Vai al contenuto

Cosa sarà, il cinema del piangere

cosa sarà locandinaPiangere e ridere, commuoversi, riflettere sulla vita. Ci sono passaggi di Cosa sarà di Francesco Bruni che sembrano leggerti dentro, poi subito dopo riesce a farti sorridere. Come per alleggerire la tensione, come per volgere lo sguardo, come per proteggersi.

Dentro ci sono i momenti inequivocabilmente definitivi della nostra vita, quella diagnosi che sembra una condanna a morte, quella voglia di vita, la paura di non farcela, la ricerca di se stessi, di qualcosa che si è perso tanto tempo fa. Dove è? Dove è andata?  Svanita come un sogno con nostra madre.

La prima impressione per uno che ha perso due genitori per il tumore alla visione dei primi 20 minuti di Cosa sarà è “nun je la posso fa”. Bruno scopre che il suo sangue è malato, lo scopre in una classica situazione in cui mi ritroverei io: si dà una sportellata in faccia mentre esce dall’automobile e vede una bonazza in minigonna, tutta tette, culo e gambe lunghe due metri. Insomma il sangue dal naso non smette di uscire e la cosa è un po’ sospetta. Analisi del sangue, il conto delle piastrine non torna e Bruno scopre di avere la mielodisplasia. Ed è quello che accadde nella realtà al regista Francesco Bruni  ed è forse per questo che tocca tutti i punti giusti: la fragilità, lo spaesamento, il continuo rivalutare e ripensare la propria vita, i rimorsi e i ricordi che riemergono all’improvviso, la madre, il padre. E mentre percorre questo viaggio dentro se stesso, come se stessa camminando sonnambulo su una balaustra, Bruno scopre chi gli sta intorno e che forse per la frenesia del suo lavoro (Bruno è un regista, uno di quelle “commedie che non fanno ridere”) ha messo da parte o sottovalutate, finalmente riguarda e scopre con sorpresa la forza della figlia, la paura del figlio, la solidità della ex moglie che lui ha lasciato e nessuno sa perché.

cosasara-film-kim-rossi-stuart-1200x675

Cosa sarà è un film forte anche se parla di fragilità, delicato anche se sfida un nemico spietato, bello, perché trova il bello dentro i momenti più bui.

PS: Kim Rossi Stuart è il Pelè bianco del cinema italiano. Inutile parlare di David o Nastri, il migliore è lui, gli altri corrono per il secondo posto

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: