Tra le nuvole – Toglietemi tutto ma non il mio trolley
Tra le nuvole – Up in the air è un film molto amaro. È un’esperienza molto simile a quella di un lavoratore che dedica tanta parte della propria vita ad un’azienda che poi lo caccia. In effetti Tra le nuvole – Up in the air parla proprio di questo. In effetti è proprio così: per oltre 2/3 del film ridi alle battute sagaci dei protagonisti o alle facce buffe di George Clooney, poi ti ritrovi con il sedere per terra.
Infatti il lavoro di Ryan Bingham è “congedare” i dipendenti. La sua azienda offre servizi di collocamento ma in effetti licenzia le persone. Ryan Bingham sa che il suo lavoro è una perenne sceneggiata per limitare i danni di un licenziamento cruento. Quando Ryan Bingham cerca di consolare il lavoratore, prospettandogli le opportunità che gli si apriranno nella sua nuova vita, sa che le proprie parole non solo altro che battute ad effetto. Ryan Bingham è come Nick Naylor di Thank you for smoking, pellicola girata dallo stesso regista di Tra le nuvole, Jason Reitman. Come Naylor, Ryan Bingham è perfettamente inserito ma anche completamente solo. Lavora oltre 320 giorni all’anno, sempre “tra le nuvole”: la sua casa sono gli aerei e gli aeroporti. E ne è felice. Non ha legami di amicizia e affettivi, e la sua famiglia, rappresentata da due sorelle, è ai margini della sua esistenza. Ryan Bingham vuole viaggiare leggero, in aereo e nella vita, e tutto ciò di cui ha bisogno può stare in un trolley. Spazio non ce ne è per una casa, un amore, una famiglia, gli amici. Il suo unico sogno è accumulare10 milioni di miglia di volo, in modo da poter entrare in un’esclusiva élite composta da solo 7 persone.
Poi, accade qualcosa: il suo mondo e il suo sogno sono in pericolo perché una rampante collega vuole utilizzare internet e un monitor per licenziare le persone. Ryan Bingham comprende che é l’inizio della fine del suo mondo, del suo stile di vita. Come le persone che ha licenziato, Ryan deve ricominciare e ripensare la propria esistenza daccapo. Non solo: una piccola crepa si apre anche dentro il suo spirito, comincia a sentirsi vicino a una donna.
Grazie ad una sceneggiatura perfetta, i cui dialoghi arguti e divertenti ricordano la Hollywood dei bei tempi andati e i film con Myrna Loy e Cary Grant, Tra le nuvole – Up in the air è un vivace divertissement che ci fa ridere della crisi e del suo devastante impatto psicologico sugli uomini e donne che la subiscono. Così, mentre non possiamo fare a meno di sorridere quando le sopracciglia di Clooney si inarcano come solo lui riesce a fare, sotto sotto Reitman ci dà una coltellata, con le lacrime, la disperazione di chi perde il posto, la solitudine del protagonista, i sogni della sua “protetta” che faticano ad avverarsi, un futuro improvvisamente cupo e che appare nemico. Mentre ridiamo, una incredibile carica di emotività negativa ci travolge, come neanche i telegiornali degli ultimi anni riescono a fare. Perché la realtà ti raggiunge sempre, anche “tra le nuvole”.
***½ Non hai mai sentito nominare il Millenium Falcon?
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