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Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli

locandina Shang-Chi_and_the_Legend_of_the_Ten_Rings_poster_ita_001Il rischio è di cadere nel trabocchetto del “Miglior Marvel di sempre”, ma la recensione del Vostro Affezionatissimo non può restare indifferente di fronte alle emozioni durante la visione e immediatamente successive alla stessa di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli.

Il 25esimo film del Marvel Cinematic Universe de facto è il primo ad aprire la Fase 4 – Black Widow è stato una sorta di prequel e più che altro un debito da pagare a Scarlet Johansson e ci porta in un mondo nuovo.

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è uscito in Italia il 1° settembre 2021 e arrivato su Disney+ il 12 novembre 2021.

L’intro ci racconta la storia dei Dieci Anelli e del loro portatore, Wenwu (Tony Leung): i misteriosi artefatti gli donano capacità che lo rendono uno degli uomini più potenti della Terra e I Dieci Anelli è il suo esercito personale con cui rovescia governi e imbroglia al fantacalcio. Nella saga Marvel si parla di lui in Iron Man e Iron Man 3 . Bramoso di sempre maggior potere, Wenwu inizia a cercare un luogo misterioso Ta Lo. Dopo averlo scoperto, trova una donna che lo sorveglia. La femmina lo corca forte, così forte che l’uomo pensa che, se non può batterla, meglio farsela amica e ingallarla. Nascono due bambini: Shang-Chi e sua sorella Xialing. Quando la donna muore, Wenwu impazzisce dal dolore e bullizza il figlio, costringendolo a un durissimo allenamento per diventare come lui: una macchina di morte, una roba che Pai Mei scansate, altro che pugni contro il legno. Un flash forward ci porta ai giorni nostri, dopo il blip, e Shang-Chi non ha retto la pressione ed è finito a fare il parcheggiatore a San Francisco con la sua amica Katy, una che non sta mai zitta, ma all’improvviso tornano i fantasmi del passato e lo costringono a fare i conti con suo padre. Arrivano finalmente le botte con due improbabili scene di kung fu. Nella prima un autobus viola per due o tre volte le leggi della fisica e il codice della strada (cosa che un vero autista di bus di San Francisco ha fatto notare su Twitter – ah adoro quando non avete un cazzo da fare); il secondo si svolge su un grattacielo a Macao che siccome siano in Oriente allora daje de impalcature fatte de bambù, tanto lì fanno come cazzo je pare. Ma si sa nelle famiglie disfunzionali del XXI secolo le botte sono solo un modo per manifestare l’affetto e tutti i film di questo genere servono per arrivare alla conclusione che i baci, gli abbracci e le coccole sono meglio e quindi il nostro Shang-Chi ritrova la famiglia, si riconcilia con sorella e padre. Di fronte a dei ravioli alla griglia conditi con qualche droga potente l’uomo svela alla prole, “un giorno tutto questo sarà vostro e ah per inciso sento la voce di vostra madre che mi ricorda di chiudere il gas la sera, togliere la localizzazione ìsu Facebook e che è prigioniera a Ta Lo. Dobbiamo liberarla”. Ovviamente il vecchio è fuori di testa e Shang-Chi e Xialing (e sì, pure la logorroica Katy) capiscono che deve finire a schifio, con un caro show-down a Ta Lo con il sottofondo di Don’t Let me Be Misunderstood.

Shang-Chi.MCU

Trovata Ta Lo grazie all’aiuto di Trevor Slattery (sì, proprio il fake Mandarino di Iron Man 3 interpretato da Ben Kingsley) e a un misterioso maiale senza faccia incrociato geneticamente con un gatto e una gallina, Shang-Chi e Xialing  scoprono di avere una zia (Jiang Nan interpretata da Michelle Yeoh): la donna rivela loro che in verità Ta Lo è un portale verso un altro mondo e che lei tutti coloro che vivono lì non sono altro che la guarnigione a protezione del portale e del luogo dove è imprigionato un misterioso mostro divora anime. È lui che avvelena la mente di Wenwu, facendogli credere che oltre le mura che lo tengono prigioniero ci sia la sua sposa perduta. Della serie, ci sono più cose tra Cielo e Marvel Cinematic Universe di quante ne possa spiegare la tua filosofia, blogger. Ultima fase dell’addestramento di Shang-Chi, molto Kung Fu Panda – tipo “trova il Ci”, “guarda dentro te stesso Luke senti la Forza” e “La risposta è dentro di te ed è sbagliata”. Battaglia finale, ultime battute della logorroica Katy, fine e due scene post credits.

