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Game of Thrones 6 season finale: The Winds of Winter, commento, citazioni e altre cazzate

Il_Trono_di_Spade Game of Thrones

Dopo una meravigliosa galoppata tra battaglie, rivelazioni, hold the door, morti immaginate e castelli ceduti con un inchino, si è conclusa la sesta stagione di Game of Thrones/Il Trono di Spade con The Winds of Winter, epico episodio conclusivo in cui non vola nemmeno una freccia, ma i venti dell’inverno del titolo sono la causa dei potenti brividi che hanno evitato l’uso de condizionatore ai fan della saga.

Quello che segue è il commento della puntata andata in onda in Italia su Sky Atlantic nella notte tra domenica 26 e lunedì 27 giugno. Ogni spoiler è a vostro rischio e pericolo.

Winter is coming – Winter is here

È un cerchio magico che si chiude, ripagando i dolori che i sostenitori di Casa Stark hanno dovuto subire, apparentemente premiando i leoni Lannister che ora siedono di nome e di fatto sul trono di spade, mentre i fan della madre dei draghi, del fuoco e del sangue possono vedere finamente Daenerys Storm Born al comando di una sterminata flotta pronta alla conquista di Westeros.

The Winds of Winter è grossomodo l’episodio più bello dei sessanta trasmessi fin qui di Game of Thrones: vendetta, colpi di scena e la fine del maigioismo Stark che aveva oppresso tutti i sostenitori della Casata del Nord.

L’episodio si apre con la lunga scena di preparazione del processo a Loras Tyrell e Cercei Lannister. I personaggi si vestono, si preparano, il tutto accompagnato dal brano Light of the Seven di Ramin Djawadi che racchiude in un’unica unità narrativa la sequenza: la preparazione, la confessione di Loras e… L’assenza di Cersei e Tommen. Qui echeggia gli eccidi ordinati da Michael Corleone ne Il Padrino con l’alternanza dentro il tempio di Baelor e la lenta scoperta da parte di Lancel del deposito di altofuoco innescato da tre candele. Mentre Margaery (Natalie Dormer) getta la maschera del suo falso pentimento e cerca di convincere l’Alto Passero (Jonathan Pryce) a far evacuare il tempio (“metti da parte i tuoi fottuti dei”) la raffinata miccia compie il suo lavoro facendo esplodere tutto e tutti, sfregiando il volto di Approdo del Re mentre Cersei (Lena Headey) si gode lo spettacolo alla finestra sorseggiando un buon rosso, pensando ai suoi nemici disintegrati dalla potenza del fuoco. Nel frattempo, Qyburn si è liberato di Pycelle grazie ai suoi uccellini, inquietanti spettri delle viscere di Nido delle pulci.

Ma nel compimento della sua vendetta – compresa septa Unella resa schiava dal suo nuovo dio, ser Gregor Clegane – come prezzo dell’ambizione di Cersei, Tommen si toglie la vita lanciandosi dalla finestra della sua stanza.

Cersei è regina, per diritto di nascita perché ormai i diretti discendenti dei Baratheon sono proprio i Lannister (anche se sarebbe da capire se la corona spetti a Jaime, Tyrion o proprio Cersei) ma la profezia che abbiamo visto nell’apertura della quarta stagione è sempre più vicina ad avverarsi:

«D’oro saranno le loro corone e d’oro i loro sudari. E quando sarai annegata nelle tue stesse lacrime, il valonqar chiuderà le mani attorno alla tua gola bianca e stringerà finché non sopraggiungerà la morte.». In valiriano il valonqat è il “piccolo fratello”. Tyrion? O Jaime che dalla loggia guarda la nuova regina con aria non proprio rassicurante?

