Omicidio a Easttown
Quando hai il tempo, gli scrittori, le attrici e gli attori per raccontare una storia, dei personaggi e soprattutto l’ambiente che portano quei personaggi a vivere e ad agire in un dato modo e, forse, a cercare una via di uscita ecco che il risultato non può non essere che uno dei prodotti per piccolo schermo migliori degli ultimi anni.
Scusa Kate Winslet se ho dubitato e ci ho messo qualche mese a recuperare Omicidio a Easttown, miniserie monografica che inizia come Tre manifesti a Ebbing, Missouri solo partendo dal punto di vista del poliziotto.
Nella piccola cittadina del Delaware, Easttown, la madre di una ragazza scomparsa spala merda sulla polizia locale perché ancora non è riuscita a ritrovare la figlia. La donna è amica della detective che porta avanti le indagini, Mare Sheehan, interpretata da Kate Winslet. Ex stella della locale squadra di basket, Mare è una persona molto conosciuta dalla popolazione della cittadina e usa la sua posizione di popolarità e potere anche a scopi personali. Quello interpretato da Kate Winslet è un personaggio che ricorda figure di poliziotti tossici, aggressivi, dai modi spicci che abbiamo visto tante e tante volte al cinema e in televisione.
Quel qualcosa in più è nella dettagliata caratterizzazione che l’ideatore della serie, Brad Ingelsby, fa della sua protagonista e di tutto l’ambiente di Easttown. Siamo dentro un’America spezzata: i genitori hanno sempre una birra in mano, mangiano continuamente trash food, sono traditori, incastrati in matrimoni senza amore, separati, incestuosi, disoccupati; lavorano come insegnati, poliziotti, casalinghe, operai, muratori; i figli sono tutti drogati, le ragazze restano incinte giovanissime e i nonni sono costretti a fare da genitori ai nipoti. I ragazzini più piccoli hanno bisogno di psichiatri e neurologi fin dalla tenera età. Negli USA raccontati da Ingelsby droghe e alcol scorrono a fiumi e vanno di pari passo con le gravidanze adolescenziali, i disturbi psicologici e la violenza.
Una delle frasi chiave di Omicidio a Easttown la pronuncia Mare al collega Colin Zabel, interpretato da Evan Peters: “Ci vogliono come dei supereroi, non sanno che siamo solo dei disperati come loro”. Eccola la parola: gli Stati Uniti sono raccontati come una nazione di disperati e la disperazione dei padri e delle madri si trasmette ai figli e alle figlie sotto forma di ansie che portano all’abuso di farmaci e droghe e a tutte le conseguenze che ne derivano. E proprio Mare non fa eccezione: ha sofferto, ha sbagliato, ne paga le conseguenze e si trova in un circolo vizioso di sconfitta, dolore, perdita in cui ogni atto che compie non fa altro che trascinarla più in basso fino a quando qualcosa, al di fuori di lei, la obbligherà a mettere in atto un cambiamento.
La cura nella caratterizzazione dell’ambiente sociale si riflette nei personaggi, tutti delineati con chiarezza, non solo la Mare di Kate Winslet. Da segnalare le ottime prove del già citato Evan Peters, Julianne Nicholson, Angourie Rice, Jean Smart, Guy Pearce e Dan Denman.
Omicidio a Easttown è disponibile su Sky Atlantic ed è assolutamente da non perdere.
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