Prisoners di Denis Villenueve
Prisoners è un film scritto da un pazzo e malato e straordinario autore che risponde al nome di Aaron Gazinowsky e diretta con piglio psicopatico e documentaristico da Denis Villeneuve.
Le famiglie Dover e Birch stanno trascorrendo insieme il Giorno del Ringraziamento. Le due figlie minori, Anna e Joy, scompaiono. Il primo sospettato è un giovane psicolabile che poche ore prima del rapimento era stato visto nei paraggi delle loro case con un camper. Trovato dalla polizia cerca di scappare ma dopo due giorni in arresto è rilasciato perché apparentemente innocente. Il detective Loki (Jake Gyllenhaal) segue le indagini, mentre il padre di Anna, Keller (Hugh Jackman) cerca a modo suo di scoprire dove sono finite le bambine.
Il cinema di Villeneuve è tutto puntato nel mettere i propri personaggi al centro di dubbi morali. Be’, gran parte del cinema, quello bello, è così. Però Villeneuve non ha paura di sporcarsi le mani, portare fino alle estreme conseguenze il piccolo mondo che ha creato. Ecco perché i suoi film sono così disturbanti. Prisoners non ha l’azione di Sicario, ma è un horror umano dove non vediamo nemmeno una goccia di sangue ma, in certi momenti, siamo costretti a volgere lo sguardo da un’altra parte, quasi impossibilitati a proseguire la visione per la violenza con cui i nostri valori sono messi in discussione, scossi, strappati, violati dal suo occhio e giudizio così estremo.
Prisoners è un film straordinario che, soprattutto se siete genitori, avrà un enorme impatto emotivo, vi farà correre da vostra/vostro figlia/figlio ad abbracciarlo e a dormire stretti con lei/lui. Sarete costretti a dovervi sentire al sicuro perché Villeneuve, no, lui no, non vuole proprio mettervi al sicuro, vuole farvi sentire il pericolo, lavorare sulle nostre insicurezze, sulla follia assurda del male senza senso che può colpire in qualunque momento, il demonio che si nasconde dietro le tranquille case della periferia americana, l’indubbia impossibilità di essere al sicuro in mondo sempre più folle. Il suo è un cinema del dubbio morale nato direttamente tra le macerie delle Torri Gemelle dell’11 settembre: cosa siamo disposti a fare per la nostra sicurezza? Non quella generica delle città, degli aeroporti, ma quella della nostra vita di tutti i giorni, cosa siamo disposti a fare per proteggere le persone che amiamo?
Il cast è eccezionale: Hugh Jackman non ha problemi a infierire sulla nostra etica e fare tutto ciò che è necessario; Jake Gyllenhaal è a suo agio nel cavaliere bianco; Terrence Howard sfodera gli occhi umidi a comando, Paul Dano è sempre più suo agio nei ruoli malati tanto da far credere che lo sia lui stesso e Melissa Leo, be Melissa Leo è eccellente e al limite come ogni volta che capita di incontrarla sul grande schermo. Segnalo ancora l’autore della sceneggiatura, Gazinowsky, il direttore della fotografia Roger “Mai una gioia agli Oscar” Deakins e soprattutto l’islandese autore della colonna sonora, Johann Johansson, che ha composto anche dello score di Sicario.
Oggi che ho visto Prisoners e Sicario, mi sento un po’ più tranquillo per Blade Runner 2 che è stato proprio affidato a questo straordinario incredibile regista.
Citazione
Sai qual è stato il più grande insegnamento di tuo nonno? Sii pronto. Uragani, alluvioni, qualunque sia la calamità. Le pompe di benzina restano a secco, non arriva cibo nei supermercati. Le persone si aggrediscono a vicenda e all’improvviso l’unica cosa che sta tra te e la morte sei tu. (Keller Dover)
***** A volte c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla…
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