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Creed III: recensione, migliori frasi e citazioni

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creed-iii_UFExFX7Creed III è un film diretto e interpretato da Michael B. Jordan, nono film della saga di Rocky e primo senza il suo carismatico interprete e ideatore, Sylvester Stallone.


Giunto ormai alla meritata pensione da campione del mondo dei pesi massimi, Adonis Creed si gode la vita, ebbro soprattutto del fatto di aver finalmente fatto fuori Stallone dalla saga che aveva creato e incastonato nell’immaginario collettivo. Non contento, Michael B. Jordan si mette dietro la macchina da presa. Insomma, Adonis ora si gode la famiglia, la figlia, la moglie e il fatto di essere un figo della madonna con una montagna di soldi, fa il promoter, l’agente e il proprietario di palestra, prende il té con le bambole della figlia. Così va in giro per Los Angeles con lo stereo a palla, il braccio fuori dal finestrino con lo sguardo di quello che dice “don’t kill my vibe”.

Poi arriva un amico di infanzia, Damien, che si è fatto 18 anni di galera per difendere proprio Adonis, perdendo di fatto un promettente futuro proprio nella boxe. Scopriamo che Adonis si è dimenticato presto del vecchio amico, come tutti i nobili che dimenticano in fretta gli amici dei bassifondi, come un Enrico V che mette da parte Falstaff. Oltretutto a Adonis non piace essere chiamato Baby, proprio come alla Baby di Dirty Dancing. Ora qua a me sembra ci sia il primo corto circuito del film perché sto Damien forse è un po’ rozzo, forse calca un po’ la mano, ma in fondo è semplicemente un uomo tradito, che ha perso un’occasione di successo per farsi la galera al posto di Adonis e vorrebbe che il vecchio sodale gli desse un’opportunità. Invece Adonis va in giro accigliato per tutto il film come avesse sentito una puzza. L’amara verità è che il nostro eroe è uno stronzo. Quindi francamente fatico a trovare quella conflittualità tra i due che dovrebbe alimentare il motore del film.

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Creed III infatti non funziona. Fa come il suo protagonista: si limita ad andare in giro con il volume a manetta suonando ‘ste canzonette di rapper tutte uguali, ciarlando di riscatto, di amicizia tribale, di quanto siano incazzati e di quanto abbiamo il pisello grosso. Inoltre, Jordan & Co. si limita a riprodurre pedissequamente i classici punti iconici dei vecchi Rocky: gli allenamenti estenuanti, le botte, il pugile in difficoltà che trova la forza di vincere. Ma è mai capitato che l’allenamento abbia fallito e che il nostro protagonista abbia perso? Ma non sarà il caso di cambiare formuletta? L’unica cosa che ha funzionato bene è il rapporto tra Adonis, Bianca e loro figlia Amara. Nelle scenette familiari, piano piano scopriamo che alla ragazzina piace fare a botte. Forse risente del clima in casa? Percepisce la violenza di fondo nell’esistenza del padre e i suoi conflitti interiori? Forse ce l’ha nel sangue? E allora bisogna seguire il proprio cuore e la doppia elica del DNA e prendere lezioni di boxe da papà, basta té con le bambole, ricordandosi che la nobile arte non è solo forza bruta, ma controllo, precisione, eleganza. Tutte cose che non vediamo mai sullo schermo o negli incontri, ma solo rap a tutto volume.

A Creed III sarebbero serviti un regista e uno sceneggiatore veri, che avessero saputo seguire alcune intuizioni e valorizzarle, senza fare il tamarro con un montaggio aggressivo per fare il figo alla sagra della porchetta. Bene Jonathan Majors, che coma Damien riempie di carisma lo schermo.   

Ecco le migliori frasi e citazioni di Creed III (sì, una sola, film deludente)

Migliori frasi e citazioni di Creed III

Ne ho mandati più in pensione io della previdenza sociale

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