A Grande Inverno è tempo di decisioni. Davos (Liam Cunningham) accusa Melisandre (Carice Van Houten) di aver bruciato viva Shireen e chiede giustizia a Jon Snow. Il ragazzo manda in esilio la sacerdotessa rossa. Poi è la volta del consiglio dei lord del nord. C’è maretta per la presenza dei bruti, ma Jon se li mette tutti nel taschino citando Ned Stark: “Troviamo sul campo di battaglia i nostri migliori amici”. È la giovane Lyanna Mormont a sparare con l’artiglieria pesante. Rinfaccia ai lord Cerwyn, Glover e Manderly di non aver seguito Casa Stark quando aveva chiesto aiuto e acclama il re del nord “che è uno Stark”. Qui Sansa si sente già regina, ma Lady Mormont aggiunge “non mi importa se ha sangue bastardo”. La sala inizia ad acclamare Jon Snow re del nord. Jon, l’uomo che rifugge in ogni modo il potere e non può fare a meno di essere eletto Presidente della riunione di condominio, Lord Comandante o Re de Nord. Sansa lancia uno sguardo equivoco a Ditocorto, e pensare che poco prima aveva detto a Jon che lo considera in tutto e per tutto suo fratello. Nel loro incontro sui bastioni di Grande Inverno, Snow bacia la sorella e la invita a restare uniti perché ora sono pieni di nemici e Sansa spiega cosa c’era scritto nel messaggio del corvo bianco arrivato dalla Cittadella: “L’inverno è arrivato” e Jon risponde: “Nostro padre ce lo aveva promesso, vero?”. Chi non si è commosso è un Ramsay Bolton.

nostro padre ce lo prometteva sempre jon snow ned stark sansa stark

A Meereen tutto è pronto. Stanno cucendo lo stemma Targaryen sulle vele – non sia mai che si inizi un’invasione senza il look più adatto. A Daenerys sono rimaste da fare due cose: scaricare Daario e nominare Tyrion Primo Cavaliere. Soprattutto il secondo punto arriva non senza commozione. Il Folletto, lui stesso autodefinitosi cinico, sembra commosso quando Danerys appunta sul suo petto la spilla con il simbolo del Primo Cavaliere. “L’ho fatta fare, non so se va bene”… Se Daenerys si toglie dal petto una spilla per te… Tyrion corre a prendere dei fazzoletti bagnati. Infine, l’ultima inquadratura di Game of Thrones di questo 2016 è dedicata alla flotta Targaryen che prende il mare per invadere Westeros, forte dell’alleanza creata da Varys con Alto Giardino e Dorne.

Intanto ritroviamo Arya la quale, sotto le mentite spoglie della servita che faceva gli occhi dolci a Jaime Lannister, serve a Walder Frey un pasticcio cucinato con i resti dei figli, Walder Il Nero e Lothar. Poi si toglie il volto della serva e sgozza in vecchio guardandolo sorridente mentre muore.

Infine, largamente annunciato, Bran torna nella Torre della Gioia e ci rivela di chi è veramente figlio Jon Snow. Corriamo sulle scale con il giovane Ned Stark fino alla stanza dove Lyanna è in lago di sangue. La giovane donna affida al fratello il neonato. “Proteggilo, Ned. Proteggilo. Se Robert lo scopre lo ucciderà, lo sai”. E’ chiaro chi sia il neonato.

Come è stato?

Uno dei migliori episodi in assoluto della saga, ma soprattutto momenti di puro godimento su cui ho avuto modo di soffermarmi. Muoiono molti personaggi che francamente detestavo (Alto Passero, Margaery, Tommen), gli Stark si riprendono la loro rivincita con Jon e Arya anche se nubi si addensano su Grande Inverno. Cosa farà Sansa? Intanto Arya toglie un nome dalla sua lista di morte e Daenerys inizia finalmente la sua campagna militare di conquista.

