True Detective 2 – Episodio 7: Black Maps and Motel Rooms Recap
Questo è il recap del settimo episodio della seconda serie di True Detective, trasmesso su Sky Atlantic lunedì 3 agosto 2015. Ogni spoiler è a vostro rischio e pericolo.
Che cos’è?
La serie che chi fotte gode, chi non fotte pensa a fottere, ma nun lo po fa perché deve riflettere sul senso della vita, chi è fottuto je piace, ma nun lo po confessà. Insomma, un intero episodio sulle pulsioni sessuali più o meno represse. Mancava solo Rocco Siffredi. O Jenna Jameson.
Che è successo?
Dopo la fuga, i nostri eroi si sono rifugiati nel Molera Hotel, sarà vicino l’Andrew Molera State Park, ciclo-escursione molto bella, molto più di quanto ci aspettassimo. Ani (Rachel McAdams) se toje la parrucca, Paul (Taylor Kitsch) fa finta de capicce quarcosa tra le carte che ha rubato durante l’orgia, Velcoro (Colin Farrell) ha un’idea per far passare il dopo ecstasy ad Ani: “Vuoi che ti faccia una canna?”. La donna racconta a Velcoro dei boschi e di ciò che ha ricordato, ma non è una cosa di cui lei parla con piacere a un altro essere vivente e allora fa la cosa che farebbe qualsiasi donna dopo che ha detto una stronzata a un uomo: cerca di distrarlo con il sesso. Prova a scoparselo o a fargli un pompino, insomma gli salta addosso, Velcoro fa il boyscout e, giuro!, quando si alza è evidente che ce l’ha duro, dai pantaloni si vede un bozzo (un bozzo o “il bozzo”?). Certo non era un bozzo delle dimensioni epiche di cui si favoleggia… “Non sono alla tua altezza” e rifiuta di trombarsela. Mentre sono tutti e tre in riunione per capire il da farsi, Paul riceve delle foto su Whats App: sono le immagini di quando si è trombato l’ex commilitone. Allora, Paul/Kitsch tira fuori tutta l’ironia di cui è capace e spiega agli altri “È solo la mia fidanzata”.

Frank (Vince Vaughn) gioca a Black Jack da solo. Onanismo, senza dubbio. Carica sessuale repressa. Racconta alla moglie (Kelly Reilly) di come i messicani glielo hanno messo al culo, perché probabilmente a lei piace guardare. A questo punto arriva Velcoro. La signora Semyon deve aver capito che è ancora tutto arrapato dopo aver rifiutato Ani e così la donna gli suggerisce “Tieni la pistola nella fondina”. Ray riferisce a Frank cosa ha scoperto su Blakie, come Osip sta cercando di fotterlo fregandogli le quote dei terreni che aveva comprato da Caspere e tutto il resto. Frank ci resta male, sospira: “Tiri su qualcuno, investi tempo e sentimenti, legami personali e speranze, per cosa? Parità?”. Capito? Il gangster gentile che vuole bene ai suoi dipendenti. Poi però, Frank caccia Ray, la cosa più sgarbata che gli ho visto fare in sette puntate, ma Ray prova a darsi un tono “Me ne dovevo andare comunque”. Che uomo.
Intanto i nostri eroi devono mettere al sicuro i familiari prima della reazione dei cattivi al blitz nella villa dell’orgia. Paul porta madre e fidanzata al sicuro in un motel a guardare la televisione e mangiare noccioline. La futura signora Woodrugh dà dimostrazione di come una donna possa davvero uccidere un uomo. Lei ha saputo delle foto e dei futuri pericoli. Il poliziotto spiega: “Sto solo cercando di essere una brava persona” e lei, molto comprensiva “Non ci provi abbastanza”. Dietro un uomo represso e depresso c’è sempre na stronza.
Ani suggerisce alla sorella e al padre di fuggire. Si fa aiutare dal collega e, ogni volta che appare sulla scena, non posso fare a meno ripensare a che botta di culo deve essere stata per uno così, trombarsi una così. C’è una possibilità proprio per tutti in True Whispers.
Ani fa anche una cosa da poliziotto che non sia guardare dei documenti e sperare per osmosi che la Rivelazione giunga dall’arcangelo Gabriele. Interroga la messicana che ha portato via dall’orgia stile Eyes Wide Shut, ma la ragazza non ne vuole sapere di collaborare, però le spiega che Tascha voleva ricattate quelli delle feste. Alla messicana piace la bella vita, Tascha è ungherese e si sa cosa si racconta delle ungheresi, la più grande industria per la produzione di film porno d’Europa. Almeno sul porno, Pizzolatto ha fatto i compiti a casa. Ani capisce che Tascha è diventata la vernice della capanna nel bosco. È un superpotere anche questo, chissà se il Professor X la prenderebbe nella sua scuola per X-Troie dotate. La messicana poi è incazzata con Bezzerides l’ha portata via dalla festa. Lei se la stava spassando alla grande alla festa. Ani non è molto d’accordo, le ricorda in quale stato pietoso l’ha raccolta dal cesso del bagno e lei, innocente, risponde: “Ho preso troppa ecstasy insieme allo champagne e allora? Succede”. Allora Ani le spiega: “Forse, ed è solo un’ipotesi, sei nata per fare qualcosa di più che fottere”. E la messicana, fredda: “È tutto un fottere”. Questa è la vera filosofia di True Detective 2.