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Shang-Chi e la Compagnia dell’Anello

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli ha alcuni difetti ma tantissimi punti di forza. La cosa che ha convinto meno il Vostro Affezionatissimo sono gli effetti speciali, soprattutto nella prima parte, un po’ sciatti; fastidiosa anche la necessità forzata di buttare a caso battute e risolini nel mezzo dei momenti drammatici. È sempre stato uno dei marchi di fabbrica del MCU, ma in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è davvero un peccato perché poi il film ha un’anima forte e l’ambizione di incontrare lo spettatore in un luogo misterioso tra Oriente e Occidente, tra USA e Cina, tra wuxia e cinecomics, tra involtini primavera e hamburger. I duelli di kung fu sono spettacolari e riempiono gli occhi, mettendo in scena non solo un confronto fisico, ma un autentico scontro di civiltà tra la forza bruta, animata da mera violenza, e una debolezza gentile che si trasforma in una potenza inarrestabile. Ciò diventa la cifra spirituale di tutto il film: Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli gioca sulla tradizione, il retaggio, di come il male faccia parte di noi  tanto quanto il bene e come solo attraverso un confronto con essi e raccogliendo tutte le nostre forze positive può nascere davvero la nostra essenza. Tutto il film è pervaso da profondità e un’ambiziosa ricerca di se stessi. Proprio la logorroica Katy ne finisce per essere strumento e fine, riuscendo a centrare finalmente il cuore della propria irresolutezza e dirigersi verso il proprio obiettivo da “mirare”.

SHANG-CHI AND THE LEGEND OF THE TEN RINGS

Visivamente poi Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli segna un passo avanti: si inizia con le solite città, le solite location già viste, tra San Francisco e Macao, poi però quando la storia si sposta a Ta Lo, il film stesso compie un salto: diventa un fantasy, consentendo al reparto degli effetti visivi di spaziare, creando le magnifiche creature che vivono in questo misterioso mondo che a tratti assomiglia alla Terra Cava di King Kong, vista nel Monstersverse. Finalmente infine, una famiglia, disfunzionale e spezzata, entra con un senso dentro una storia della Marvel, le ferie del passato muovono i demoni del presente: la perdita dell’amata Li alimenta i magnifici occhi pieni di dolore di Wenwu-Tony Leung e i suoi stessi incubi, come il trauma di aver assistito alla perdita della madre ha causato la fuga di Shang-Chi, fuga scatenante la rottura con la sorella. C’è dolore, ma anche il costante sforzo non di dimenticare chi non è più con noi, come a volte sembra fare la cultura occidentale, ma accettare la perdita e farla diventare parte di sé. Tutto contribuisce a creare un groppo di emozioni in gola, senza staccarsi mai dall’obiettivo finale del film: la lotta contro il male, per consentire ai nostri eroi di diventare migliori o morire nel tentativo.

Ultima annotazione: Simu Liu (Shang-Chi) manca assolutamente del carisma necessario a mettersi sulle spalle un titolo Marvel. Leung e Yeoh se lo so magnato coi ravioli quanto a personalità e va detto che, chi mastica un po’ il cinema orientale degli ultimi anni, non farebbe fatica a trovare attori che bucano lo schermo per prenderti a pizze in faccia.

3 pensieri riguardo “Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli Lascia un commento

    • Guarda, capisco cosa intendi, ci sono cose che girano proprio male, ma ho davvero amato lo spirito e la voglia di guardare oltre, meglio e più lontano di Eternals

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