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A dangerous method- La psicoanalisi che ti castra

dangerousa dangerous method keira knightleyA dangerous method racconta i primi vagiti della psicoanalisi, vista attraverso la lente della storia professionale e umana di Carl Gustav Jung, negli anni che vanno dai primi del Novecento fino alla vigilia della Prima guerra mondiale. Cronenberg racconta l’amicizia tra Freud e Jung ma soprattutto il particolare rapporto paziente-medico, poi di amicizia fino alla relazione sessuale tra lo stesso Jung e Sabine. 

Ammettetelo, non è la storia più noiosa del mondo? Leggendola non vi siete fatti due palle così?

Aggiungo che il risultato finale non è un porno, ma 93 minuti con quattro attori che parlano con la bocca a culo di gallina di psicoanalisi, masturbandosi intellettualmente sul mito di Sigfrido, la sessualità, la religione, raccontano sogni.

Vi sono cadute di nuovo le palle vero? Anche a me. Questi quattro personaggi alla fine sono pieni di nevrosi, turbe ed esauriti… E te credo che se ammazzano de pippe e di sculacciate e hanno bisogno di psicoanalisi se per tutto il giorno non parlano d’altro.

Il risultato finale è qualche tocco alla Cronenberg – come una sequenza di belle scene composte in modo che i due personaggi sullo schermo, sebbene su piani di campo differenti, fossero sempre rappresentati affiancati, quasi ad annullare le iniziali differenze paziente-dottore o maestro-apprendista. Cosa che avverrà poi nel corso del film: la paziente-amante che amava farsi picchiare e umiliare da Jung si libererà del suo sadico amante diventando lei la dominatrice del rapporto ponendo fine ad esso.

Tutto il film è percorso da un simbolismo forte ma anche un poco banale: come il rapporto tra Jung e la moglie, il ruolo del porto sicuro della famiglia nella vita del famoso psichiatra che culmina nel regalo di una barca dalle vele rosse, usata per le fughe d’amore ma che torna sempre verso casa.

Insomma due palle… Come il mio giudizio.

La citazione

È un fenomeno di esteriorizzazione catalitica

Rimanete fino alla fine dei titoli di coda. C’è una scena: Jung chiava Freud vestito da Aragorn. Un classico caso di transfert. 

No, dai sto scherzando. Scappate dalla sala appena potete. 

fight club stellette cinema** Ragazzi, state commettendo un grosso sbaglio.

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