Cose che abbiamo capito dal primo episodio della serie HBO Watchmen
La serie tv HBO Watchmen è in programmazione su Sky Atlantic dal 20 ottobre e sarà trasmessa in contemporanea con gli USA ogni notte tra domenica e lunedì alle ore 3 in versione originale e in replica alle 21.15 del lunedì. Watchmen è ambientato nel 2019, nello stesso universo narrativo della graphic novel di Alan Moore e Dave Gibbons, poi trasposta sul grande schermo da Zach Snyder.
Ecco alcune cose che abbiamo capito sul “nostro” presente dopo il primo episodio.
Robert Redford è presidente degli Stati Uniti da circa 30 anni. Il successore di Richard Nixon ha attuato una politica liberale e ha sostenuto la comunità afro-americana con iniziative legislative che ne favorissero l’imprenditorialità e la sussistenza economica, chiamato spregiativamente Redfordation dall’ultra-destra. Probabilmente è un qualche tipo di esenzione dal pagamento delle tasse: durante l’interrogatorio del suprematista, una delle domande di Specchio è “pensa che tutti gli americani dovrebbero pagare le tasse?”
A proposito, hanno scolpito la faccia di Nixon sul monte Rushmore.
Il massacro raccontato all’inizio dell’episodio, i fatti di Tulsa del 1921, purtroppo non sono di fantasia: si tratta di uno dei peggiori episodi di scontri razziali avvenuti negli USA. Anche la figura dello sceriffo di colore Bass Reeves, raccontata nel film muto, non è inventata, Reeves è esistito realmente.
La bandiera americana è diversa: le stelle sono disposte in un cerchio blu al centro del campo di strisce bianche e rosse, e il Vietnam è diventato uno Stato facente parte dell’Unione.
Dopo dei violenti scontri avvenuti in passato (La Notte Bianca), i poliziotti sono autorizzati a indossare la maschera e, come Superman, hanno una copertura per nascondere la loro vera professione.
Alcuni poliziotti di alto grado hanno nomi di battaglia che ricordano quelli dei supereroi. Nel primo episodio incontriamo Sorella Notte, Terrore Rosso, Pirate Jenny, Specchio.
Piovono calamari. È un diretto richiamo alla graphic novel. Nel film, Veidt fa esplodere bombe nucleari in alcune delle metropoli più importanti del mondo per costringere i Governi a trattare la pace, nell’opera di Moore e Gibbons un gigantesco calamaro è teletrasportato a New York provocando milioni di morti. Quindi, con la pioggia di calamari, qualcuno porta avanti la macchinazione di Veidt, anche dopo che Rorschach l’ha smascherata con il suo diario.
A proposito, sulla prima pagina di un giornale leggiamo “Veidt dichiarato ufficialmente morto”, anche se qualcosa mi fa pensare che non lo sia. Il titolo di spalla recita “Atti vandalici del Ku Klux Klan provocano la chiusura della Statua della Libertà”.
I riferimenti a Rorschach da parte del Settimo Reggimento non si limitano alla maschera: nel loro video di rivendicazione dell’attentato al poliziotto di colore, una frase echeggia quella celeberrima dell’anti-eroe: “Presto le puttane e i traditori della razza grideranno: Salvateci. E noi sussurreremo: No”.
Il Settimo Reggimento fu quello di Custer, protagonista del massacro degli indiani di Wounded Knee e poi sterminato a Little Big Horn. Little Big Horn è anche il messaggio di allarme che appare sul cerca persone di Sorella Notte.
L’episodio è pieno di riferimenti visivi alla meccanica degli orologi: sul tavolo dei terroristi e su quello della cena in casa Abar, tutto richiama degli ingranaggi. I suprematisti raccolgono batterie al litio di vecchi orologi, quelle che, nella macchinazione di Veidt, “provavano” che Dottor Manhattan causava il cancro. Crawford fa una battuta “vogliono costruire una bomba cancerogena”. Ma forse si rivelerà non essere del tutto una battuta. Il personaggio di Jeremy Irons, che dovrebbe rappresentare proprio Veidt, spiega alla servitù che sta scrivendo un’opera teatrale intitolata “Il figlio dell’orologiaio”. Il riferimento è a Jon Osterman alias Dottor Manhattan, figlio di un orologiaio.
L’ossessione per gli orologi c’è anche nei continui richiami al conto alla rovescia: nelle pubblicità della serie American Hero Story: Minuteman, nel video messaggio di rivendicazione, nei dialoghi tra Crawford e Abar, nella colonna sonora di Reznor.
Il motto recitato dalla polizia “Quis custodiet ipsos custodes? Nos custodimos” è l’ispirazione originaria per il “Who watches the Watchmen?” di Miller e Gibbons nella graphic novel.
Se il Settimo Reggimento si rifà all’intransigenza di Rorschach, la polizia sembra utilizzare la tecnologia di Night Owl II. Vediamo Archie, il mezzo volante dalle sembianze di gufo. Le maschere sono gialle, come il distintivo de Il Comico.
Altri i riferimenti a Il Comico. Quando Angela Abar/Sorella Notte sta insegnando ai bambini a scuola come separare il tuorlo dall’albume, nella scodella di vetro, i gialli dell’uovo formano uno smile e su uno di essi, una macchia rossa richiama la goccia di sangue del distintivo del Comico.
Nel finale, il distintivo di Crawford è in terra, nell’erba, e una goccia di sangue lo macchia, proprio come accadde al Comico.
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