi da pensare che era lui quello bravo. Insomma, mentre stavo a bocca aperta a pensare “Cazzo quanto è fico sto film” mi sono improvvisamente ricordato perché Mad Max 3 mi fece così schifo quando uscì: i bambini! La ruota punisce Max con l’esilio del deserto. È ritrovato mezzo morto da un gruppo di bambini sperduti che vivono in un’oasi. Sono i figli dei sopravvissuti a un disastro aereo. I genitori con il capitano dell’aereo, il capitano Walker, sono andati alla ricerca di aiuti ma non sono mai tornati. I bambini attendono il loro ritorno per poter andare nella Terra del domani domani, una città civilizzata dove trovare finalmente casa, e credono che Max sia il capitano Walker che è tornato per loro. Lui cerca di dissuarderli e spiega che quel mondo non c’è più e tutto è desolazione, deserto e sabbia. Ma un gruppo di bambini scappa e si ritrova a Bartertown. Max va a salvarli e con l’aiuto del pilota di un aereo che poi altri non sarebbe che il tizio con l’elicottero di Interceptor 2, riesce a farli fuggire provocando lui stesso un incidente che blocchi gli inseguitori ma restando indietro. L’ultima volta che vediamo Max è nel deserto, “graziato” da Auntie. I bambini a bordo dell’aereo arrivano in quella che una volta era Sydney, ormai in rovina e sconvolta dalle tempeste di sabbia. Nell’ultima scena vediamo i bambini ormai diventati adulti che continuano a narrare le storie di Max e di come li ha salvati, mentre piano piano però le luci tornano ad accendersi nella città abbandonata euna nuova storia dell’uomo può avere inizio.
Non vi sentite male con tutto questo zucchero? Non è che quello “cattivo” del duo fosse Byron Kennedy?
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