Paul continua a fare il detective – del resto la serie si chiama True Detective, non True Whispers, io scherzo cazzo dovrebbero essere poliziotti – e scopre che lo squadrone della morte che nel 1992 rapinò la gioielleria era composto da poliziotti, tutti conoscevano Caspere, ma soprattutto Woodrugh non riesce a pronunciare la parola gioielliere.
Frank affronta il suo Blakie. Non chiede delle cambiali, ma gli tatua un bicchiere in faccia, trasformandolo nella sacra sindone dello scotch e lo usa per riverniciare l’ufficio. Poi gli spara dopo che Blakie gli ha spifferato che ci sarà uno scambio di denaro tra Osip e il tizio della Catalast.
Intanto i nostri amici sono rimasti chiappe al vento, perché il procuratore è morto e daranno la colpa a Velcoro, ma non perché, come spiega Ray ai colleghi “hanno usato un’arma presa da casa mia”, ma perché dopo essere fuggito dal luogo del delitto ha lasciato le sue impronte dappertutto.

Anche Frank organizza la fuga. Decide che cambierà in diamanti i soldi che ruberà a Osip. Lui sa dire gioielliere e per questo va da un rabbino, un estremista israeliano che userà i proventi dello scambio con Frank per finanziare hezbollah e radicalizzare sempre di più Israele. Poi compra dei biglietti aerei (in un’agenzia viaggi, mica su internet, che gangster vecchio stile!) per Barquisimiento. Ma ndo cazzo sta? Cercatelo su Google Maps. Come ultimo atto ufficiale, prima Frank sculaccia il sindaco che fa il maleducato con una zoccola nel suo locale (“Siamo una dannata dinastia politica, come Kennedy. Fammi un favore, perché non mi succhi un po’ le palle?”, non vi ricorda una battuta tipica di un film di Vanzina con De Sica?) poi incontra Osip e quando il russo lo sbatte fuori dai suoi locali fa buon viso a cattivo gioco, accetta di diventare un dipendente, un attimo prima di sparire lui insieme a tutti i soldi della sala da gioco e del Lux e farli saltare in aria. Poi si piazza su una collina e guarda la sua opera d’arte bevendo un whiskey direttamente dalla bottiglia: Los Angeles in fiamme.
Intanto, i nostri eroi stanno cercando di capire come uscire dalla merda (Mi chiamo Gerda e non è così che uscirai da questa merda) in cui sono precipitati, ma Paul se ne va all’improvviso all’ennesimo trillare della chat su Whats App, come un quindicenne che ha paura della mamma spiega “Devo andare a casa” e Velcoro se la beve. Va all’appuntamento con il suo ricattatore, ma poi Paul chiama Velcoro per l’ultima telefonata romantica: mi ha ricordato quei film stile vecchia Hollywood quando, uno prima di morire, telefona al suo amore. Il succo è che tutti vogliono scoparsi Velcoro. Si sarà sparsa la voce di quanto è grosso il cazzo di Colin Farrell. Lo ha capito anche Ani che dopo una battaglia di sguardi lancia l’attacco al fortilizio Velcoro. La sequenza è un piccolo trattato su quanto ci voglia per dire “scopiamo?”. Ray e Ani familiarizzano. Si sospirano cose carine bevendo whiskey dai bicchieri di plastica. Manco i rumeni al parco col Tavernello usano i bicchieri di plastica trasparente. Lei guarda lui e pensa non è poi così male e gli dice “non sei una persona cattiva”. Segue la madre di tutti i dialoghi senza senso. Lo riporto qui per la precisione che mi contraddistingue.
-Ti manca?
-Cosa?
-Tutto!
È ‘na supercazzola non un dialogo. Titoli di coda. Nic Pizza ti amo.
A proposito
Per mano di Cromwell/James Frain Paul Woodrugh muore, Taylor Kitsch smette di mangiare formaggio guasto per simulare le facce da mal de panza. Il dio della guerra muore per un colpo alle spalle come un fesso qualsiasi. Manco la strisciata di sangue in terra ha lasciato Paul.
Fuori uno, ne restano tre.
Categorie
aDDenzione, dopo aver plagiato una bella fetta degli indimenticabili dialoghi della serie 1 Piizzoollattoo si conferma gran maestro del “prestito” e recupera la scena del folle ragazzino col coltello direttamente da “White jazz” (J. Ellroy) e l’atto criminale del 1992 da “The black box” (M. Connelly). Essendomi perso diversa roba di Elmore Leonard e Don Winslow fatico a ricostruire il resto delle “citazioni” del finale episodio 8.
Ma una cosa è certa: il test di paternità non serve, nel caso del figlio di Velcoro. Si vede lontano un miglio che ha preso la stupidità dal padre (e non è solo perchè devi scappare e non fai il pieno alla macchina…).
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