Visioni successive/Elysium/Bossi, Fini e Matt Damon
La metafora non è troppo nascosta. I ricchi si chiudono in una stazione orbitante nello spazio, in un ambiente pulito e perfetto, un paradiso (curiosa la visione che ha Blomkamp ovvero natura rigogliosa, ville con piscina, gnocche in costume, feste intorno allo specchio d’acqua e tutti parlano francese – che un po’ ricorda “L’uomo che visse nel futuro” quando il protagonista arriva in un futuro lontanissimo in cui l’umanità sembra vivere in un Eden mangiando frutta e giocando a mosca cieca ma minacciata dagli orribili e cannibali morlok).
Be’ per Blomkamp i morlok siamo noi: mentre i ricchissimi pasteggiano champagne sulla stazione orbitante (l’ho scritto che si chiama Elysium?) noi facciamo la fame, respiriamo un’aria fetida, moriamo orribili morti e le donne sono così brutte che assomigliano a una brutta copia di Sonia Braga, tant’e che l’esemplare migliore lo interpreta Alice Braga. Invece su Elysium sono tutte bone, anzi pure Jodie Foster sembra quasi milf se non fosse per un culone moscio e cellulitico. E a proposito: donne non c’è speranza. Nel futuro immaginato da Blomkamp la tecnologia è in grado di curare la leucemia ma se hai il culo brutto, resta brutto.
Cosa è che unisce i due mondi? Niente, nel senso che i ricchi non vogliono rotture de cazzo. Vogliono che quelli puzzolenti se ne stiano a casa loro a parlare la loro lingua strana, mezzo spagnolo mezzo inglese. Cosi mettono in piedi un pessimo sistema di lotta all’immigrazione clandestina. I poveracci sulla Terra vogliono andare su Elysium per curare le malattie più orribili o semplicemente vedere il Superbowl o Mad Men stagione 175 sulla tv via cavo. Quelli di Elysium, ovvero Jodie Foster, gli sparano addosso. Ecco che la metafora diventa un po’ vaga: secondo voi c’è qualche riferimento all’attualità? E secondo voi può mancare il ragazzone americano ipervitaminico che fa una cazzata, si becca una dose letale di radiazioni, fa un’altra cazzata e si fa montare direttamente nelle ossa un esoscheletro per dare l’assalto alla patata e al culo pieno di cellulite di Jodie Foster? So che state scuotendo la testa. Quel ragazzotto ipervitamicico che abita in una Los Angeles ridotta a a una favelas è Matt Damon. Hai presente il Matt Damon di Green Zone o la serie di Bourne, ottimista e di sinistra? Non quella schifezza con Jeremy Renner, gli altri, quelli belli di Greengrass. Be’ insomma è lui. Piglia, parte, pianta un casino e firma i referendum contro la Bossi-Fini. No ma che sto a dì… A proposito: mi sorge spontanea una domanda, che fine ha fatto Gianfranco Fini? Insomma Damon è un democratico finiano e parte armato fino ai denti, anzi fino al midollo per rovesciare il governo di Elysium.
Nel far ciò si confronta con uno dei cattivi più spassosi degli ultimi anni: Kruger, interpretato da Sharlto Copley, vecchio amico di Blomkamp, un incrocio tra Robocop in crisi di nervi e Obiwan Kenobi che non solo è passato al lato oscuro ma ha dato un nuovo significato alla frase “Il nero è il nuovo nero”.
La fine è nota: vince il terzomondismo – ed è bello che quello del terzo mondo siamo noi, a Los Angeles, Roma, Londra o Kinshasa, che si creerà presto una Santa Alleanza basata sul denaro e ci lasceranno fuori. Sotto sotto ma non troppo sotto, c’è un altro messaggio che preme a Blomkamp. [SPOILER]. Alla fine e a costo della vita RoboDamon rovescia la base di Elysium, ovvero l’esclusività e trasforma tutti gli abitanti della Terra in cittadini con gli stessi diritti (anche qui una metafora delicatissima), primo tra tutti quello alla salute. Così, i droidi che sparano sulle folle, i droni spioni e assassini, i computer freddi e calcolatori e gli scanner medici che ti curano solo se hai un codice a barre da cittadino di Elysium sul braccio improvvisamente aiutano e curano tutti gli uomini. Perché una macchina esegue sempre gli ordini che gli vengono impartiti. Risponde a un programma, a stringhe di codice scritto da un uomo. Ed è la mente e il cuore di un uomo che può malfunzionare. È questo il grande problema.
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