Ciò che rimane sono i 69 minuti di grandissima televisione… Di cinema? Una grande colonna sonora, una sequenza enorme che richiama i grandi patriarchi cinematografici degli ultimi 40 anni come Coppola, la scelta di creare un’unica grande unità narrativa sottolineata dal tema musicale come fece Kubrick in Barry Lyndon, un effetto speciale devastante che fa sempre piacere alle 3 del mattino, con l’Alto Passero bruciato dalla “luce dei Sette” (il titolo del brano della colonna sonora che accompagna la sequenza), il tempo perfetto con il dubbio crescente di Margaery, il tentativo di Lancel di fermare le candele dall’innescare l’altofuoco, la campana sparata come un proiettile tra le strade di Approdo del Re.

La rivelazione circa la madre di Jon Snow, quel “proteggilo” sussurrato con l’ultimo fiato nei polmoni di Lyanna, “proteggilo, se Robert lo scopre, lo ucciderà”, riusciamo a cogliere in pieno il peso sulla coscienza di Eddard Stark che per salvare la vita del figlio della sua amata sorella sceglie di infangare il suo curriculum di cavaliere bianco dei Sette Regni e poi l’acclamazione proprio di Jon come Re del Nord, un altro momento pieno di epicità e di spirito del nord. Una scelta che implica gustosi sviluppi quando tornerà Bran, che serba il segreto insieme ad Howland Reed, l’unico superstite delle vicende della torre della gioia, e l’apparente disappunto di Sansa che a un certo punto pensava che Lady Mormont inneggiasse a lei come Signora del nord. Cosa farà ora? Accoglierà l’appello di Jon all’unità? E Cersei regina? Uno sviluppo inaspettato come inaspettata è la perdita che sta riducendo in cenere il cuore. Cosa farà Jaime dopo che la sua amata ha portato a termine il folle piano di Aerys?

Insomma, The Winds of Winter ci ha dato molto e sta promettendo moltissimo per la prossima stagione che si incentrerà su meno personaggi – e te credo, la sesta stagione è stata una strage – e su un confronto che vede i fronti già definiti: gli Stark con tutto il Nord e la Valle di Arryn, i Lannister e Daenerys che sembra avere l’esercito più potente: Dothraki, Immacolati e l’alleanza con Alto Giardino e Dorne.

Altri momenti che ti fanno dire “Cazzo”

Alto Passero che si alza, si infila un sacco di iuta nuovo dopo 11 episodi ed è pronto per i fuochi di artificio.

Cersei non batte ciglio quando vede il corpo di Tommen. Gli occhi umidi. Un fremito del corpo.

Che meraviglia l’interno della biblioteca della Cittadella con i due astrolabio che da sei stagioni vediamo nella sigla iniziale.

Quanto è tosto Varys che si rivolge a Lady Olenna dicendo solo “Fuoco e sangue”.

Mentre Daenerys lo scarica, Daario è sul punto di intonare “Everything I do I do it for you”.

Daario Daenerys

Ditocorto si immagina seduto sul trono di spade con Sansa al suo fianco prima di decidere la sua strategia. Insomma, fa esercizi di visualizzazione, ma in quanto a profezie (“Il Nord sceglierà una Stark nata a Grande Inverno”) è peggio di Fassino.

Citazioni e migliori frasi di The Winds of Winter

Ma a volte per fate spazio a qualcosa di nuovo bisogna eliminare il vecchio. (Qyburn)

I tuoi dei ti hanno abbandonato. Ora è lui il tuo dio. (Cersei)

La paura è una cosa meravigliosa. (Walder Frey)

Tutti mi hanno chiesto di credere in qualcosa, nella famiglia, negli dei, nei Re, in me stesso. Sono stato tentato di farlo ma ho visto a cosa porta credere in qualcosa. E così ho detto no grazie. Eppure eccomi qui. Io credo in te. Bè è imbarazzante sai. Ti offrirei la mia spada, ma non ho una spada. (Tyrion)

Il mio nome è Arya Stark. Voglio che tu lo sappia. Voglio che l’ultima cosa che tu veda sia una Stark sorridente mentre muori. (Arya Stark)

Promettimelo Ned, devi proteggerlo. (Lyanna Stark)

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