Visioni successive – Lascialo entrare
Nell’ultimo week end l’ho fatto due volte: mi sono perso nel gelido mondo dei vampiri svedesi di “Lasciami entrare”. A questo post sto pensando da venerdì notte. Francamente non so cosa scrivere. Si potrebbe tergiversare sull’ennesima mutazione genetica della figura del vampiro (alcuni ritorni alle origini ma anche spigoli in linea con il nostro tempo); parlare della solitudine che unisce due bambini tanto diversi; dilungarmi su un film con protagonisti due bimbi e che non è affatto un film per giovanissimi, anzi; mi potrei soffermare sui paesaggi, il ghiaccio, la neve ed il sangue che impregna e macchia tutto; potrei commuovermi di nuovo ricordando i due momenti finali: il primo, un piccolo capolavoro di arte cinematografica, un esempio di cosa far vedere e cosa non far vedere davanti ad una cinepresa, di come il “fuoricampo” sia altrettanto determinante di quello che lo spettatore ha davanti agli occhi, mentre il secondo è così straziante da spezzare il cuore.
Ma non riesco ad esprimermi compiutamente. Per questo motivo vi prego di andarlo a vedere, di non aspettarvi un film horror, di scegliere una sala appropriata, vorrei dire raccolta, in cui potersi perdere in una fiaba gotica su di una amicizia e gli imprescindibili legami di sangue, in un film fatto di silenzi, di attimi, di piccole solitudini e tristezze quotidiane, di bianchi paesaggi urbani desolanti, e di brevi e repentini pasti di sangue. Ora posso dire che il 2009 è iniziato. Ho fatto bene a lasciarlo entrare.
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