Due biglietti: Zootropolis vs Il viaggio di Norm

Il primo è tutto spiegoni, un banale messaggio ambientalista ed è incentrato su tre o quattro poverissimi numeri musicali dell’orso polare che balla e rappa a New York.
Al polo opposto c’è Zootropolis, ennesimo sforzo della Disney di John Lasseter di mettere in scena un film complesso con un messaggio importante affidato a un coniglio e una volpe.
In una metropoli abitata da animali antropomorfi che vivono serenamente in pace e integrazione (i cani coi gatti, topi con gli elefanti, le zebre coi leoni manco fosse Madagascar) i due in questione si ritrovano a indagare su la misteriosa sparizione di 14 predatori. Zootropolis è un poliziesco buddy movie tipo Mel Gibson e Danny Glover che discutono e litigano tutto il tempo, senza le parolacce, le pallottole, il carisma… Ho detto le parolacce? È un pamphlet sulla diversità, biologica e culturale, che tutti dobbiamo vivere insieme sotto lo stesso cielo e uniti nella lotta culturale necessaria per consentire a questo sogno di avverarsi. Judy la coniglietta lotta per diventare un poliziotto sebbene la sua “taglia” la escluda da questo incarico. Quella di Zootropolis è una società apparentemente libera e democratica ma le divisioni sociali sono profonde. Sembra un trattato sul nostro tempo, molto politico. Anche la volpe vive ai margini a causa delle sue origini e la sua natura, impossibilitata a uscire dal “ruolo” che la società impone lui.
Zootropolis è un universo complesso, una costruzione visiva molto impegnativa – le diverse razze di animali vivono in habitat cittadini che riproducono le condizioni in cui sono abituati – e con un messaggio da film “adulto” e i bambini si sono goduti le battute, i voli, i disegni.

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